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Moto Guzzi Bellagio Aquila Nera


Avatar Redazionale , il 23/03/10

14 anni fa - Questa custom sinora non ha sfondato come avrebbe meritato. Ora torna sotto i riflettori con un abito scuro, grintoso ed elegante, e con una sella che aiuta anche chi non ha zampe da fenicottero. Peccato che il prezzo resti ancora un po' salato...

Questa custom sinora non ha sfondato come avrebbe meritato. Ora torna sotto i riflettori con un abito scuro, grintoso ed elegante, e con una sella che aiuta anche chi non ha zampe da fenicottero. Peccato che il prezzo resti ancora un po' salato...



ABITO SCURO Anche se può sembrare una contraddizione di termini, la Bellagio scommette sul nero per avere un futuro più rosa. Il model year 2010 ha infatti come cuore della gamma una nuova versione chiamata Aquila Nera, che unisce sotto le sue ali spiegate la finitura scura satinata tipica anche delle Bellagio prima maniera alla sella biposto e all'assetto leggermente ribassato che caratterizzano invece l'allestimento Luxury. La speranza è che la nuova combinazione d'ingredienti renda la ricetta più "appetitosa" per la clientela.

COLPO IN CANNA Se infatti sinora c'è un aggettivo che meglio di altri fotografa la Moto Guzzi Bellagio e la sua storia, questo è probabilmente "incompresa". Da quando è stata lanciata nel 2007, la più recente tra le custom di Mandello del Lario è stata venduta a malapena in un migliaio di pezzi. Sono tutto sommato pochini, in senso assoluto e, a maggior ragione, alla luce delle molte qualità della moto. Se a questa Guzzi è rimasto un po' il colpo in canna è per una serie di concause. In primis, la stessa Casa ha preferito spingere più altri modelli da un punto di vista mediatico, lasciando la Bellagio un po' lontana dalle luci della ribalta.


TROPPA GRAZIA In seconda battuta pare che, tra gli acquirenti di custom e cruiser, pochi sappiano apprezzare davvero i plus della moto di Mandello, che non è seconda a nessuna rivale quanto a dotazione ciclistica. Forcella regolabile da 45 mm, monoammortizzatore con articolazione progressiva e a sua volta regolabile attraverso una pratica manopola e monobraccio con sistema CARC (cardano reattivo compatto) compongono un quadro invidiabile, completato da freni a disco da 320 mm lavorati da pinze Brembo. Con una simile componentistica il prezzo è normale che lieviti fino a 10.760 euro, in concorrenza spietata con quotate rivali del Sol Levante e, soprattutto, a stelle e strisce.

PICCOLI NEI A ben vedere c'è ancora un po' troppa plastica là dove ci si aspetterebbe di trovare metallo, come a livello dei parafanghi, delle cornici del faro e della strumentazione ma nel complesso la Bellagio Aquila Nera appaga tanto la vista quanto il tatto. Tra l'altro, con questa versione, come si accennava al'inizio, anche le terga hanno la loro parte. La sella biposto è meglio conformata rispetto a quella della primissima serie ed è più sciancrata lungo i fianchi, per permettere a chiunque di poggiare saldamente i piedi per terra nel traffico cittadino.

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GIROTONDO Come per ogni rapace, anche per l'Aquila Nera l'habitat naturale resta però fuori dai centri abitati. Complice una posizione di guida insolitamente sportiva per una cruiser, che vede le pedane centrate, se non quasi arretrate, e il busto leggermente piegato in avanti, la Bellagio capitalizza nel misto le scelte fatte dai telaisti a livello di quote e di componenti. Con un cannotto inclinato di 28° e 1.570 mm a separare la ruota anteriore da 120/70-18 e quella posteriore da 180/55-17, questa Guzzi disegna le traiettorie con precisione sempre sorprendente. La tenuta è elevata e si è liberi di forzare il ritmo senza che si manifestino fastidiose oscillazioni e senza che le pedane inizino troppo presto ad arare l'asfalto. La seduta più bassa facilita il controllo e rende la Bellagio ancor più manovrabile.

CUORE GENEROSO Dal motore arrivano solo belle conferme. Il tradizionale V2 si dimostra in configurazione 940 più in palla che mai. Si avvia lesto, vibra pochissimo a tutti i regimi e sale rapidamente di giri, con una colonna sonora allo scarico urbana ma comunque piacevole. Ai bassi è regolare e gira senza strappi o ruvidità, pronto a sgranchirsi le bielle ben supportato da un cambio abbastanza svelto, silenzioso e preciso.


SECONDA POSSIBILITA' In un'epoca in cui le sportive segnano il passo e molti guardano con interesse a mezzi di gusto classico ma comunque piacevoli e divertenti da guidare, la Bellagio Aquila Nera potrebbe dunque dire la sua e regalare alla Guzzi un po' di soddisfazioni, anche se a scoppio ritardato. Il tutto aspettando magari una futura versione basic, ancor più competitiva a livello di prezzo.
Pubblicato da Paolo Sardi, 23/03/2010
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