Logo MotorBox
Prova

Yamaha MT-01


Avatar Redazionale , il 25/04/05

18 anni fa - Quattro tester per la maxi naked Yamaha

Una comparativa al contrario, quattro tester speciali, di differente estrazione motociclistica, per una sola moto: la mega naked di Casa Yamaha, giudicata a metà tra il professionale e il passionale. Perché con la MT la ragione non può scindersi dal sentimento.


AMICI Ci sono moto che le provi, dici come vanno e lasci nel box. Amici come prima. Altre invece creano una marea di discussioni, perché hanno più carattere, sono forse esagerate, forse inutili, sicuramente emozionali. Quando arrivano in redazione si scatena l'inferno, ognuno dice la sua ognuno ha delle idee ben chiare da cui non si muove. Mettere d'accordo tutti su questi oggetti è praticamente impossibile. Il caso della MT-01 è eclatante: ultimamente nessuna come lei ha saputo dividere gli appassionati nei giudizi, perché lei non è accomodante e non ha nessuna intenzione di piacere a tutti, anzi.

BIG NAKED Una moto che per Yamaha rappresenta la nascita di una nuova famiglia che presto si arricchirà di nuovi modelli e di cui la 01 sarà la versione di punta e di maggiore cilindrata (e meno male). Big naked tutta muscoli e coppia, è una moto del tutto particolare, praticamente non confrontabile con altre, perché per cilindrata, peso e sensazioni non esiste nulla di simile. E allora se Stefano Cordara è volato fino in Sud Africa per darvi le sue sensazioni in anteprima, appena la moto è arrivata in Italia (e nello specifico nella nostra redazione) la comparativa l'abbiamo fatta noi, al contrario. Non moto differenti a confronto, ma tester differenti per la stessa moto.

QUATTRO GIUDICI Abbiamo chiesto a quattro motociclisti di passare un po' di tempo con lei e di dirci la loro. La moto è passata di mano in mano a quasi tutti gli "abitanti" della redazione di MotoBox: dal direttore, al responsabile auto, passando per un tester moto che spesso leggete in queste pagine. Più una guest star (che ringraziamo), che si è prestata volentieri a dirci anche la sua.

Mario il tossico
Guido lo spettinatore
Paolo il goloso
Alfredo il castigamatti

Mario e la MT-01


VIBRAZIONI L'animale appeso al telaio è vivo, e si fa sentire. Stupefacente come quei perfettini di Yamaha, attenti alle vibrazioni e a far girare i motori come orologi svizzeri, siano riusciti a infilare un orco intero dentro i due grandi cilindri a V della MT-01.

ORCHI E TRENI Una delle poche moto che fa sentire un bel rombo a chi sta in sella senza dar fastidio a chi del rumore della moto altrui ne fa volentieri a meno. L'orco è ben addestrato, sputacchia, tossisce e borbotta, ma non si ribella mai contro il suo padrone, con cui è sempre docile e disponibile. Il V2 spinge come un treno appena si lascia la frizione e si cambia con l'ago del contagiri (la grafica è stata rubata alla Fiat 600 degli anni 60?) che oscilla tra 2000/2500 giri, e si va veloce senza accorgersene. Con grande gioia del passeggero che non si accorge nemmeno delle cambiate e se ne sta appollaiato sul suo sellino, più comodo di quanto sembri anche per passeggere con il garrese alto.

ANTI-STRESS All'inizio, il manubrio sembra troppo in avanti, costringendo a sdraiarsi un po' sul serbatoio, ma poi non ci si fa più caso. Nelle prime curve, poi, la MT-01 va un po' capita, bisogna prendere confidenza e non la dà mica a tutti, la confidenza: prima bisogna diventare amici. E diventa un'amicizia duratura: ogni volta che si ha occasione di montare in sella alla MT-01 è una bella cura anti-stress. A volte ci si scopre ad accarezzarla ma non ci si sta rimbambendo: la qualità delle finiture è tale, in primis il telaio blu, che l'occhio richiede la conferma del tatto.

DIPENDENZE Un vero piacere guidarla: tutte o quasi tutte le altre moto, dopo, sembrano freddi e asettici elettrodomestici... Per disintossicarmi dalla MT-01 ci ho impiegato due settimane.

