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Prova su strada

Honda Africa Twin 2016


Avatar di Andrea  Rapelli , il 11/12/15

8 anni fa - La nuova Africa Twin è la degna erede della sua leggendaria antenata. Guarda il video

La nuova Africa Twin è la degna erede della sua leggendaria antenata. Guarda il video

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UN NUOVO INIZIO Anno 2003: l'ultima Africa Twin RD07a esce dalla catena di montaggio senza una sostituta, gettando nella sconforto migliaia di “africani” in tutto il mondo. Anno 2015: dopo soli tre anni di sviluppo, entra in scena la Honda CRF1000L Africa Twin. Un'Africa nuova, certo, che però porta con sé un sacco di buono del passato. Nelle forme, per cominciare.

UNA FACCIA, UNA RAZZA Più la guardo, più mi convinco: la Honda CRF1000L Africa Twin ha la stessa silhouette e lo stesso girovita della nonna. Il serbatoio è alto – come il manubrio – la ruota anteriore è da 21”, il codino smilzo e sparato verso il cielo, le sovrastrutture snelle, il faro anteriore doppio (ora a Led). C'è quello che serve e il design non si perde in barocchismi inutili. Bravi. Il colore giusto? Tricolour, oppure rosso, entrambi splendidi dal vivo.

UNICAM Un altro legame con i tempi che furono sta anche nel numero dei cilindri, sempre due. Questa volta, però, paralleli: il vantaggio è che puoi inclinarli quanto vuoi e non rubano troppo spazio in lunghezza. Il carattere? Manovellismo a 270° et voilà, il solito e borbottante sound è servito. Ma ci sono anche testata Unicam – come sulle CRF specialistiche – e soluzioni come la pompa acqua dentro il carter frizione e la pompa olio dentro la coppa. Senza contare i due contralberi di bilanciamento: il primo muove la pompa acqua, il secondario la pompa olio. In tutto fanno 98 cv a 7500 giri e 98 Nm a 6.000 giri.

PUNTO G Discorso a parte merita il cambio a doppia frizione DCT, che sulla nuova Africa Twin passa al rapporto superiore in soli 70 millisecondi. Sempre a sei marce, elimina la leva della frizione ma aggiunge il punto G, funzione specifica per il fuoristrada che riduce lo slittamento delle frizioni per una trazione più diretta. Inoltre, la modalità S si divide in S1, S2, S3: più si sale con i numeri, più  il cambio sta in un range di giri alto. Naturalmente, a listino c'è sempre la cara vecchia versione con il manuale (di nuovo a sei rapporti), con frizione anti saltellamento.

DIMAGRITA (POCO) Anche il telaio rispecchia la vecchia XRV: se sovrapponete le sagome, avrete praticamente la stessa moto. In acciaio a semi doppia culla, è attaccato al motore tramite sei supporti. L'interasse della nuova Honda Africa Twin è pari a 1.575 mm, mentre l'inclinazione del cannotto arriva a 27,5°, con l'avancorsa ferma a quota 113 mm. Passiamo ai pesi: la versione standard (no ABS) pesa 208 kg a secco, che diventano 228 con il pieno. Per darvi un'idea, rispetto alla XRV la CRF1000L è dimagrita di soli due kg.

SHOWA E VIA Completano il quadro una forcella Showa pluriregolabile con steli da 45 mm di diametro e un mono con leveraggio Pro-Link anch'esso modificabile a piacimento. Escursione ruota da ben 230 mm davanti e 220 mm dietro. I freni (320 mm il diametro dei dischi anteriori) sono lavorati da pinze Nissin e hanno pastiglie prive di coppiglie, per pesare meno. L'ABS, volendo, si può escludere sulla ruota posteriore premendo un apposito tasto vicino al quadro strumenti. Capitolo elettronica: nessuna mappa motore, sulla nuova Africa Twin. Si può agire sul Traction Control (3 livelli + escluso) e, se presente il DCT, anche sulle sue modalità (D, S1, S2, S3). Della serie, ci piace semplice.

OPTIONAL E PREZZI Con il listino dell’Africa Twin si parte da 12.400 euro e si arriva a quota 14.350. Se v'intriga l'idea della versione standard, senza ABS, troppo tardi: erano 200 e sono già state tutte vendute. Vi rimane la scelta tra cambio manuale e doppia frizione – pagando, sulla Africa DCT potete avere anche la classica leva del cambio a pedale. Ad ogni modo, secondo me i colori da comprare sono due: rosso stile CRF (Rally Red) e Tricolour, stile HRC, entrambi a 13.200 (con cambio manuale) e 14.350 con automatico. Nutrita la lista degli optional, dalla sella ribassata alle pedane passeggero gommate, dai deflettori per protezione aerodinamica aggiuntiva al tubolare paratelaio. Non manca nemmeno una linea abbigliamento dedicata, in collaborazione con Arai e Alpinestars.

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CASCO CABERG X-TRACE Nuovo nuovo – è stato presentato ad Eicma – il Caberg X-Trace è la risposta del costruttore bergamasco a chi vuole un casco da (maxi) enduro. A dimostrarlo, il frontino stile fuoristrada e la possibilità di togliere la visiera ed indossare la maschera. Non manca la visierina parasole integrata, che scende muovendo una levetta sulla parte sinistra della calotta. In velocità, come sulla gran parte dei caschi di questo tipo, il frontino fa un po' di effetto vela. Discreta la ventilazione, chiusura micrometrica. Interni staccabili e lavabili. La calotta è in policarbonato. Ottimo rapporto qualità prezzo (da 199,99 a 219,99 euro). Disponibile in tre colori, il Caberg X-Trace ha una gamma taglie che va dalla S alla XXL.

