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In sella alla Honda CRE 250 Campione del mondo


Avatar Redazionale , il 21/07/03

20 anni fa -

Non capita tutti i giorni di provare una moto factory, tantomeno se è la moto campione del mondo. Questa volta la protagonista veste tassellato, ed è l'iridata 2003 con Stefan Merriman. Una moto affascinante con tanti piccoli segreti da scoprire.

L’ho visto, gli ho stretto la mano e ho capito che da quel momento non avrei avuto più scuse. Lui è Stefan Merriman, il nuovo campione del mondo Enduro classe 250, io uno che non potrà più dichiarare agli amici che il mio non saper andare in fuoristrada è dovuto alla mia statura non proprio elevata. Ho sempre saputo che i piloti migliori nelle gare di velocità sono quelli minuti (Valentino escluso, ovviamente) ma pensavo che per primeggiare nell’arte del tassello occorressero fisico da gigante e muscoli d’acciaio e se sui muscoli posso dire la mia sul fisico da gigante beh… va be, io ci ho sempre marciato, nascondendo la mia totale mancanza di tecnica con il fatto di non

toccare mai bene a terra.

UOMO DI ROCCIA

Invece arriva ‘sto Merriman, meno di un metro e settanta di uomo scolpito però nel granito. Lo Steve mondiale è un fascio di muscoli e nervi e un grandissimo endurista. Noi siamo qui per provare la sua moto, la stessa CRE 250 che gli ha permesso di vincere il mondiale Enduro. NON SOLO DUEMMEZZO Con l’occasione possiamo mettere su il sedere anche sulla CRE 450 4T pilotata da Andrea Zanni. Un’occasione da non perdere, perché poggiare il sedere su nobili moto da competizione dà sempre una certa emozione. Fa sempre molto piacere guardare da vicino come le moto da competizione siano curate all’eccesso e perfettamente adattate alle esigenze di ogni pilota. VICINE ALLA SERIE In realtà nel fuoristrada le moto in vendita sono molto vicine a quelle che poi corrono nei vari campionati, così la CRE che potete comprare dal concessionario è davvero vicina a quella di Merriman, che però come tutti i mezzi factory, offre tanto di più. Basta guardare i freni, esilissimo quello anteriore e con profilo a margherita, curiosamente senza alcun foro o asola quello posteriore. Tutto viene insomma adattato alle esigenze del pilota. A MISURA DI PILOTA E anche il motore è ovviamente rimaneggiato (sebbene i responsabili nascondano dietro ad un sorriso beffardo un è tutto di serie). Scarico, carburazione, e una "toccatina" al cilindro non tanto per trovare potenza, quanto per addolcire al massimo l’erogazione degli oltre 50 cavalli di cui questa moto è capace. LA POTENZA È NULLA… Perché nell’enduro avere un range di giri molto ampio conta più della potenza pura, e chi è del settore e conosce Merriman sa che guida la moto in un modo tutto suo. Sembra sempre sottocoppia, con il motore giù di giri. Lui usa una marcia in più di quella che serve, il motore gira piano ma il tutto è evidentemente molto redditizio tant’è che ha vinto il mondiale. CAMBIO DI CARATTERE La chicca di questa CRE è tutta nascosta in un bottoncino sul manubrio. MAP1, MAP2. Un piccolo sforzo con il pollice della mano sinistra e la CRE cambia carattere modificando mappatura dell’accensione e regime d’intervento della valvola di scarico.

C’È ANCHE LA 450

Lo stesso discorso vale per la CRE 450 di Zanni, la minuta 4T fa concorrenza alla duemmezzo quanto a compattezza dimensionale, davvero incredibile come sono diventati piccoli i motori 4T piccolo al punto da inserirsi agevolmente nella ciclistica di una duemmezzo. E anche per Zanni, freni ad hoc (il suo è a margherita anche dietro) posizione di guida dedicata e magico bottoncino sul manubrio per cambiare l’erogazione del motore, a seconda del tipo di fondo che si va ad incontrare.LA PROVA DI "CANNA" Essendo la mia esperienza nel settore praticamente uguale a zero ho preferito "sfruttare" le competenze di Sergio Canobbio che da questa prova collaborerà con noi per l’Off Road. Il "Canna" funambolo e fondatore dello Show Action Grup che ci allieta durante le fiere, non si tira mai indietro e quando c’è da dar di gas in un campetto dice ancora la sua, a 44 anni suonati è ancora un gran smanettone e non solo quando si tratta di saltare 10 metri con una moto da trial, ma anche quando c’è da provare un cross o un enduro mostra una sensibilità fuori del comune.