Guido lo spettinatore
Paolo il goloso
Alfredo il castigamatti

*BRPAGE*

Guido e la MT-01


MOTO TEST Questa Yamaha ti fa capire esattamente chi si interessa di moto e chi no. Quelli che ne sanno, quando sei per strada ti volano addosso con gli occhi, i più timidi tra loro trovano la parola, quelli loquaci li devi abbattere perché ti sfiniscono di domande e ti va bene se non ti chiedono di provarla, che poi se la portano via con tutta la benza che c'è dentro. Gli altri si accorgono della bestia soprattutto se sei fuori dal cinema. Loro escono in comitiva e si ammassano lì a parlare del film.

CANNONATE Tu intanto sleghi la moto, ti infili i guanti, il casco. E loro sempre dietro; a un metro, un metro e mezzo dagli scarichi. Allora infili la chiave, accendi e finisce che spari proprio ad altezza d'uomo. Le cannonate del bicilindrico fanno volare la frangia, il tupè, la gonna, gli insulti, gli ooh di meraviglia. Quelli del cinema si allontanano, il grosso almeno. Qualcuno resta lì e ti fa: "Cosa ci hai sotto? Sarà un mille o giù di lì!" E tu "Sali sali". E vai su fino a millesette. E tutte le volte che glielo dici pensi a quanto daresti per guardar dentro a quel motore e vedere dal vivo quei due pistoni, solo due, come fossero Tom Cruise e Nicole Kidman dei bei tempi insieme. Vai via e non è un problema, anche se come me, sei un motociclista semplicemente normodotato. Sì, perché a dispetto della cilindrata l'MT01 pesa un peso che in giro c'è dell'altrettanto che crea più imbarazzo. Impacci pochi.

UN PO' ASSETATA Non che sia agile in città, ma è molto meglio di quello che sembra. Si usa anche lì insomma, anche tutti i giorni. Ti accoglie nella sella, ti prende le ginocchia negli incavi, ti porta le mani lontanucce davanti a quel monumento del serbatoio, ma quando guidi le scopri al posto giusto. Fa uno sbrumf sbrumf così pieno, ma così pieno quel motore che non fai altro che giocare col gas in mano fino a svuotare il serbatoio pure troppo presto, giacchè la ragazza con tutti quei cc di benzina ne beve già di suo. La coppia: la spintona ai bassi, il momento in cui il motore dà il meglio di sé, quel lasso breve di tempo in cui apprezzi i soldi che ci hai messo. Questa ne ha tanta, ma non è il temporale.

LA MEGLIO COSA O meglio, forse lo è, ma non sembra. Sul pavè, pure quello asciutto, se apri, in prima o in seconda, vai via pattinando. Se lo fai sull 'asfalto per un 13-18 metri bruci anche l'R1, poi a 4000 giri finisce, tossisce sorda di limitatore, reclama la prossima marcia per riprendere a pistonarti con le sue vibrazioni. Sì, perché le vibrazioni ci sono e meno male che gliele hanno lasciate, chè sono una delle meglio cose del gioco. Effettivamente il bel gioco dura poco, un po' meno di quello che mi aspettassi. Forse è solo questione di rumore. Forse la coppia di Akrapovic è davvero in grado di risolvere la questione che manca al gusto.

MOTO DA BERE Anche perché poi la MT01 si fa guidare benissimo. Occhio alla seconda che è lunga e quando la fai diventare una prima ti si blocca il ruotone. Ma che telaio, che freni! Curvoni in tangenziale? Stabile da paura, un granito nelle mani e pure facile da mettere dove vuoi. Curvini secchi? Senti che c'è della sostanza nel motore che ti tiene su e nel telaio che non ti casca giù, anche se non sono proprio il pane suo. Autostrada? Prendi aria, ma non è esagerata e comunque se volevi evitarla mica ti prendevi l'MT01. Sorpasso? Perfetta. Puoi contar le combustioni mentre giri la manopola e ti bevi il traffico. Mi pare però che ti costringa a farsi guidare troppo col cambio. L'hanno fatta così, un motivo ci sarà pure, anche se a me 'sta rapportatura lungherima dalla seconda in poi sfugge.

