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Prova

Piaggio Beverly Tourer 400


Avatar di Alberto Raverdino , il 22/01/09

15 anni fa - 3000 km con il tourer della Piaggio

Oltre 3.000 chilometri percorsi con l'intento di mettere sotto torchio uno degli scooter più arrembanti di casa Piaggio. Ruota alta, motore da 400cc ed una ciclistica sincera regalano un'assoluta propensione a galoppare veloce tra tangenziali, statali e chi più ne ha più ne metta. Il Piaggio Beverly Tourer 400 mette in mostra stile, personalità e prestazioni ad un prezzo pari ad euro 5.300 fc

PRATICO VANTAGGIO A quanto pare anche i più tenaci appassionati motociclisti sembrano ormai piegati alla comodità e praticità degli scooteroni. Anche chi vive la moto come un oggetto sacro ed irrinunciabile, tende sempre di più a scegliere questi "utensili" a due ruote come mezzi di trasporto nudi e crudi, giusto per correre in ufficio, passare dal supermercato, andare in centro senza preoccuparsi di parcheggio ed Ecopass, oppure infischiarsene del traffico in tangenziale. Come biasimarci? Piaggio (ma non solo) ha ben inteso questo scenario e con il Beverly Tourer 400 offre uno scooter capace anche di incontrare il favore del pubblico che possiede il tipico palato fine. A sottolineare il fatto che Beverly sia piaciuto e non poco sono i numeri di vendita: il Beverly è uno dei top 30 dell'anno con oltre 3.000 pezzi venduti in Italia, tra i 400 uno dei migliori.

OK COMFORT Solo il fatto di posare lo sguardo sul doppio sellone lascia presagire comodità da business class. Un sospetto che trova conferma nei fatti visto in sella ci si trova subito a proprio agio. Anche dopo diversi chilometri l'affaticamento del (proprio) posteriore è del tutto limitato e gli eventuali passeggeri non avranno di che lamentarsi, grazie anche al doppio ammortizzatore posteriore dalla taratura piuttosto morbida. Il manubrio cade tra le mani senza brutte sorprese mentre i piedi si trovano in una posizione precisa, ben definita dal canale centrale, forse troppo per chi decidesse cambiarla per sgranchirsi le gambe quando i chilometri percorsi superano le due cifre.

STRUMENTI DI SERVIZIO In fatto di praticità occorre rilevare che la scelta di posizionare la leva di apertura dello sportello del serbatoio della benzina all?finterno del cassetto posto nel retro dello scudo, sembra un po' infelice. Per fare benzina occorre: prima aprire il cassetto portaoggetti (tramite il blocchetto d'accensione), poi tirare la leva destinata all'apertura dello sportello ed infine svitare il tappo e procedere al rifornimento del carburante; insomma, c'è almeno un passaggio di troppo. Fortunatamente per aprire la sella è invece sufficiente esercitare un pressione sul pulsante dedicato, et voilà! Questa può arrivare a contenere un paio di caschetti Jet, ma di piccole dimensioni, per tutti gli altri capoccioni Beverly è dotato di un gancio sotto chiave posto lateralmente al portapacchi posteriore.

FASHION VICTIMS Questo Beverly tiene conto degli sguardi che gli si posano addosso. La nuova calandra, il fanalone anteriore, gli inserti cromati, il fanale posteriore in stile tuning e il gommone posteriore da ben 150, regalano a questa versione un look molto personale, per nulla banale. Naturalmente molto dipende da ciò che contraddistingue questa generazione di Beverly, primo su tutti quel fanale anteriore dalla forma leggermente allungata e posto in posizione rialzata rispetto all'insieme dello scooter. Piuttosto piacevole anche il cruscotto anche se l'orologio digitale che arricchisce la dotazione, pur essendo sempre ben leggibile in ogni condizione di luce, sembra un po' vecchiotto, superato e per nulla retrò.