IN SELLA CON CANOBBIO

Non gli ci vuole molto per eleggere la sua preferita. "adoro il due tempi, peccato che prima o poi sia destinato a morire. La moto di Merriman ha un assetto stranissimo la prima sensazione è che sia molto "seduta" con il manubrio alto e poco caricata sull’avantreno. Però è incredibile come l’avantreno sta li, non si muove. Le sospensioni scorrono in modo egregio ma per il mio peso (almeno 15 kg in più rispetto a Stefan) la taratura è un po’ troppo soft. Certo ha un gran motore, quando esci il duemmezzo ti proietta fuori delle curve come una fionda. E poi questa storia del pulsante, le due mappature cambiano davvero la faccia alla CRE. La MAP1 è la più morbida (la valvola rimane chiusa più tempo) dona molta dolcezza al motore che pare allungare meno appiattendosi fin troppo in fretta e c’è tanta trazione. Perfetta per fondi difficili o scivolosi, piazzi la marcia e vai. La MAP2 è quella da "speciale" con il motore che diventa cattivo (mai come quello da cross comunque) e spinge rabbioso, è il carattere che mi piace di più. Un cambio di carattere molto evidente che però non cambia il fatto che questo motore abbia una gran erogazione a tutti i regimi e la ciclistica è davvero a posto, più vai forte più ti asseconda.

La quattroemmezzo è invece un mostro di facilità

, il motore spinge a tutti i regimi, puoi usare anche una marcia in più e ti porta fuori sempre. C’è più inerzia e si sente il peso leggermente superiore,il baricentro un po’ alto, c’è tanta trazione ma le prestazioni esplosive del duemmezzo lo portano ad essere ancora vincente almeno su questo terreno. Dove probabilmente questa è meglio è quando il terreno si fa pesante. L’erogazione del quattro tempi aiuta non poco a fare tanta strada in più. Il bottoncino della mappatura qui non ha lo stesso effetto che sulla moto di Merriman, il cambio di carattere si avverte poco, almeno su questo terreno. La moto è dura, più dura che la 250, e l’assetto è più adatto ad uno della mia statura con la seduta più in alto e l’avantreno più caricato. Tuttavia l’avantreno tende a scappare più qui che sulla 250. Bello il sistema antisaltellamento, limita il freno motore e in curva ci puoi entrare davvero forte. Facile, davvero questa moto, non pare nemmeno una "factory", chi non è molto esperto va molto più forte con questa che non con la duemmezzo, chi ha il manico fa il tempo senza fare molta fatica."

LA PROVA DEL "ENTURISTA"

Nel mio piccolo recepisco le stesse cose. Anche se io alla fine dal "basso" della mia media capacità preferisco la mappatura più tranquilla. Così la duemmezzo di Merriman è più gestibile anche da chi come me non ha molta esperienza, con l’altra mappatura diventa esplosiva, anche se devo dire che il carattere non è mai talmente turbolento da diventare ingestibile. L’assetto è in effetti molto seduto, il manubrio ha riser molto rialzati ma ci si trova bene. Impeccabili i freni con un minimo sforzo si frena tanto e la modulabilità è perfetta anche se vorrei vedere come si comporta il posteriore senza scarichi per il fango quando piove. Agile e nervosa in inserimento va guidata da mani esperte per poter essere QUATTROEMMEZZO PER TUTTI La 450, invece, mi è piaciuta un sacco, trovo sia il giusto compromesso tra cattiveria e gestibilità. Il motore concede tanto, anche di sbagliare ma spinge con molta grinta anche se tutto è sempre molto "a portata di mano". È un portento di elasticità, con un range di giri "buoni" davvero ampio. Spinge corposo ai bassi e allunga molto consentendo di tirare la marcia allo spasimo tra una curva e l’altra senza cambiare.

Bella davvero, anche in inserimento di curva, dove personalmente ho apprezzato il feeling trasmesso dalla ruota davanti. Il "click" sulla leva della frizione ti segnala l’intervento dell’antisaltellamento ti accompagna ad ogni curva e quando è il momento di uscire mi trovo a dare gas senza troppi timori reverenziali. Sempre con i miei limiti certo… perché poi è entrato in pista Merriman, l’ho visto e ho capito, non ho più scuse.

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Pubblicato da Stefano Cordara, 21/07/2003
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