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Prova

Suzuki Bandit 650


Avatar Redazionale , il 03/03/05

19 anni fa - Un bandito di sostanza alla portata di tutti

Il Bandito si rinnova e punta alla sostanza con un motore rinvigorito e una ciclistica semplice ma molto a punto. Adatta per chi cerca una moto facile da guidare con buone prestazioni e soprattutto con un listino imbattibile. A solo 6.100 euro, un record.


BOLLENTI SPIRITI Quando in redazione sono arrivate le prime foto della Bandit ho avuto il mio bel daffare per tranquillizzare il collega Verdicchio mentre inveiva contro la Suzuki. Per lui, romantico "banditista" da sempre, la Bandit 650 era troppo poco innovativa. Ne voleva una con motore 600 della GSX-R telaio di alluminio forcella rovesciata, freni da pista. Voleva, insomma, una super naked in grado di mettere il sale sulla coda alle varie Hornet, FZ6, Z750. E forse la volevano anche tanti appassionati della nuda di Hamamatsu.

TRADIZIONE VINCENTE

Invece, Suzuki l'ha pensata in modo differente. Il motore ad acqua resta in magazzino, buono per un'altra volta, così come forcella super, telaio spaziale e tutte le altre cosette che lentamente dalle sportive si stanno spostando sulle naked. La Bandit 650 è una moto di sostanza, senza soluzioni fantascientifiche, non ha specchietti per le allodole, ha un telaio tradizionale, un motore collaudatissimo e indistruttibile e una linea classica appena ringiovanita dal lifting apportato a molti particolari.

MISSIONE POSSIBILE

La sua missione è dimostrare che a moto di questo tipo non servono effetti speciali per funzionare bene. E dopo averla provata c'è da dire che ha ragione lei. Punta alla concretezza, la Bandit 2005 e lo fa proponendosi ad un pubblico che presta molta attenzione al rapporto qualità prezzo (non è un caso che in Germania e Francia la Bandit spopoli da sempre). Perché con 6.100 Euro ormai non ti compri quasi più niente che abbia un cambio e un motore degno di tale nome, e spesso questa cifra non basta nemmeno per comprarsi uno scooter.

RINGIOVANITA

Invece, con la Bandit ti porti a casa una bella motoretta, completa di tutto e che funziona un gran bene. Devo dire, in verità, che la Bandit ha sorpreso anche me. Mi aspettavo una moto un po' datata per concezione e guida, invece ad Hamamatsu hanno fatto davvero un ottimo lavoro, e se di primo acchito la 650 pare la solita Bandit con qualche pezzo di plastica in più (a tal proposito avrei evitato volentieri le due coperture ai lati del cannotto che tra l'altro rimandano qualche risonanza di troppo) la 650 rappresenta invece un bel salto in avanti.

TANTO CON POCO

Intanto la Bandit non si fa mancare niente. Perché costerà anche poco ma non ha rinunciato, ad esempio, ad un bel leveraggio progressivo per la sospensione posteriore (assente invece su Hornet e FZ6 tanto per citare due best seller), o alla regolazione del precarico molla della forcella, sempre utile quando si viaggia carichi di bagagli. Perché in fondo la Bandit si propone di fare proprio quello, un uso tranquillo e a 360 gradi. Casa ufficio tutti i giorni, giretto nel Week end e viaggetto estivo senza troppi patemi (la S di cui parleremo più avanti è ancora più adatta allo scopo). Presente all'appello anche il cavalletto centrale e buona per essere una naked anche la disponibilità di vani con uno spazio sottosella più che dignitoso.

SNELLA E LEGGERA

Già da quando ti siedi in sella ti accorgi che la sua indole non è e non vuole essere forzatamente sportiva. La sella è bassina (regolabile su due differenti altezze 770, 790 mm), "magra", le pedane centrate, il manubrio rialzato (anche lui regolabile su due posizioni per mezzo di opportuni distanziali, operazione non molto agevole in verità, che conviene far fare al concessionario). Insomma è una posizione molto "seduta" più improntata al comfort che alla sportività.

OROLOGIO DIGITALE

Nuova anche la strumentazione e qui, sinceramente, si poteva fare qualcosa in più del semplice inserimento di un display (peraltro molto completo nel fornire informazioni) nella vecchia sagoma tonda del tachimetro. Si potevano allora lasciare i due orologi tradizionali (che sulle moto stradali hanno ancora il loro perché) e inserire piccoli display al loro interno. Ma tant'è, la strumentazione è questa e così tocca tenersela. Per l'occasione, poi, è stata carenata da una piccola palpebra in materiale plastico come vuole la tendenza attuale tra le naked.

