Logo MotorBox
Prova

Malaguti Password 250


Avatar Redazionale , il 11/05/05

18 anni fa - è arrivato l'anti Beverly 250

I numeri dicono che i "ruota alta" duemezzo con pedana piatta sono poco più del 50% del mercato, allora Malaguti ti fa il Password. Ciclistica a punto, bel motore da 21 cv e un prezzo da "centocinquanta" lo rendono il vero antagonista del Piaggio Beverly 250. In più dal vivo è ancora più bello.


COM'E' Dopo avervi mostrato foto e disegni, il Malaguti Password arriva in plastica e metallo pronto per tuffarsi nella dura sfida con il re di tutti i "ruota alta" duemezzo, il Piaggio Beverly 250.

IL GUANTO E' LANCIATO Anche se i modelli messi a disposizione erano dei pre-serie, quindi le sbavature non sono mancate, nel complesso le finiture sono sembrate di un livello più che discreto, così come la cura costruttiva. Il prezzo poi è d'attacco: 3.890 euro, ben 300 euro in meno del Beverly e con in più un anno gratuito di assistenza stradale ACI Global.

SFACCETTATO Il Password si presenta con uno stile molto originale che in foto non rende molto, sfaccettato, pieno di spigoli e con un frontale dominato da due fari malati di gigantismo che prendono spunto dal mondo delle auto, ma che dovrebbero assicurare una luminosità superiore alla media. Come il maxi scooter SpiderMax GT 500, confonderlo con altri è piùttosto difficile, anche per la strumentazione molto particolare (derivata da quella dello SpiderMax) con il grande tachimetro stile anni sessanta (ricorda quello della Fiat 124 con l'agone che si muove orizzontale) arricchito da un grosso display LCD con funzione di computer di bordo che segna orologio, contagiri, trip totale e parziali, benziana e altro.


CUORE JAP E lì in mezzo, tra la pedane e la ruota non c'è il solito "mono" LEADER firmato Piaggio, ma il motore dello Yamaha Majesty 250 (non quello dello Yamaha XC 300) in versione "evoluzione", raffreddato a liquido e rivisto nel suo interno per meglio adattarsi alla ruota da 16" e tirare fuori 21 cv a 7500 giri.

COME IL BEVERLY Ruote grandi con pneumatici dalle dimensioni generose, da moto, con davanti un 110/70 e dietro 140/70, come il Beverly 250, anche nella tipologia: infatti entrambi montano le Pirelli GTS. La ricerca di una grande agilità di guida si è tradotta poi in caratteristiche tecniche interessanti come il peso dichiarato in soli 156 kg e nell'interasse relativamente corto (1484 mm) che lo rendono uno scooter divertente anche fuori città.


FRENI GROSSI Il duemezzo "evo" non è tranquillo come quello montato sul Majesty, qui coppia e potenza sono maggiori e la nuova rapportatura consente al Password 250 di raggiungere oltre i 140 indicati, in scia al Beverly. Per questo l'impianto frenante è di quelli generosi, con un disco anteriore da 270 mm e un disco da 240 mm al posteriore.

IN LINEA CON LA CONCORRENZA Ma se da una parte le ruote alte portano una guida più precisa e stabile, dall'altra portano via sempre molto spazio. E difatti sotto la sella non ce n'è molto, giusto per un casco Jet, di quelli piccoli, del resto come per tutti i suoi concorrenti (escluso il Kymco People 250), però la sella è la più bassa del segmento: solo 778 mm.


PIATTA Impossibile per uno scooter del genere rinunciare alla comodità della pedana piatta e il Password si adegua ben volentieri alla tendenza. La pedana è tra l'altro piuttosto spaziosa, in grado di ospitare senza problemi la classica confezione da sei bottiglie da un litro e mezzo, però messa per il lungo per lasciare liberi i pieidi. Anche chi andrà a fare la spesa sarà quindi soddisfatto.

GIA' PRONTO Il Password è già in vendita presso i concessionari Malaguti nei colori Argento Artic metallizzato, Titanium (quello nella prova) e Nero metallizzato. Gli accessori disponibili saranno il kit parabrezza-paramani, baulone posteriore e l'antifurto elettronico.


COME VA Se l'obiettivo dei tecnici Malaguti era quello di rendere il Password 250 uno scooter accessibile a tutti, bene ci sono riusciti. Pedana piatta da "6 bottiglie", motore dall'erogazione morbida e sella a soli 778 mm da terra: la più bassa della categoria, tanto che anche sul cavalletto centrale si tocca terra con entrambi i piedi.

IL MOTORE PIACE Tre punti cardine su cui è ruotato tutto il progetto del nuovo "ruota alta" bolognese che si è rivelato più di quel che ci aspettassimo. Soprattutto il motore che anche se non "cattivo" come il Piaggio duemezzo (questo gira duemila giri più in alto) si è mostrato dolce, pronto, resistente alla fatica e anche veloce (noi abbiamo visto i 135 km/h). Il duemezzo "evo" montato sul Malaguti Password gira bene, senza incertezze in tutto l'arco di funzionamento.


