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Test Drive

Yamaha XC 300


Avatar Redazionale , il 05/05/05

18 anni fa - Ruota media antitraffico.

Dopo un inizio stentato le vendite dello Sport Utility Scooter di casa Yamaha sono partite alla grande, grazie anche al riposizionamento del prezzo. Uno scooter valido, adatto per farci un po' di tutto. Bel motore e guida piacevole, ma potrebbe proteggere meglio le gambe.


DESTINO BEFFARDO Cosa è, uno scherzo? Per una volta che mi tocca la prova di mezzo a due ruote anziché quella di un'auto cosa c'è scritto sulla fiancatina? "Sport Utility"! Per quanto seguite da "Scooter", le due paroline hanno un po' il sapore della persecuzione. Eppure, a onor del vero, dopo tanti giorni passati in compagnia dell'XC 300, devo riconosce che a pochi altri mezzi la definizione calza altrettanto bene.

A MODO SUO E' da un bel po' di tempo che questo Yamaha mi incuriosisce. Felice possessore di un Majesty 250 della prima generazione, ho sempre guardato con curiosità mista a un po' di sospetto le forme geometriche di questo scooter spilungone. Un leggero restyling (più che altro per correggere il tiro su alcune limiti evidenziati dalla prima versione come sospensioni molto rigide e sella altissima) non ha stravolto il progetto originario. Basta uno sguardo per capire che l'XC svolge il tema del commuter in modo personale, di gran lunga più corto e alto della media dei sui rivali. Una scelta, questa, che lo caratterizza sotto ogni punto di vista, sin dal primo contatto.


CON LE ROTELLE Anche ora che la sella è stata abbassata, per mettere comodamente a terra i piedi è necessario essere di coscia lunga. Mia moglie, che arriva a un metro e settanta solo se pettinata come Napo Orso Capo, lo avrebbe guidato volentieri... con le rotelle. Una volta in movimento, la posizione rialzata, comunque, non mette a disagio più di tanto, perché il bilanciamento è ottimo e anche a velocità ridotta si riesce a manovrare con disinvoltura.

COME UNA MOTO Oltre che rialzato, l'assetto di guida è molto seduto, una cosa che fa sempre piacere a chi si è convertito allo scooter avendo però sempre nel cuore le moto "vere" e che permette un ottimo controllo in ogni situazione. Un'altra similitudine con le moto viene dal fatto che l'XC 300 non offre grandi possibilità di cambiare posizione alle gambe, visto che nella parte anteriore la pedana piega decisa all'insù, impedendo di appoggiarvici comodamente i piedi.


TRANQUILLI E ASCIUTTI D'altronde, con lo scudo così verticale, una simile cosa si poteva mettere in preventivo, assieme un po' di vortici nella zona delle gambe. Una vera benedizione, d'estate, ma tali da consigliare, in inverno, il montaggio di una copertina in stile nonna davanti al camino. Sorprendente è invece la protezione assicurata in caso di pioggia. Tanto le gambe quanto il busto sono al riparo e in velocità il parabrezza indirizza un flusso d'aria proprio nella zona della visiera, facendo scivolare via tutte le goccioline. Al parabrezza conviene invece stare attenti quando si sale o si scende da un gradino o quando si guida su fondi molto sconnessi. La sua forma lo pone infatti molto vicino alla testa e può capitare di sbatterci contro con il casco.


DIGERISCE TUTTO Le sospensioni, in fondo, invogliano fare divagazioni fuori dalla retta via: digeriscono di tutto, neanche avessero dentro gli ammortizzatori il Fernet al posto dell'olio e consentono di dare un senso compiuto alla definizione di Sport Utility Scooter. Hanno una taratura bella sostenuta e non vanno in crisi nemmeno con le botte più dure. Al limite, a dare più grattacapi sono i piccoli colpi in rapida successione come sul pavé, ma da qui a parlare di vero e proprio difetto ce ne passa. Buono è pure il comportamento sul misto, dove si riescono a disegnare traiettorie abbastanza precise.


ERA LUNGO COSI' Anche il motore dà il suo bravo contributo a fare dell'XC 300 uno scooter tuttofare. Spalancando il gas attacca a spingere senza esitazioni e, con una buona progressione, dimostrra che la manciata di centimetri cubici che lo separa dallo stuolo dei duemmezzo non è messa lì in modo del tutto casuale. Attenzione però a non dare troppo credito a quanto indica il tachimetro. Lo strumento pare afflitto dalla "sindrome del pescatore" e tende a spararla grossa sulle proprie prestazioni: va bene tutto ma i 155 km/h visti dopo un'energica mungitura del gas paiono decisamente troppi... Fosse anche vera questa velocità, i freni, senza alcun sistema integrale come piace a Yamaha, sarebbero comunque all'altezza della situazione. Entrambe le leve sono morbide da tirare e danno proprio un bel feeling e le pinze assicurano un gran mordente, al punto che strizzando quella di sinistra può succedere di bloccare la ruota posteriore.


NON E' DA SOMA A limitare un po' la versatilità dell'XC ci si mette però la ridotta capacità del vano sottosella. Intendiamoci, caschetto e antipioggia ci stanno, ma un computer portatile da 15,4" proprio no. E non è che gli scomparti dietro lo scudo riescano a dare un grande contributo: accolgono solo oggetti di dimensioni medio-piccole. Per fare dell'XC 300 uno piccolo sherpa non resta insomma che il classico bauletto.


Pubblicato da Paolo Sardi, 05/05/2005
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