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Prova su strada

MBK Kilibre


Avatar di Mario Cornicchia , il 08/11/02

21 anni fa -

Finalmente uno scooterone che non replica le linee di una moto. Stile personale, divertente e sicuro da guidare, ben costruito e pratico nell'uso quotidiano costa anche il giusto.

COM’E’ Piuttosto che ispirarsi allo stile delle moto vere, il Kilibre sembra ispirarsi nello stile a un frigo degli anni 50. Pochi spigoli, linee decise ma arrotondate e il grande naso anteriore con fari quadrati. Un disegno semplice, un po’ minimalista, ma con grande personalità. Nel traffico il Kilibre non si confonde nella pletora di scooteroni dal becco puntuto. Del suo nasone va fiero.

FORMA FUNZIONE Lo stile non è fine a sé stesso. Dietro il grande naso, per esempio, si nascondono vani capaci: uno senza serratura per le cose da tenere a portata di mano e un bel cassetto con serratura, profondo e con la presa a 12V per soddisfare la fame di energia elettrica.

TUNNEL PIATTO La zeta grigia formata dalla linea del tunnel e da quelle delle coda segnano la fiancata del Kilibre con uno stile forte: due linee orizzontali e una verticale che le raccorda. La linea del tunnel è bella tesa: sopra c’è un appoggio piatto e largo per caricare le bottiglione di acqua minerale che a noi maschi tocca portare a casa dal supermercato. Probabilmente tocca anche a chi ha disegnato il Kilibre…

SELLA PIATTA La sella è grande e comoda, disegnata su due livelli, ma il passeggero sta poco più in alto rispetto al pilota, contribuendo alla stabilità, stimolando la conversazione e consentendo il gioco della frenata decisa per apprezzare le doti di compagne formose…

INFOTAINMENT Il cruscotto piace agli automobilisti, completo e curato nello stile come tutto il resto. Un grande tachimetro affiancato dall’indicatore del livello benzina sulla sinistra e da termometro e voltmetro sulla destra. Sotto, un grande schermo informa su temperatura e ora e mostra le informazioni del computer di bordo: chilometri percorsi, velocità media e tempo trascorso per due differenti trip, e autonomia fino al prossimo rifornimento. Che volete di più? Manca solo il GPS…

SONO 300, LASCIO? In realtà, sono 264. Ai 300cc ne manca qualcuno, ma è comunque una bella idea di marketing: anche in questo il Kilibre è unico. I cavalli a disposizione sono comunque 21, quanti ne ha il Majesty/Skyliner, tanto per rimanere in famiglia. E il motore deriva proprio da quello collaudato del Majesty/Skyliner ma completamente rivisto con l’obiettivo di rendere più robusta la spinta ai bassi regimi, appena si dà gas. Ha il cilindro orizzontale per fare spazio sotto la sella a un casco integrale. Sotto la sella si trova anche il tappo del serbatoio, posto troppo vicino al punto in cui è incernierata, non proprio comodo da raggiungere.

SCOOTERONE COMPATTO Malgrado il passo sia uguale a quello del Majesty/Skyliner, il Kilibre è compatto negli ingombri, evitando i fronzoli degli scooteroni: una bella via di mezzo tra gli ingombri dei maxi e la scarsa abitabilità dei midi.

14 POLLICI Né ruota alta né ruota bassa: il Kilibre vuole unire la maneggevolezza e l’abitabilità dei ruota bassa alla stabilità dei ruota alta. Le ruote sono infatti da 14 pollici con pneumatici a sezione larga, 120/80 anteriore e 150/70 al posteriore, che contengono ciascuna un disco freno da 270mm all’anteriore e da 240mm al posteriore con pinza a due pistoncini. Una bella dotazione, abbinata a una bella forcellona a steli rovesciati da 38mm e 116mm di escursione e da una coppia di ammortizzatori regolabili nel carico della molla al posteriore, con escursione di 120mm.

PREZZI Tre sono i colori: bianco (che è poi un avorio metallescente), Silver (cangiante che passa dal grigio, all’azzurrino al verdino) e nero metallizzato. Il prezzo è uno solo: 4.990 Euro, ben piazzato rispetto alla concorrenza. Non mancano gli accessori dedicati, come il parabrezza a piena grandezza, i baffi aerodinamici da applicare sullo scudo per proteggere meglio le gambe, lo schienalino e il parabrezza.