TELAIO RINNOVATO

Certo pensare che sia solo una Bandit con l'alesaggio ritoccato è abbastanza limitativo. In realtà gli interventi a motore e telaio sono stati piuttosto importanti. La classica doppia culla con andamento caratteristico della Bandit è stata rivista in modo sostanziale, alla ricerca soprattutto di una maggiore rigidezza. I tubi superiori sono più spessi e cambiano anche le quote vitali con una inclinazione del cannotto aumentata (adesso è 26°) così come l'avancorsa che passa da 100 a 108 mm.

CILINDRI LEGGERI

Come già detto, l'ormai glorioso motore raffreddato ad aria e olio ottiene la sua maggiore cubatura grazie all'aumento dell'alesaggio che passa da 62,6 a 65,5 mm per una cilindrata effettiva di 656 cc. Ma le novità sono anche nella tecnologia utilizzata per il riporto superficiale nei cilindri che come nelle supersportive della casa utilizza il trattamento SCEM (Suzuki Composit Electrochemical Material), che consente di rinunciare alla canna in ghisa alleggerendo il blocco cilindri di ben 1,8 kg oltre che migliorare scorrevolezza dei pistoni, la tenuta delle fasce elastiche e lo smaltimento del calore.

CARBURATA

Cambia anche il diagramma di distribuzione, mentre a dar da bere al bandito sono ancora i classici carburatori Keihin da 32 con un sensore collegato alla valvola a farfalla che consente di ottimizzare l'accensione in rapporto alla rotazione dell'acceleratore. Interventi che non hanno portato maggiore potenza (infatti i cavalli, 78, sono esattamente gli stessi che sulla vecchia 600) ma una maggiore coppia (da 54 a 59,2 Nm) ottenuta ad un regime che da 9500 giri crolla a 7800 giri. Dati che rendono bene l'idea di come sia migliorata l'erogazione del quattro in linea Suzuki.

MEGLIO ADESSO

E non occorre fare nemmeno troppa strada per rendersi conto che la Bandit è effettivamente migliorata di un bel po'. Una tiratina allo starter e il quattro in linea prende subito vita, con la sua solita inerzia termica (l'olio si scalda più lentamente dell'acqua) impiega un po' più della norma ad entrare in temperatura soprattutto in questi giorni di gran gelo. Poi però mette in mostra subito le sue qualità. L'aumento di cilindrata gli ha fatto certo un gran bene; fluidissimo lo era anche prima, (praticamente scende a regimi poco superiori al minimo senza fare una piega) ma adesso gira vispo e pieno fin dai 3.500 giri, con una spinta piacevolmente lineare e senza picchi o cambi di ritmo apprezzabili per tutto l'arco dei giri utili.

BASSI PIENI

Non è un mille pertanto non è certo vivacissimo ai bassi ma non occorre più farlo girare alto per ottenere prestazioni interessanti, perché si va via in scioltezza con la lancetta ancora nella parte bassa del contagiri. La salita di regime è esente da qualsiasi tipo di vibrazione almeno fino ai 10.000 giri indicati dello strumento, regime a cui peraltro conviene cambiare marcia perché la forza comincia a calare. Il cambio però non mi ha fatto impazzire, un po' legnoso negli innesti sembra un po' sotto la media dei sempre eccellenti cambi Suzuki.

BELLA DI FORCELLA

La piacevolezza del motore 650 è accompagnata da una ciclistica che si rivela subito molto a punto. La forcella in particolare si mostra scorrevole e precisa ed ha il pregio di essere adeguatamente sostenuta di idraulica (al contrario della vecchia versione) rendendo l'avantreno della Bandit piacevolmente neutro ed efficace. La maneggevolezza e la facilità di guida sono privilegiate anche dal peso che supera di un pelo i 200 kg (201 per l'esattezza, 7 in meno della vecchia). La Bandit si guida senza sforzo alcuno, è maneggevole e precisa, adatta davvero a tutti in una parola: è facile.

FRENI DA TIRARE

E anche l'impianto frenante rientra in questa filosofia con i dischi anteriori da 290 che richiedono una spremuta di leva decisa affinché le pinze a doppio pistoncino li mordano a dovere. Ma meglio dover stringere un po' di più piuttosto che ritrovarsi con la ruota bloccata senza volerlo. In compenso il posteriore tende a bloccare un po' troppo facilmente, anche perché il retrotreno in frenata si trova ad essere molto scarico a causa dell'affondamento della forcella. Ma sulla forcella si può intervenire e quindi questo è facilmente risolvibile.

IL BANDITO E' TORNATO

Pochi ma fondamentali interventi sono quindi sufficienti a far tornare il Bandito tra i ricercati dai clienti. Ha cambiato la sua destinazione d'uso, lasciando la sportività a casa a favore però di una funzionalità molto migliorata. Non farà girare la testa ma la sostanza non le manca. E a quel prezzo... c'è davvero da farci un pensierino.
Pubblicato da Stefano Cordara, 03/03/2005
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