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Prova su strada

Nuova Kawasaki Z650: prova, prezzo, caratteristiche. Guarda il video


Avatar di Andrea  Rapelli , il 10/01/17

7 anni fa - La famiglia Z si allarga con la Kawasaki Z650, che sostituisce la ER-6n

Facile e pure divertente, la Kawasaki Z650 è dimagrita rispetto al passato ma è sempre perfetta come prima moto. E non solo...

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Z FAMILY Era il 1977 quando uscì la Kawasaki Z650, che reiventò la classe delle seiemmezzo. Adesso, dopo quarant'anni, la famiglia Z s'ingrandisce con la nuova Kawasaki Z650, che va a sostituire la ER-6n. Puntando soprattutto sulla leggerezza.

MISTER LEGGEREZZA Già, perché il nuovo telaio a traliccio – ispirato a quello della Ninja H2 – che sfrutta il motore come elemento portante pesa solo 15 kg, ben 10 in meno rispetto alla ER-6n. Il nuovo forcellone, 4,8 kg di acciaio, dimagrisce di 2,7 kg. Il serbatoio perde un litro, da 16 a 15. In totale, la nuova Z650 fa segnare 187 kg in ordine di marcia, contro i 206 della nonna.

SNELLA Non è difficile notarlo, nemmeno da fermi. Gli uomini Kawasaki ce le hanno messe in fila, una di fianco all'altra. Basta uno sguardo: la vecchia ER-6n è più massiccia, ha il girovita più importante, dà l'idea di essere una moto più grande. La nuova Z650, invece, appare snella, con un vitino da vespa. Sembra quasi una cilindrata inferiore, sulle prime.

SELLA BASSA Questione di un attimo, poi ci fai l'occhio. La sella si abbassa da 805 a 790 mm e spostare la Z650 da ferma è davvero un gioco alla prova di neofita (e ragazza). Al contempo, la seduta riservata al passeggero si restringe e spariscono le maniglie laterali. Che lasciano il posto ad attacchi per eventuali borsette morbide.

MENO CV, PIU' COPPIA A scendere è anche la potenza del bicilindrico parallelo da 649 cc, ora in regola con l'Euro 4. Sviluppa 68 cavalli a 8.000 giri, quattro in meno rispetto alla ER-6n. Ma ci guadagna in coppia, con 65,7 Nm a 6.500 giri, vale a dire 1,7 Nm in più e a 500 giri più in basso.

OCCHIO AI BASSI In questo senso – migliorare la risposta ai regimi medio-bassi – vanno anche i corpi farfallati, adesso di 36 mm di diametro contro i precedenti 38, e i cornetti di aspirazione, ridisegnati. Sulla carta tutto questo porta ad un consumo dichiarato, nel ciclo WMTC, pari a 23,4 km/litro. Della partita è anche una frizione antisaltellamento e servoassistita, oltre ad una leva del cambio con leveraggio diverso.

LINK AL MONO Le sospensioni sono state riviste nelle tarature e non solo: la forcella, di tipo tradizionale e non regolabile, ha steli da 41 mm di diametro mentre il nuovo mono denominato Horizontal Back Link, regolabile nel precarico, ha ammortizzatore e leveraggio posti sopra il forcellone, per accentrare le masse. L'avancorsa scende da 110 a 100 mm, mentre l'angolo del cannotto è a 24°.

TI DEVO UNA PINZA (NUOVA) Capitolo freni: la Kawasaki Z650 si affida a due dischi a margherita da 300 mm davanti e ad un disco singolo da 220 mm dietro, entrambi con nuove pinze Nissin. A vigilare su eventuali bloccaggi indesiderati c'è poi un ABS Bosch 9.1M.

PREZZI Una moto per tutti, la Kawasaki Z650, anche nel prezzo: 6.790 euro liscia, 8.190 euro in versione Performance con scarico Akrapovic, cupolino fumè, sellino monoposto, protezione adesiva serbatoio. I colori? Fra bianco, nero e grigio, meglio decisamente il primo, con telaio verniciato in verde. Adesso però leggetevi la prova, cliccate sul Come Va qui sotto.