SENZA COMPLESSI Per il resto, finita da dio, è una giapponese che non ha il complesso di somigliare soltanto ad un'americana. Quello che c'è su è tutta roba sua. Personalità, componentistica. Non ti lascia il complesso della Buell o della Harley. E' grossa di motore, è bicilindrica, ma parla correttamente la sua lingua. Non ti senti fuoriposto, anzi semmai finalmente al posto giusto su una giapponese che non fa i 310, ma solo i 200.

ILLUSIONI OTTICHE Ci ho portato mia moglie al cinema una sera (proprio quella sera là della comitiva che si è fatta spettinare dopo il film): Avevo paura di farla salire nel solito posto con le pedane in gola. Invece, la MT01 è proprio la moto delle illusioni ottiche, perché la signora invece era felice, comoda. Non si è lamentata, anzi sarebbe andata avanti delle ore a spasso per la città fino a scadenza della baby sitter. In realtà un problema grosso ci sarebbe: anzi, c'è e riguarda il portachiavi. Ecco, è una specie di punta da freccia che come tutti i portachiavi si infila in tasca. Però...non è affatto smussata.

Mario il tossico
Paolo il goloso
Alfredo il castigamatti

*BRPAGE*

Paolo e la MT-01


SUSHI INDIGESTO Io proprio non li capisco. Va bene che per gli yankee le muscle bike del Sol Levante sono indigeste più del sushi con la salsa al rafano, ma i designer la scritta Yamaha potevano anche metterla da qualche parte! Invece niente: scivola via inosservata in bassorilievo sul motore e in giro per la moto trovi solo un bollino con i tre diapason sul serbatoio, neanche si vergognassero della MT-01. Contenti loro... Della MT credo che possano invece andare davvero orgogliosi.

NO BICI La linea ha un potere ipnotico da fare invidia a un incantatore di serpenti: chi la vede, le lascia gli occhi addosso a tempo indeterminato. Anche dopo giorni e giorni di utilizzo. Mille sono i dettagli che si guardano e si riguardano in box prima di partire e che strappano un sorriso compiaciuto, come la strumentazione o gli scarichi. Il sorriso si allarga poi una volta in sella. Il manubrio è bello lontano ma con il mio metro e ottanta abbondante non mi lamento di certo. La Yamahona me la sento anzi cucita addosso. Ok, nel traffico peso e ingombri non sono quelli di una bicicletta, è inutile negarlo. Bastano però una pressione un po' più decisa del solito su manopole e pedane e movimenti un po' più accentuati del corpo, perché la MT risponda docile agli ordini.

MARCE LUNGHE Forse un pneumatico posteriore da 180 anziché da 190 renderebbe la guida ancor più fluida, ma va benone anche così. In fondo alla forcella sembra esserci un aratro che corre sotto l'asfalto e pennellare le curve è una goduria, specie dai 90 ai 140 km/h. Che questo sia l'arco d'impiego ideale lo dicono in coro l'assenza di qualsivoglia riparo aerodinamico e la rapportatura del cambio, che avrei preferito un po' più corta, visto che per inserire la quinta si rischia il ritiro della patente.

DESSERT E il motore? Me lo sono lasciato per il ultimo, proprio come il boccone più buono. D'altro canto, a prescindere da tutto il resto, se la MT-01 è una forza della natura è soprattutto per merito del suo mastodontico V2. Domina l'estetica, pulsa al minimo, tira sempre come un forsennato, ha un vocione da burbero e scoppietta in rilascio: più che un organo meccanico, insomma, quasi una cosa viva, un compagno di viaggio.

Mario il tossico
Guido lo spettinatore
Alfredo il castigamatti

*BRPAGE*

Alfredo e la MT-01


CONTROTENDENZA Tanto ero curioso di provarla, tanto (o quasi) ne sono rimasto deluso. O forse sarebbe meglio dire indifferente, perché della MT-01 non ne ho capito proprio il motivo di esistere. Non so cosa abbiano scritto i miei colleghi, ma so cosa ne pensano: a loro piace, come oggetto da vedere (e da mostrare) e da guidare, gli è piaciuto il motore e la guida. Ecco, non dico che per me valga il contrario, ma per colpirmi serve dell'altro.

