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Prova su strada

Piaggio Liberty


Avatar di Mario Cornicchia , il 10/06/97

26 anni fa -

Piaggio Liberty

In pratica è una Vespa a ruote alte: lo stile è lo stesso e anche qualche componente è in comune. Un bello scooter, ottimo nella guida, con un nome che non gli rende giustizia.

COM’È Sembra che il Liberty e chi si è occupato della sua immagine si siano incontrati all'ultimo momento, prima del lancio. Il Liberty è un ruote alte davvero riuscito esteticamente e piacevole da usare. Ma il nome ricorda tanto l'intimo femminile e anche il logo, ispirato al liberty inteso come stile, non è in linea con il design della carrozzeria.

BEN DISEGNATO Fortunatamente, il Liberty è così ben modellato che il suo nome passa in secondo piano. Segue lo stile Vespa, ma ha una sua personalità ben distinta. Se i due Piaggio si somigliano molto nella parte anteriore e nel manubrio (pressoché identico per tutti e due i modelli, anche qui con faro anabbagliante/abbagliante), nella coda il Liberty ha uno stile proprio che lo distingue nettamente da tutti gli altri ruote alte. Esteticamente validissima e riuscita anche dal punto di vista pratico la scelta di integrare sia il faro posteriore sia gli indicatori di direzione nella corta coda che finisce appena sotto il portapacchi, per lasciare spazio al lungo parafango.

BEI DETTAGLI Linee morbide rese un poco più aggressive da due bellissime griglie di ventilazione poste vicino alla pedana. Ai lati dello scudo e nella parte bassa delle fiancate si trovano fasce di protezione color alluminio per preservare le parti verniciate della carrozzeria da strisciate e da piccoli urti. Lo scudo nasconde l'immancabile baulettino portaoggetti che si apre spingendo la chiave di accensione come su tutti i Piaggio dell'ultima generazione: il coperchio del bauletto riprende con una tinta semiopaca il colore della carrozzeria e (finalmente...) ha una pratica maniglia.
Sempre dietro lo scudo si trova anche il comodo gancio richiudibile a cui appendere borse e sacche.

VANO SOTTOSELLA La sella è ampia e nasconde un vano in grado di ospitare un casco jet, da cui si accede anche ai bocchettoni di rifornimento (il serbatoio del carburante contiene 5,5 litri, al limite del rifornimento al self-service) e alla batteria. Sotto la pedana trova posto anche l'anello in acciaio per fissare l'antifurto. Il prezzo è adeguato rispetto alla concorrenza, ma non proprio da far correre al concessionario più vicino: 3.495.000 lire, lira più lira meno il prezzo dello Scarabeo di Aprilia. Il parabrezza costa 141.000 e il bauletto posteriore in tinta con la carrozzeria costa 219.000 lire. Tre i colori metallizzati, blu, rosso e argento, e uno pastello, panna. La garanzia vale tre anni.

LA TECNICA Il motore è il risultato dell'evoluzione del propulsore ad ammissione lamellare progettato per il Free. Differenti sono la marmitta, decisamente silenziosa, le tarature del motore, volte a migliorare la fluidità e l'erogazione, e la regolazione del miscelatore automatico. L'avviamento è elettrico, l'accensione elettronica CDI e lo starter è automatico. La trasmissione è automatica CVT, a cinghia e pulegge. Il telaio è in tubi di acciaio. La sospensione anteriore prevede una forcella a steli rovesciati con escursione massima di 69,5 millimetri. Al posteriore, il motore ha funzione di forcellone accoppiato a un ammortizzatore con escursione massima di 76 millimetri. I cerchi a sei razze da 16 pollici sono in lega di alluminio con pneumatici tubeless. I freni sono a disco da 220 mm all'anteriore e a tamburo da 140 mm al posteriore.

COME VA Sull'ergonomia Piaggio ha da tempo trovato la ricetta migliore. Sui Piaggio delle ultime generazioni si sta in sella per ore senza stancarsi troppo, con la giusta distanza tra spalle e manubrio, tra bacino e pedana, tra ginocchia e scudo. Una formula che si adatta bene a quasi tutte le taglie. Almeno sul Liberty sarebbe stato piacevole trovare un cruscotto a fondo nero, evitando il lezioso seppiolino della Vespa (e rispetto alla Vespa manca l'orologio digitale), ma così non è.
I comandi sono i soliti: pratici e comodi, ma forse ancora migliorabili.

SI GUIDA BENE, con facilità. La trasmissione automatica CVT è ben tarata e ottimizza le buone doti di potenza e di spunto del motore. Si guida senza pensare, grazie anche alla stabilità delle ruote alte e alla qualità del telaio. Le ruote alte da 16 pollici non influenzano troppo la maneggevolezza rispetto a un ruote piccole: il Liberty è sempre molto agile anche nei passaggi cittadini nel traffico più intenso.

DURETTO Sulle sospensioni si poteva invece fare qualcosa di più per garantire un comfort più elevato. Il Liberty è piuttosto rigido (e in questo si differenzia molto dalla cugina Vespa, uno degli scooter più confortevoli) e dopo un po' che si è in sella ci si stanca di farsi shakerare dalle buche, dal pavé, dai tombini e dall'asfalto rovinato. Sarebbe stato sufficiente utilizzare ammortizzatori più morbidi, magari anche il posteriore con la molla regolabile a seconda dello stile di guida o della stazza del pilota.

POCO PROTETTIVO Buona, ma non eccezionale, è la protezione aerodinamica assicurata dallo scudo, un poco basso rispetto alle ginocchia e abbastanza stretto. Ottimo il faro anteriore, utile per vedere e per farsi vedere.


Pubblicato da M.A. Corniche, 10/06/1997