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Prova su strada

Malaguti Ciak 150


Avatar Redazionale , il 27/02/02

22 anni fa - Ciak, si gira!

Piccoli ritocchi estetici e stesse dimensioni della riuscita versione 50cc: la Malaguti completa la gamma del proprio "ruote alte" introducendo la motorizzazione 150cc che amplia la versatilità del Ciak. All'estetica sobria ed elegante e a doti dinamiche di tutto rispetto.

COM’ È Linee classicheggianti, ma con una ventata di modernità qua e là, il Ciak 150 è di sicuro uno scooter da prim’attore, piacevole da guardare, grazie anche alla gamma di colori metallizzati e all'eleganza raffinata, che ben si addice al pubblico femminile e al ragazzo trendy.

IL BELL’ANATROCCOLO

Il frontale è ben caratterizzato dal grosso faro centrale tipo goccia rovesciata, dagli indicatori di direzione dal taglio obliquo con copertura cristallina e dal parafango tanto simile al becco di un papero. Novità estetico-funzionali rispetto al cinquanta, sono i "baffi" posti sui lati dello scudo (per deviare l’aria dalle gambe) e il mini cupolino, che migliora la protezione del pilota, anche negli spostamenti in tangenziale.

ALLUNGA LA CODA

Il posteriore segue il taglio classico dell’anteriore (con qualche venatura a smorzare le rotondità) specie nel portatarga, che si allunga sino a coprire parte della ruota posteriore. A guardarlo bene, con il nuovo motore il retro acquista anche maggiore corposità, per le (ovvie) maggiori dimensioni del propulsore.

BEN SELLATO

Nonostante, le dimensioni siano le stesse del modello più piccolo, il Ciak 150 mette a disposizione di pilota e passeggero, una poltroncina biposto (il secondo è rialzato), ben imbottita e spaziosa. Inoltre, chi sta dietro può contare su un utile portapacchi, ben sagomato e distanziato.

AUSTERITY

La plancia comandi è la parte che più lascia a bocca asciutta, così come "asciutto" è il suo contenuto. Design "povero", tachimetro, contaKm totale (niente parziale), indicatore del livello carburante e solo tre spie; un po’ pochino anche per uno scooter che fa del contenimento del prezzo il suo must commerciale. Anche la soluzione estetica dei blocchetti elettrici sente ormai il peso degli anni: leve e comandi rimangono in ogni caso sempre funzionali e facilmente raggiungibili.

MECCANICA ORIENTALE

Per risparmiare sui costi di progettazione, la Malaguti ha equipaggiato il Ciak (come tutti i suoi scooter 4T) con un motore Kymco raffreddato ad aria forzata, noto a tutti per la sua affidabilità e generosità.

ECONOMIE DI SCALA

Ovvio che da un mezzo economico non ci si possa attendere una dotazione troppo ricca, così il Ciak la butta sulla semplicità affidando la frenata ad un impianto misto disco/tamburo di dimensioni adeguate alle prestazioni ma senza strafare. Il disco ha un diametro di 230 mm, il tamburo è da 130 mm; non ci sentiamo di condannare la scelta anche se su un 150cc crediamo che il disco posteriore non stoni per nulla.

QUESTIONE DI MOLLE

La forcella è una Paioli teleidraulica con steli da 33 mm mentre, al posteriore, per meglio supportare la maggior potenza (e peso) del motore maggiorato, troviamo un doppio ammortizzatore Paioli, regolabile nel precarico molla su quattro posizioni. Le ruote (da 16"), sono in lega leggera a tre razze e calzano magri pneumatici da 2,75/80 all’anteriore e 100/80 al posteriore. Misure davvero "slim" per uno scooter di questa cubatura, limitate dal fatto che, soprattutto al posteriore, non c’è abbastanza spazio tra gli ammortizzatori per far passare un pneumatico più largo. In ogni caso, come vedremo, la sicurezza di guida non ne risente.

PREZZO

Di sicuro è interessante, anche se non è tra i più economici della categoria. Chi è alla ricerca di un mezzo facile, poliedrico/polivalente e dotato di una presenza scenica adatta ad ogni occasione spenderà comunque volentieri 2.912 Euro franco concessionario. Attenzione però, in tempi di promozioni c’è anche chi è riuscito a spuntare prezzi da cinquantino, e in questo caso il Ciak diventa un vero affare.

COME VA

Salire in sella al Ciak 150 è tra le cose più facili da fare (la prima è guidarlo). Grazie alla pedana piatta, si evita la salita a "scavalco" tipica degli scooter con tunnel centrale. La pedana è sì corta (costringe quindi le gambe ad un’unica posizione), ma l’ottimo studio della distanza sella-scudo, permette anche ai "gamba lunga" di "viverci" degnamente. Volendo, c’è posto anche per la 24ore o lo zaino tra le gambe (c’è il gancio apposito).

BUONA LA SEDUTA

Anche la sella offre una buona abitabilità. Alta il giusto per tutti, è ben sagomata (anche nelle frenate più brusche non si scivola in avanti) e, non disdegna assolutamente il viaggio in coppia. Il passeggero dispone, infatti, di un'ampia e comoda imbottitura, confortevole anche per tragitti di media distanza. Le pedane estraibili, sono poste alla stessa altezza della pedana e non costringono a piegare troppo le gambe.

MOTORE PACATO

Una volta acceso (occhio al freddo! se le temperature sono rigide il mono Kymco fa sempre un po’ fatica a partire), si apprezza la silenziosità meccanica del motore e dello scarico, che borbotta in modo sommesso. A ruote ferme si avverte qualche vibrazione di troppo, ma appena si dà gas, tutto sparisce. L’accelerazione è buona, anche se non si grida al miracolo. Il gruppo frizione-trasmissione lavora in modo egregio, "attaccando" da subito, senza tentennamenti, garantendo un’erogazione sempre pronta e corposa a tutte le andature.

BARICENTRO BASSO

L’idea di posizionare il serbatoio sotto la pedana ha sortito i suoi effetti: abbassando il baricentro di un mezzo già di per sé leggero si garantisce una maggiore stabilità e maneggevolezza. Guidare il Ciak è quindi un piacere, anche quando si esce dalla città e l'andatura si fa un po’ più sostenute (la velocità massima è di poco superiore ai 110 km/h indicati). Nonostante le gomme stile palmer, il cicloscooter Malaguti si dimostra stabile sia nel dritto sia nei curvoni affrontati in modo spigliato.

BEN SORRETTO

La forcella è piuttosto duretta ma lavora bene, sia in compressione sia in estensione, non rimbalzando ad ogni frenata. Inoltre, consente di sfruttare al meglio l’azione frenante del disco e di avere un avantreno ben piantato a terra, anche se non manca il rovescio della medaglia: su asfalti stile "gruviera" i colpi si sentono, specie sulle braccia di chi guida. La coppia di molle posteriori ha una taratura leggermente più morbida, filtrando meglio anche i colpi più duri. Inoltre, sono entrambe regolabili nel precarico molla, per meglio adeguarsi all’esigenza degli spostamenti in coppia.

BUONA LA FRENATA

Buono anche il comportamento in frenata. La maggior parte del lavoro lo fa il disco anteriore (come poi è giusto che sia). La presa sul disco è pronta ed efficace, l’azione sulla leva è piuttosto modulabile mentre il tamburo fatica un po’ nella prontezza di risposta, per poi recuperare discretamente, pur senza brillare per potenza assoluta.
Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 27/02/2002
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