INCONTENTABILE Di moto belle ce ne sono tante in giro e la MT-01, per me, non porta nulla di nuovo in assoluto. E non che debba per forza avere qualcosa in più, anzi, probabilmente avrei preferito qualcosa in meno per riuscire a godermi di più la moto, sempre, e non solo sulle strade veloci del Sud Africa dove si è svolta la presentazione. Chiamatemi incontentabile, e probabilmente pecco di assuefazione da praticità tipica delle moto giapponesi da settemila euro (non per altro le mie preferite sono la Kawasaki Z750, insieme alle Suzuki SV 650 e V-Strom 650). Ma non so nemmeno resistere al "prurito" che mi viene quando vedo e monto sulla moto bella per davvero per poi quasi sempre rimaner deluso probabilmente per le troppe fantasticherie.

TROPPO PERFETTA Ma deluso perché? In fin dei conti la moto è bella "cazzuta", ricercata negli eccessi del motore (esagerato in dimensioni e pulizia delle linee) e dei due mega cannoni protonici degni di entrare nell'arsenale di Jeeg, il robot d'acciaio. Eppure la sensazione sulla MT-01 è quella di una imperfezione fin troppo perfetta, circondata da quell'alone di freddezza tipica dell'oggetto hi-tech fine a se stesso, asettico, che piace e colpisce al primo sguardo, ma che stufa fin troppo in fretta una volta conosciuta.

AGILE IN CITTA' E non che la MT-01 sia una brutta moto, né da guardare né da guidare, anzi. Nonostante la sua mole e il peso non indifferente, la muscle-bike di Iwata si destreggia piuttosto bene nel traffico, è equilibrata nello stretto, ha forse poco sterzo e la seduta un po' lontana per via del serbatoio un po' lungo, ma il motore aiuta ad uscire dalla morsa delle auto con il solo pensiero.

TROPPO DILUITA Però, allo stesso tempo al twin manca lo strappo, quello da straccia pneumatici che ci si aspetterebbe da un moto di questo genere con la "190" dietro. Strappo che sulla MT-01 non si fa mai sentire, troppo diluito da una rapportatura esageratamente lunga, quasi fosse una sorta di Bulldog al nandrolone scaduto, che sale svelta fino ai 3.000 giri, per poi chiedere a suon di vibrazioni la cambiata se si osa superare i 4.000: un range di utilizzo che quasi mi fa preferire la Warrior, la custom che monta (quasi) lo stesso motore. I cavalli però sono ben dosati, i 90 dichiarati dalla MT vanno più che bene e la belva sa anche correre se si hanno collo e spalle forti a sorreggere la pressione dell'aria che a 120 già infastidisce.

ALFETTA 2000 La spinta però è più da custom che da stracciagomme. Tu ti prepari, stringi le gambe al serbatoio, indurisci addominali (chi li ha) e braccia e metti a novanta il polso, ma non succede niente. O meglio, la MT-01 ti spinge in avanti con una linearità tale che ti lascia a bocca asciutta, così come il serbatoio, perché nell'uso misto la "bella" filtra da paura, 10 km/l, medie da Alfetta 2000 con la carburazione a posto. È vero, la coppia e i cc sono tanti, ma spostare tutti quei chili costa fatica anche al muscoloso twin, ed è altrettanto vero che il pieno di verde inizia a gravare anche troppo sulle nostre tasche vuote.

ROTONDA Per divertirsi davvero con la MT bisogna andare su strade disegnate per lei, con belle curve a medio raggio dove poter tenere un ritmo medio-veloce: il misto stretto non è proprio il suo forte, la moto pesa, soffre di una certa inerzia (è naturale) il gommone di 190 non aiuta e forzarla a fare quello che non vuole non porta nessun beneficio. Meglio le strade dove si può farla scorrere, guidarla rotonda godendosi il suo ottimo appoggio anche nei curvoni veloci, senza sbatterla di qua e di là, perché l'ammortizzatore risponde alle imperfezioni sempre in modo un po' secco.

FREDDINA La frenata, poi, è ok, pronta e ben modulabile, di certo non cattivissima come su di una sportiva ma più che perfetta per la MT-01 che, alla fine, non è altro che una bellissima naked da passeggio con cui disegnare traiettorie pulite (e neanche in coppia perché dietro non ci sono appigli e d'istinto viene da aggrapparsi sugli scarichi). Poi torni a casa, la parcheggi... a me non ha lasciato niente addosso. Se però ti presenti davanti al locale trendy milanese...

Mario il tossico
Guido lo spettinatore
Paolo il goloso


Pubblicato da Redazione, 25/04/2005
Gallery
Vedi anche