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Peugeot Citystar125i


Avatar di Luca Cereda , il 14/04/11

13 anni fa - Su strada con lo scooter Peugeot GT di taglia media

Dopo l'uscita di scena dell'Elystar, torna lo scooter GT compatto del Leone. Il Peugeot Citystar punta sul comfort e permette di scegliere tra due varianti di cilindrata: 125 e 200 cc.

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TAGLIA MEDIA La via di mezzo era quella che mancava in Peugeot dopo l’uscita di listino dell’Elystar. Ora è tornata. Si chiama Peugeot Citystar, ed è il nuovo scooter compatto (199x75 cm) GT di Peugeot. Sella larga e comodosa, stiva abbondante, ruota bassa e una taglia in meno (-17 cm) rispetto al Satelis, per rendere l’impatto meno traumatico ai neo-scooteristi restando, tuttavia, più versatile e prestazionale dei vari SumUP e Vivacity. Sul difficile (soprattutto in Italia) mercato dei GT compatti, il Citystar debutta con due motorizzazioni fatte in casa, da 125 e 200 cc.

LARGHE INTESE La battaglia è coi vari Blog, Dink, e in parte anche col PCX. Per ritagliarsi una propria schiera di adepti il Peugeot Citystar punta su un look da larghe intese, che non fa girare la testa ma che non rischia nemmeno di passare di moda in fretta. E, soprattutto, può calzare indifferentemente a un pubblico più giovane o più maturo, anche se è soprattutto al secondo che il Peugeot Citystar si rivolge. Osare di più nello stile gli avrebbe però dato quel qualcosa in più nel colpo d’occhio che, forse, per questo genere di scooter fa la differenza se il prezzo non è troppo aggressivo.

PIU’ SPORTIVO Il design si può considerare un’evoluzione di quello dell’Elystar. La coda rimane tondeggiante, lo scudo massiccio (ora un po’ più largo nella parte alta), confermata pure la pedana piatta; le principali differenze estetiche tra il Citystar e il suo predecessore le fanno il layout dello scudo, vivacizzato da gruppi ottici più taglienti e una griglia rivisitata, il profilo della sella (in cui il supporto lombare non sembra più appiccicato col Bostik, ma fa tutt’uno con il resto della seduta) e gli specchietti più semplici. Il cruscotto digitale a tre cerchi ammicca al genere quattro-ruote, impreziosito da finiture in cromo satinato e retroilluminazione blu.

LFE Come motori monta indifferentemente un monocilindrico 4T da 125 cc, per restare prevalentemente in ambito urbano, o un 200 cc per concedersi qualche licenza in più e un utilizzo più versatile. Entrambi sono realizzati dalla Peugeot in Alsazia ed inaugurano una nuova generazione di propulsori a bassa frizione (Low Friction Efficiency). I vantaggi di tecnologia si traducono soprattutto in una minore dispersione di efficienza e consumi più contenuti (-20% sul predecessore da 125 cc), oltre a una riduzione del rumore.

125 E 200 Il primo è uno sviluppo della versione quarto di litro in dote al Satelis, rispetto al quale mantiene solo il carter; come velocità massima può raggiungere i 113 km/h e promette consumi francescani (3,5 litri ogni 100 km). Il 200 cc eroga invece una potenza massima di 19 cv a 8500 giri, offrendo una coppia (17Nm) del 30% superiore al 125i. Sia il 200 cc sia il 125cc sono raffreddati a liquido e omologati Euro 3 in termini di emissioni, che per il più piccolo dei due motori si fermano 65 g/km di CO2 (tre in meno del 200 cc).

DOPPIO DISCO Quanto alla ciclistica, la dotazione è in linea con il posizionamento dello scooter. Nel reparto freni si può contare su un doppio disco: da 240 mm l’anteriore e da 210 il posteriore. Le sospensioni sono invece una forcella telescopica da 37 mm e due ammortizzatori idraulici regolabili in cinque posizioni. Nella dotazione di serie del Citystar sono previsti il doppio cavalletto, un parabrezza fumé e i poggiapiedi estraibili per il passeggero, mentre le ruote da 13’’ calzano Michelin Pilot SC.  

