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Prova su strada

Malaguti Phantom 100


Avatar Redazionale , il 16/10/02

21 anni fa -

Frizzante e divertente come un cinquanta, veloce quasi quanto un 125, l'F-12 Phantom è uno dei centini più brillanti sul mercato. Ha un prezzo da "cinquantino", che invoglia anche i più "grandicelli" ad abbandonare l'idea dello scooter comodo, per tirar fuori il "Peter Pan" che abita dentro di noi.

COM’È Nella categoria dei centini è senz’altro uno degli scooter più sportivi. Il Malaguti Phantom, vero best seller degli anni novanta tra gli adolescenti, ripropone nella cilindrata maggiore tutte le caratteristiche che lo hanno reso ben noto in molte famiglie italiane.

LOOK SEMPRE "AVANTI"

Le sue linee, aggressivamente affusolate sul frontale ed un po’ squadrate nella coda, hanno fatto la storia degli scooter supersportivi e, nonostante gli anni, il design è tutt’altro che passato. Quello "sguardo" di ghiaccio è inconfondibile: due occhietti vitrei senz’anima, ben si adattano ad un predatore dell’asfalto come il Phantom, che aggredisce le strade con freddezza e precisione chirurgica, degna del più famoso predatore degli oceani.

SEMPRE UGUALE

Anche tecnicamente, il Phantom 100 si discosta poco dalle versioni "cinquanta". La strumentazione, in versione "classica" totalmente analogica, si fregia dell’utile orologio digitale, ma è priva della spia della riserva. A tener le briglie dei quasi 11 puledrini del "Cento" ci pensa una ben assortita coppia di dischi frenanti: 200 mm per l’anteriore, con pinza a doppio pistoncino, 190 mm al posteriore con pinza a pistoncino singolo. Il telaio è sempre il classico monotrave sdoppiato in tubi d’acciaio, mentre a tenere in piedi il Phantom, ci pensano una forcella telescopica da 32 mm di diametro della Paioli ed un ammortizzatore singolo al posteriore, privo però di qualsiasi regolazione.

TUTTO BEN FATTO

La componentistica e le finiture sono sempre di buona fattura, così come le plastiche della carrozzeria, ben assemblate tra loro. Gli specchietti, dal look sempre attuale, offrono una buona visuale e sono facilmente regolabili (si regola il vetro come nelle ammiraglie). Imperdonabile la mancanza del cavalletto laterale, resa ancora più palpabile dalla difficoltà nell’azionare quello centrale: per fortuna che il Phantom è un peso piuma, sennò lo vedremmo sempre appoggiato ai muri.

NON MALE

Nonostante le dimensioni siano ridotte all’osso, il vano sottosella è di discrete dimensioni, contiene comodamente un casco integrale mentre è pressoché inutilizzabile, il piccolo ripostiglio nel retro scudo, dove sono alloggiati batteria e fusibili.

COME VA

 Il sottoscritto non si può certo definire un "mingherlino" ma, nonostante ciò, sul Phantom si rimane piacevolmente sorpresi dallo spazio dietro lo scudo. L’abitacolo accoglie (quasi) agevolmente gambe di qualsiasi lunghezza mentre, la pedana (non proprio ampia) permette lo stesso una buona libertà di movimento. Per chi, invece, è alto più di 1,80 cm, l’alloggio non diventa impossibile, ma certo più scomodo.

ANCHE IN DUE Se poi ci si sposta in coppia, lo spazio si restringe ulteriormente. La sella, pur essendo piuttosto comoda, risente della lunghezza limitata, senza contare che la parte finale non ha nemmeno la copertura in spugna, limitandone ulteriormente seduta e comodità per il "secondo". Nonostante questo, stringendosi un po’, lo spazio è sufficiente per ospitare la fidanzata o l’amico non troppo robusto, senza rischiare "lesioni" alle ginocchia data la buona posizione delle pedane estraibili (comode anche nelle posizioni di guida più "racing").

VOGLIA DI CORRERE

Lo scarico, catalizzato come vuole la normativa Euro1, sottolinea da subito lo spirito sportivo dell’F-12: il suono metallico ed acuto del due tempi, riecheggia argentino ad ogni colpo di gas, facendosi gioco dei più voluminosi e sommessi motori quattro tempi. Ad ogni colpo di gas, il variatore e la frizione si sincronizzano alla perfezione, facendo schizzare l’F-12 rapido ai semafori. Al "Cento" piace essere tenuto sempre su di giri, da vero sportivo odia i bassi regimi (dove mostra alcune incertezze di erogazione) e invoglia ad una guida scattosa e dinamica. Per fortuna il piccolo dimostra anche di non avere troppa sete. Durante la prova non siamo mai scesi sotto i 20-22 Km/litro.

OGNI BUCO E' BUONO

Il suo punto di forza è senz’altro l’agilità, il Phantom 100 sfreccia tra le auto in coda senza lasciare tracce del suo passaggio. Le dimensioni compatte dello scooter, consentono di districarsi nel traffico cittadino, sfruttando al meglio ogni pertugio senza grandi sforzi e, la prontezza di risposta del motore, permette di sgattaiolare via, senza rimanere intrappolati nelle fitte maglie del traffico.

GUIDA ROTONDA

Lo scooter bolognese è un vero attrezzo da piega in miniatura: reagisce rapido ai comandi e, nonostante l’interasse mignon, mantiene la traiettoria senza troppe sbavature, grazie ad un avantreno piuttosto saldo. Questo, se si ha una guida rotonda e poco aggressiva, tale da non mettere alle strette telaio e sospensioni. Se si esagera, infatti, emergono tutti i limiti di una ciclistica troppo "corta" (l’interasse è di soli 1.240 mm). L’avantreno tende ad innervosirsi facilmente, soprattutto se si entra in curva in modo cattivo mentre, il monoammortizzatore posteriore, fatica non poco a digerire le repentine sollecitazioni, rendendo il Phantom un po’ "ballerino".

SENTIRE LA FRENATA Punto forte dell’avio-scooter è l’impianto frenante. Instancabile "operaio" della staccata, non da mai segni di stanchezza, neanche se a chi guida piace tanto fare il pilota. Il feeling con la leva destra necessita di qualche chilometro in più di studio, perché la parte iniziale della corsa è un po’ spugnosa, con relativa sensazione di poca efficacia frenante. In realtà l’impianto è uno dei più potenti della categoria. Il posteriore, al contrario, ha una presa più pronta dell’anteriore ma, al contempo, è efficace e piuttosto modulabile, una volta intuito il punto di bloccaggio della ruota. Utilizzandoli entrambi, si ottiene una frenata pronta, ben equilibrata ed omogenea e, di conseguenza, spazi di frenata minori.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 16/10/2002
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