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Prova

SYM Symphony 151


Avatar Redazionale , il 18/05/10

13 anni fa - E' economico ma fatto come si deve. Ecco perché, se avete bisogno anche di andar fuori città, il nuovo Sym Symphony S 151 potrebbe essere il mezzo adatto a voi.

E' economico ma fatto come si deve. Ecco perché, se avete bisogno anche di andar fuori città, il nuovo Sym Symphony S 151 potrebbe essere il mezzo adatto a voi.

FATICHE CINESI Va bene il prodotto low-cost, ma il cliente italiano, si sa, è esigente e non si sentirebbe assolutamente a suo agio a farsi vedere in giro su un veicolo dichiaratamente economico, cioè fatto al risparmio. Questo è evidente non solo guardando alla fatica che fanno i prodotti smaccatamente cinesi a "sfondare" sul nostro mercato, ma anche a quali prodotti il pubblico italiano ha deciso di premiare negli ultimi anni.

NEW DEAL ASIATICO
Tolti il best seller giapponese e i prodotti "campanilisti" il new deal scooteristico parla taiwanese, ed è proprio dall'isolotto asiatico che arrivano alcuni dei modelli più vivaci venduti sul nostro mercato, come il nuovo Sym Symphony S 151 che, lanciato solo in questa stagione, è già quarantesimo nelle classifiche dell'immatricolato.

DENTRO I CANONI
Le caratteristiche di questo scooter non escono dai canoni prestabiliti per avere successo alle nostre latitudini, per cui non stupiscono le ruote da 16", né la linea elegante, con un numero sufficiente di citazioni estetiche in grado di renderlo apprezzabile da subito, senza il bisogno di andare a cercare caratterizzazioni forti che, alla lunga, potrebbero anche stufare.

TUTT'E COSE A POSTO Tuttavia, il Symphony S 151 trova altre strade per farsi apprezzare, come per esempio una dotazione molto completa in relazione al prezzo. A cominciare da una bella strumentazione dotata di un ampio display digitale, per proseguire con una buona dotazione di vani per riporre piccoli oggetti o un vano sottosella sufficiente per un casco demi-jet con visiera, nonostante le ruote da 16" e il serbatoio benzina lì vicino.

ANTIFUR...BO Sarà che il serbatoio stesso è da soli 5,5 litri, per cui poco ingombrante, sta di fatto che il vano è profondo e al suo interno si trova anche il classico - per Sym - e furbo antifurto elettrico di serie, oltre allo spazio per documenti e (risicatissima) trousse d'attrezzi. La praticità continua spostandoci nella zona davanti alle gambe di chi guida, dove si trova il comodo gancio porta borse a scomparsa. Da segnalare, infine, il blocchetto elettrico che apre anche la sella, azione possibile anche dal comando fari a sinistra sul manubrio, che tuttavia si "ruba" così il comando per il passing.

FRENI E GOMMA LARGA
Poco male, anche perché l'ergonomia del tasto stesso permette di "fare i fari" comodamente anche solo commutando da anabbaglianti ad abbaglianti. In definitiva, perciò, una dotazione di tutto rispetto, cui fa da contorno una meccanica adeguata al prezzo e alla destinazione di questo scooter urbano ma non solo e in qualche caso pure sovrabbondante: basti pensare al doppio freno a disco di serie o alla ruota posteriore "maggiorata" (da 110/70) rispetto ai Symphony 50 e 125.

POTENZA ALLINEATA Il motore è un monocilindrico di 151 cc, raffreddato ad aria ed accreditato di 7,7 kW a 7.500 giri e 9,8 Nm a 6.000 giri. Si tratta di prestazioni allineate al concorrente più agguerrito Kymco Agility 150, e sufficienti in assoluto, se si considera che il Symphony S 151 pesa solo 106 kg a secco. In definitiva, perciò, questo Sym ha poco o nulla da invidiare a chi lo vorrebbe relegare al ruolo di scooter "economico" e basta. In realtà appare invece come una proposta veramente "furba", che mette in secondo piano estetica e belletto per offrire sostanza a un prezzo tale da farci ben più del classico pensierino: 1.849,00 euro.
LUNGO E ABITABILE Lungo poco meno di due metri (1.950 mm) e soprattutto molto stretto, il Symphony S 151 offre un'abitabiità buona per un conducente di statura media, ma leggermente sacrificata per i più alti. In compenso, la sella è molto sviluppata in senso longitudinale e ospita senza problemi il passeggero, che tuttavia dovrà tenere i piedi si pedane retrattili comode, ma sporgenti dalla sagoma del veicolo.

MANUBRIO STRETTO
D'altro canto, appena saliti in sella si capisce subito che questo Sym è stato progettato per infilarsi nei pertugi del traffico e lo si nota soprattutto dalla dimensione trasversale del manubrio, a sensazione un po' sotto la media del settore. Ci si trova, perciò a guidare a spalle strette, ma ci si fa presto l'abitudine e si finisce per apprezzare la sensazione che il Symphony offre di compattezza e agilità.

TOCCA IL PIEDONE
Fa un po' da contrasto, in questo senso, la sella leggermente alta da terra (79 cm dichiarati, ma sembrano di più), che potrebbe dare qualche problema ai brevilinei. Nulla di grave, anche in questo caso, mentre da un po' più fastidio la pedana leggermente corta per chi ha il piedone over 44, anche se Sym ce l'ha messa tutta per "scaricare" lo scudo frontale al fine di guadagnare spazio per le estremità europee.

DOTI INASPETTATE Lo stesso impegno Sym l'ha profuso per dare al Symphony prestazioni adeguate al suo ruolo. Il motore, per esempio, gira sornione e sembra prendere lentamente i giri, ma in realtà offre doti di accelerazioni paragonabili a un buon 125 raffreddato a liquido. Perlomeno rispetto al "fratello" maggiore HD 125 (anche se era col vestito Peugeot...) che in un'occasione abbiamo affiancato nella classica prova da semaforo a semaforo.

SI FERMA (QUASI) A 100 Dove il Symphony rimane indietro, rispetto agli scooter dotati di motori più raffinati, è nella punta massima, che a stento si avvicina ai 100 orari indicati, pur considerando che l'esemplare in prova aveva pochissimi chilometri all'attivo. Ciò non toglie che, nell'uso cittadino, la progressione appaia adeguata alle necessità, anche perché la trasmissione sembra privilegiare lo spunto fino ai 60/70 km/h, per poi distendersi con più calma.

NON SI REGOLA E' apprezzabile anche la rumorosità contenuta di questo motore, cui si somma il buon comfort offerto dalle sospensioni. La forcella è sufficientemente controllata, mentre la coppia di ammortizzatori posteriori è tarata abbastanza morbida e non è regolabile. Ne guadagnano la capacità di copiare gli orrori delle strade cittadine e la rotondità di guida. La gomma anteriore molto stretta (90/80), invece, richiede un minimo di conoscenza per potercisi fidare, anche perché le coperture di primo equipaggiamento hanno mostrato qualche limite in termini di feeling, soprattutto sul bagnato.

IMPIANTO DA RODARE
Forse anche per questo la frenata appare leggermente sovrabbondante al posteriore, che blocca facilmente, mentre è più modulabile all'anteriore, dove la leva va ben strizzata. Anche in questo caso, però, mancava sul nostro mezzo un periodo adeguato di accoppiamento fra dischi e pastiglie, quindi è possibile che le cose migliorino con il tempo. In alternativa, si possono sicuramente trovare in commercio pastiglie meno aggressive.


Pubblicato da Michele Losito, 18/05/2010
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