COME VA Proviamo dei pre-serie, esemplari non definitivi. La vera differenza con i Kilibre definitivi sta nella sella, che sarà più bassa e più scavata sui fianchi, per consentire a tutti un appoggio sicuro con i piedi. È quello che ci vuole: questa è in effetti troppo alta. La posizione di guida è ottima, non si è costretti a stare sdraiati come su tutti gli scooteroni. Sul Kilibre si viaggia quasi caricati in avanti, come su una moto turistica. Il manubrio è molto largo, trasmettendo una bella sensazione di controllo, e la pedana è spaziosa anche per i piedi taglia 46, con la possibilità di scegliere la posizione di guida più comoda.

SOTTO CONTROLLO La sensazione di qualità che trasmette il Kilibre è notevole. Sia nella qualità costruttiva, nella verniciatura, nella qualità delle plastiche e dei montaggi, ma anche nella intelligenza e nella cura dei particolari. Gli strumenti, per esempio, davvero completi e sempre ben leggibili (anche se di sera si illuminano di azzurro). Anche nei comandi, belli e ben dimensionati per essere utilizzati facilmente anche con i guanti.

PROTETTI Di serie Kilibre monta il parabrezzino basso, facilmente smontabile (quattro brugole) nella stagione calda o altrettanto facilmente sostituibile da uno full size in quella fredda. Protegge bene il busto, devia parecchia aria dalle mani ma lascia un po’ scoperte le spalle. Nella stagione fredda, le gambe sono un po’ esposte alle turbolenze che si formano dietro lo scudo. Per i freddolosi è meglio adottare la classica copertina o i baffetti/spoiler da applicare sui lati dello scudo.

FACILE Appena si staccano i piedi da terra, il Kilibre dà subito confidenza. Il motore è molto pronto, silenzioso e sembra sempre in souplesse, mai affaticato. È ben accoppiato a una trasmissione dolce e con una bella progressione. Il compromesso delle ruote da 14 pollici è ben calibrato. Le strade tra Amalfi e Positano sono un po’ sgarrupate, con rappezzi e un tratto grattugiato prima della nuova asfaltatura. Ma mi sento sicuro, non mi sembra mai di esagerare, di aver osato troppo. Alla sensazione di sicurezza contribuiscono anche i freni, potenti e molto facili da dosare con le grandi leve al manubrio. Con la pedana ben distante da terra e le gomme grandi non teme in città i marciapiedi più alti.

E-KILIBRE Kilibre sta per Ki, forza interiore, e Libre, libero. In realtà a me viene in mente l’equilibrio, dote innegabile del Kilibre. Equilibrio nei pesi, nel comportamento che in città si traduce in manovre a tutto sterzo in souplesse. Ma anche equilibrio tra comfort e sportività nelle sospensioni, ottimo compromesso tra prontezza e sicurezza nelle manovre e capacità di assorbire le imperfezioni dell’asfalto.

DUE PIAZZE Comfort anche per il passeggero posteriore, non troppo in alto e quindi non troppo scoperto all’aria, seduto su una sella spaziosa e aggrappato a due grandi maniglie in alluminio poste ai lati della sella, senza rischiare la lussazione di una spalla per tenersi. Rimangono esposte le gambe, con i piedi appoggiati sulle pedane retrattili.

SPORTIVO Non nasce come scooter sportivo, non è il fratellino del T-Max. Ma presa confidenza con il Kilibre e con l’asfalto della costiera, alla fine diventa uno scooter-moto, un attrezzo sportivo e divertente. È molto facile scegliere la traiettoria migliore e seguirla fedelmente, è altrettanto facile correggere anche in piena curva se si esagera o se si trova il pullman dietro l’angolo. Io, motociclista parvenu, mi sento un drago della piega, con staccatone da GP, pieghe al limite delle scintille dal cavalletto e una guida tecnica da manuale di guida sportiva. Nelle curve e controcurve, poi, è facile buttare il Kilibre da una parte all’altra impostando pieghe da moto vera. Quanto serve per slalom alla Tomba nel traffico cittadino. I freni, anche staccata dopo staccata, sembrano freschi, pronti e potenti come quando sono partito.


Pubblicato da M.A. Corniche, 08/11/2002
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