ABS IN VISTA Esiste in quattro varianti cromatiche: blu, per noi la più bella; nera, sicuramente quella per tutte le stagioni; grigio-alluminio, unisex, e avana, per chi volesse osare. Il prezzo d’attacco è di 3.250 euro (per la versione da 125 cc), ma con soli 140 euro in più (3.390) si porta a casa la cilindrata maggiore, ad un prezzo interessante perché riduce la forbice con i concorrenti più economici. Sviluppi futuri? Nel 2012 arriverà l’ABS.

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SELLA BASSA Non è proprio un fuscello, te ne accorgi da subito. Un po’ per la sagoma pacioccona, soprattutto della coda, un po’ perché tirare su e giù dal cavalletto centrale i suoi 155 chili richiede un braccio allenato. Sconsigliato alle signore? Diciamo che per loro il peso può essere un handicap, ma altre soluzioni aiutano a non fare troppi sforzi, vedi la sella a quota 78 cm (non esattamente l’Everest) e l’opzione del cavalletto laterale. Ovvio, però, che il Citystar rimane uno scooter pensato specialmente per i maschietti.

STATE COMODI Oltre che bassa la sella risulta anche piuttosto comoda, sia nell’uso singolo sia nell’uso "matrimoniale". Sotto, girata la chiave, si apre una stiva che può ospitare un casco integrale e un demi-jet. Posta al punto giusto, la sella predispone anche a una posizione di guida ottimale, favorendo una postura naturale delle braccia e delle gambe. Il raggio di sterzo abbastanza contenuto del Citystar aiuta invece a districarsi nelle prime manovre di ambientamento prima di intraprendere la via del test.

CUPOLINO AMICO La location della prova è St.Tropez, e il primo impatto è con il vento che soffia dal mare, nel tratto di prova sul lungomare. Qualche refolo un po’ violento fa vibrare un po’ lo scooter, ma non possiamo fargliene una colpa più di tanto, dato che si tratta di condizioni molto particolari. Nel proseguo del test infatti, al riparo da Eolo, la stabilità del Citystar generalmente non tradisce, anche a velocità sostenute: semmai si può dire che la protezione offerta dal cupolino al viso ci soddisfa un po’ di più di quella che lo scudo riserva alle gambe.

PRENDITELA MORBIDA In movimento i 155 chili del Citystar si portano più agevolmente del previsto: perché ben distribuiti e, in certi frangenti, alleggeriti dall’aiuto dello sterzo nelle curve più strette. Una mano la dà anche la dimensione compatta dell’interasse (143 cm), per quanto comunque, rispetto all’Elystar, l’attuale erede abbia una silhouette meno raccolta. E Oltre a non far sentire troppo la sua mole, bada al comfort del pilota offrendo un settaggio delle sospensioni tendente al morbido, che non fa patire troppo i terreni sconnessi e invita a una guida rilassata più che sportiva.

SCOOTER DI POLSO Guidare in relax implica anche un rapporto più facile con la frenata, che all’anteriore ha parecchio mordente. Non avendo ancora introdotto l’ABS, evidentemente i progettisti del Leone hanno preferito abbondare, optando così per una frenata anteriore potente. Il che è piuttosto rassicurante quando ci si muove nel traffico, dove il rischio di frenata last-second è dietro l’angolo; un po’ meno quando si ha bisogno solamente di pizzicare appena  la leva per frenare dolcemente e invece, di tutta risposta, lo scooter si stoppa immediatamente. Una maggiore modulabilità non farebbe male.

SENZA STRAPP Il motore 125 ha un più che discreto livello di potenza per la categoria (13,5 cv), ed è capace di spingere il Citystar fino a velocità di punta più che lusinghiere per la categoria. Nell’utilizzo normale, il pregio di questo propulsore sta soprattutto in una salita di regime molto regolare e senza strappi, con l’acceleratore che risponde sempre in maniera piuttosto dolce alle sollecitazioni. E la sua voce non schiamazza mai oltre il dovuto.  

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Pubblicato da Luca cereda, 14/04/2011
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