PASSO IN AVANTI Meglio del Majesty ma anche dello stesso XC 300 (che in realtà è un 264 di cilindrata, quindi più grande) il Password scatta subito, brillante fino ai cinquemila, poi si siede un attimo come per sistemarsi e poi via, ritorna a spingere sempre molto lineare e dolce. Poi va anche forte (oltre i 140 dichiarati dalla Malaguti) per stare dietro al Piaggio Beverly 250.

TRASMETTE SOLIDITA' Sì è vero, anche l'XC 300 va forte uguale, ma il Password e il Beverly in più trasmettono grande stabilità e precisione di guida e questo, quando si va forte come nei curvoni di autostrade e tangenziali, significa sentirsi sicuri in sella allo scooter. Inoltre, lo scudo e il piccolo parabrezza di serie proteggono bene dall'aria, coprendo bene busto e spalle e lasciando un po' scoperta solo la parte più esterna delle gambe.


LOTTA DURA Insomma, se non lo avete capito il Beverly ha un nuovo nemico, si chiama Password ed è agguerrito come non mai. A sensazione il Piaggio riesce a trasmettere più solidità, ma nel misto il Malaguti Password 250 non è secondo a nessuno. L'avantreno è rapido nel prendere la corda e, nonostante i modelli messi a disposizione fossero dei pre-serie (quindi non tutti in perfette condizioni), la ciclistica si è mostrata in perfetta forma, ben equilibrata in tutti i suoi reparti, senza scompensi improvvisi anche quando volutamente si è forzata la mano.

CI VUOLE IL PARASOLE Non male per uno scooter che nasce per la città che però ha il difetto di una strumentazione non perfettamente leggibile (il display) quando il sole spara forte: le scritte sul display si confondono un po' e il vetro tende a riflettere fin troppo, per fortuna mai negli occhi mentre si guida.


VANNO BENE COSÌ Regolabile su ben cinque posizioni nel precarico della molla, gli ammortizzatori si sono ben comportati già alla prima "tacca" di precarico, abbastanza frenati da sopportare il peso del motore in movimento, sia i cambi di direzione rapidi tra le curve sul passo del Mottarone. Allo stesso tempo gli ammortizzatori non hanno faticato a digerire le imperfezioni dell'asfalto, il che significa che in città, tra buche e pavé, il Password potrebbe dimostrarsi migliore anche del morbidissimo Honda SH. Usiamo il condizionale perché non lo abbiamo potuto testare in città, ma sotto sotto ne siamo più che convinti, anche perché nella giornata di prova il Password è stato ben strapazzato.

FORCELLA DA RODARE Solo la forcella all'inizio non ha convinto fino in fondo per una non perfetta scorrevolezza, soprattutto nel ritorno, ma con l'andare dei chilometri l'insieme "molla-idraulica" si è piano piano assestata, migliorando il suo comportamento anche negli ingressi in curva con i freni ancora tirati (tesi avvalorata poi da uno degli uomini Malaguti che ha confermato le sensazioni di miglioramento).


Sì E NO I freni ci sono piaciuti sì, piaciuti no. La scelta dei tecnici è stata fatta tenendo conto della tipologia di scooterista a cui il Password si riferisce, per la maggiore poco esperti. E difatti entrambi i comandi tendono a mordere i dischi forte nella fase iniziale per poi avere una azione restante più morbida, la cosiddetta frenata "antipanico". Per chi però è abituato a voler tutto e subito dai freni, la sensazione è quella di una frenata "lunga", fin troppo morbida. Ma gli spazi di frenata sono più che buoni, il posteriore addirittura si fatica a farlo bloccare, una sicurezza in città sul pavé e sul bagnato.Solo i comandi che si induriscono con il tirare dopo un po' stancano le mani.

SI SCIVOLA Un po' scivolosa invece la sella, non tanto per la posizione che si viene ad assumere (perfetta, allo stesso livello di Piaggio ma anche limitati nei movimenti longitudinali) quanto per la copertura da rivedere perché tende a spingere in avanti, proprio sulla più dura, la punta: nulla di insopportabile, ma dopo un paio d'ore che si è in sella al Password qualche dolorino inizia a farsi sentire.


SELLA SOLIDA, VANO SCARSO Bene la cerniera che lega la sella alla struttura (solitamente un punto debole degli scooter in generale) mentre per chi dovesse rimanerci male per il piccolo vano sotto la sella, ricordiamo che a parte il Kymco People 250 (che è più largo e contiene un Demijet) sia il Piaggio Beverly, sia lo Scarabeo (che viene venduto di serie con il bauletto perché sotto non ha nulla!) sotto la sella non riescono a contenere più di un casco Jet, lo stesso del Password 250. Una rinuncia quasi obbligata per gli scooter compatti e con le ruote alte.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 11/05/2005
Gallery