TOCCARE E' FACILE Il primo approccio da fermo spiazza un po', se sei appena sceso dalla ER-6n. Perché la nuova Kawasaki Z650 ti colpisce con pedane un poco avanzate, un manubrio strettino e vicino al busto e una triangolazione non proprio da spilungoni. Se non altro tutti toccano terra con facilità. Volendo, c'è la sella più alta (+3,5 cm). Bello poi, che ci siano leve freno e frizione – con comando a cavo – regolabili. Le finiture? Adeguate al prezzo e al mezzo: non ci si può lamentare.

CONTAGIRI DIGITALE Il quadro strumenti ha la lancetta del contagiri digitale, che lavora su una scala di numeri reale. Non male la quantità di informazioni - temperatura motore, livello benzina, autonomia – mentre la leggibilità, a voler essere pignoli, potrebbe essere un poco migliore, almeno nelle ore diurne.

AMICI DA SEMPRE Il bicilindrico non ha una timbrica particolarmente seducente al minimo. Zero vibrazioni, o quasi, e questo è un bene. I primi metri sono di conoscenza, come sempre, ma con questa Z650 sembra di essere amici da sempre. Leggera, facile, nel traffico la maneggi come fosse una bici. La moto perfetta per imparare (c'è anche la versione depotenziata, of course): I 19 kg in meno rispetto al passato si sentono tutti. Peccato solo per un leggero effetto on-off, che provoca qualche strappo quando si ritorna sul gas a bassa velocità. Roba a cui fai presto l'abitudine.

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SOUND INCAROGNITO Il bicilindrico si dimostra gagliardo: forse qualche concorrente fa meglio quanto a verve su tutto l'arco di giri – vedi Yamaha MT-07, giusto per dirne una – ma i medi sono robusti. Dai 6.000 in su la spinta si stempera a poco a poco, fino a circa 9.000 indicati. L'allungo forse non strappa applausi ma soddisfa eccome, così come il sound, che s'incarognisce quasi come sulle Z più grandi.

CAMBIA BENE I quattro cavalli in meno? All'atto pratico la differenza è quasi impercettibile. Si possono tenere i 130 km/h – circa 6.000 giri – in souplesse, ma si può viaggiare anche a velocità ben superiori senza che il due cilindri di Akashi si senta chiaramente a corto di fiato. Frizione e cambio non mi hanno deluso: morbida e modulabile la prima, preciso e non troppo lungo il secondo.

FIDATEVI La Kawasaki Z650 è la moto giusta per imparare anche sulle curve. Perché non scende fulminea in piega, non scarta, non impensierisce con reazioni brusche. Piuttosto, vanta una percorrenza da naked di stirpe, unità ad una bella stabilità sul veloce. Facile affidarsi all'anteriore – nonostante un manubrio non proprio votato alla prestazione pura – si riesce a sentire sempre bene tutto ciò che il davanti ha da dire e quanta aderenza ha il Dunlop D208 R in misura 120/70-17. Dietro, invece, c'è il solito 160/60-17.

FORCELLA BELLA Piace la forcella, che affonda il giusto per inserirsi bene in curva, ma poi si fa più sostenuta. E il monoammortizzatore, con il nuovo leveraggio che lavora bene, mostrando il fianco solo quando il ritmo diventa quello dei giri tirati alle qualifiche. Ultima nota per i freni: ottimo il mordente offerto dall'anteriore, di potenza ce n'è d'avanzo. Peccato per una leva fin troppo pronta e sensibile nell'attacco, che sporca un po' la precisione di guida.

OK IL PREZZO E' GIUSTO A conti fatti, questa Kawa dimostra di avere ben più di qualche frammento del dna Z. Pur non potendo contare su un motore da urlo o una ciclistica iper-raffinata, con sospensioni all'ultimo grido, diverte e dà un certo gusto fra le curve. Facendovi imparare, nel frattempo, lo splendido gioco del motociclismo. Francamente, a 6.790 euro non mi pare una cosa da poco...

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Pubblicato da Andrea Rapelli, 10/01/2017
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