VELOCISTA CONVINTO Il propulsore che spinge il Turer 400ie offre caratteristiche vincenti sotto diversi aspetti ma grazie (o per colpa) ad un paio di fattori contingenti, non mancano alcune critiche. La caratteristica migliore che il monocilindrico sa esprimere è senza ombra di dubbio l'allungo. Diciamo che dai 60-70 Km/h il motore "frulla" con convinzione e autorevolezza e lo scooter accelera con una gustosa progressione fino a velocità che, di strumento, superano la soglia dei 160Km/h. Un bel viaggiare, non c'è che dire.

MA SENZA SCATTO Ciò che lascia un po' l'amaro in bocca è lo stacco da fermi. La classica situazione in cui ci si trova al semaforo, schierati insieme ad un branco di lupi impazienti di vedere il semaforo diventare verde,il Beverly 400 fallisce inesorabilmente la "missione Dragste". L?faccelerazione risulta infatti molto poco incisiva soprattutto nei primi 30/40 metri, tanto che non è difficile trovarsi al fianco di scooter dotati di una cilindrata anche inferiore capaci però di "bagnarti il naso" con una certa facilità.

HIME', PESO Nonostante i 190 kg siano ottimamente distribuiti e sembrano incapaci di ostacolare l?fazione del pilota ad ogni gimcana, si fanno sentire inesorabili in accelerazione. Ok, è vero, il mercato dell'aftermarket ha da tempo sdoganato anche per scooter di media e grossa cilindrata variatori dalle caratteristiche sportive, e non sarà difficile trovare qualche aggeggio in grado di esaltarne la cavalleria fin dai primi metri, ma è anche vero che non tutti si sentono predisposti a questo genere di interventi tecnici. Peccato. A perdonare un po?f il tutto pensa invece l'attacco della frizione davvero perfetto, morbido, preciso e puntuale ad ogni richiamo del gas e anche dopo un uso intenso; una qualità non poi così scontata e comune.

COME UN ARATRO Una buona ciclistica nasce naturalmente dall'equilibrio degli elementi che la compongono, dalla distribuzione dei pesi e dalla capacità di infondere feeling a chi decide di addomesticarla. Ed è proprio in questo comparto che Beverly mette in mostra la migliore qualità, ovvero fa quello che gli si chiede. È possibile strapazzarlo in frenata, violentarlo in curva e lui non si lamenta mai. Solo qualche accenno di ondeggiamento quando si intende farlo correre a più non posso lungo curve veloci, ma nulla di più. Sullo stretto sarebbe perfetto con un po' di peso in più sulla ruota anteriore, ma per il resto nulla da dire; promosso.

SE POSSO, PRECARICO In coppia occorrerebbe precaricare le molle del doppio ammortizzatore posteriore, altrimenti sarà molto probabile limare in curva il cavalletto centrale. A questo proposito occorre rilevare che l'operazione che di per se sarebbe estremamente banale, è invece piuttosto impervia. Chi vi scrive ci ha provato e per colpa della posizione degli ammortizzatori "incastrati" tra terminale da un lato e scatola filtro dall'altro, ha mestamente rinunciato.

COMPAGNO D'AVVENTURE Tourer 400ie non mente. Si propone come uno scooter da fuori porta, capace di assecondare con discreto profitto la vita strettamente urbana e con voti eccellenti quella fatta di trasferimenti più importanti, magari lungolago o in riviera. Il motore spinge e allunga senza timori reverenziali, la ciclistica è sana ed efficace e stile ed originalità estetica non mancano. Per migliorare ancora avrebbe bisogno di un pizzico di brio in più in fase di accelerazione e, perché no, una maggiore capacità di carico. Al primo "problema" è facile ovviare, basta rivolgere le proprie attenzioni verso il 500 (che però costa molto di più di assicurazione e non si guida a 18 anni), per il secondo occorre rivolgersi ad un buon costruttore di bauletti.


Pubblicato da Alberto Raverdino, 22/01/2009
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