GIACCA REV'IT! DEFENDER PRO GTX Una giacca – estiva – da motociclisti veri, questa Dominator. L'anima da giramondo la vedi dalla capacità di adattarsi alle condizioni atmosferiche. Piove? Il giacchino interno (staccabile) in Gore-tex non fa passare l'acqua e stoppa il vento. La colonnina di mercurio raggiunge i 40°? In Sud Africa, in questa stagione, è la normalità. Le numerose prese d'aria – quattro sul busto, due sugli avambracci e una sulla schiena – sono tornate proprio comode. Oltre a far sudare poco, la Dominator è una giacca che non ti fa diventare Robocop nei movimenti, è piuttosto leggera e ben dotata in fatto di tasche (tutte a prova di polvere). Ci si può regolare la vestibilità con cinghietti su fianchi, bicipiti e polsi. La sicurezza? Oltre alla protezioni su spalle e avambracci, questa Rev'it! è dotata di paraschiena integrato e bande riflettenti. Taglie da (occhio che veste attillata) S a XYL.

PANTALONI REV'IT! DEFENDER PRO GTX Degni compagni di cotanta giacca, presentano due prese d'aria per gamba e protezioni su ginocchia e anche. Alla caviglia c'è una zip e una regolazione a velcro, con inserti riflettenti. Belle e utili (per non rovinare il serbatoio quando si guida in piedi) le fasce in vellutino nella parte interna della gamba, all'altezza del ginocchio. Volendo, i pantaloni si possono unire con zip alla giacca. Grazie alla buona ventilazione ho sofferto poco il caldone africano. Le protezioni non danno fastidio ma ricordate che questi pantaloni vestono abbondanti e regolari. Anche per loro interno in Gore-Tex staccabile. Qualità costruttiva notevole. Misure dalla S alla XXL.

GUANTI REV'IT! SAND PRO Guantini leggeri ma resistenti, non traforati. Il palmo scamosciato migliora il grip, la struttura alveolare in PU iniettato sulle nocche pensa ad evitare danni in caso di caduta. Vestibilità comoda, chiusura semplice con velcro all'altezza del polso. Completano il quadro inserti in pelle di capra, pecora e bovina. Taglie S-XXXL

STIVALI TCX INFINITY EVO GORE-TEX Uno stivale che sopporta senza fare un plissé pietraie e guadi (grazie al Gore-Tex) ma, al contempo, non è scomodo da indossare: aperti i due ganci in plastica, che hanno una sola posizione di utilizzo, è tutta questione di regolare – con il velcro – la chiusura al polpaccio. Se non li avete mai usati, ricordate che sono più alti rispetto agli stivali da strada e, talvolta, trovare la leva del cambio al primo colpo può non essere semplice. Basta un po' di pratica, comunque. Una volta scesi dalla moto, vi farà piacere sapere che hanno anche una soletta piuttosto morbida. Così come la tomaia, in pelle pieno fiore. La suola è realizzata da Michelin. I numeri? Da 38 a 48.

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OCCHIALI SCOTT TYRANT Lente a specchio, tre diverse altezze per il paranaso, possibilità di regolare la parte inferiore di 4 mm, per adattarsi al meglio alle guance: gli Scott Tyrant sono roba da professionisti del tassello. Quattro i colori, morbida sulla pelle la calzata. Non manca una presa d'aria sulla parte superiore e una striscia in silicone sull'elastico, per migliorare l'aderenza al casco. 

A CASA In sella è sempre lei, non c'è dubbio. Ritrovo la stessa posizione delle braccia, delle ginocchia che si vanno a incastrare negli incavi del serbatoio, addirittura del tallone destro che, tenendo il piede in punta sulla pedana, sfiora lo scarico. Bello sentirsi a casa. Posso partire.

PRIMI KM Passano i primi km e ti accorgi che la nuova Honda CRF1000L Africa Twin è veramente la figlia della precedente XRV. Qui in Sud Africa le strade si srotolano fra montagne maestose e zone quasi desertiche, ma l'Africa sembra fregarsene. Che voi la mettiate sul dritto, nel misto strettissimo o nelle curve larghe, a lei scivola tutto addosso. Affronta praticamente ogni condizione stradale con la stessa nonchalance.

SI VA FORTE, VOLENDO Sul dritto, anche a 180 km/h, non sbacchetta. Fra le curve in rapida successione, dissimula molto bene la presenza della ruota da 21”. Soprattutto mi ha colpito la forcella, che si fa un baffo delle ondulazioni e copia alla perfezione le asperità, dossi, cunette o avvallamenti che siano. Ottimo lavoro. Anche provando a forzare la nuova Africa Twin non si scompone e restituisce un grande senso di sicurezza. Così come i freni, non aggressivi nella prima parte della pinzata ma costanti, accondiscendenti.

95 CV Chi pensava che 95 cv fossero pochi su strada, dovrà ricredersi: il bicilindrico parallelo della nuova Africa Twin ce ne ha sempre a sufficienza per andature tranquille, brillanti e perfino scellerate. Corposo – anche nel sound, evviva! - il motore è molto regolare nell'erogazione e ti fa sentire subito a tuo agio. Lo stesso dicasi del cambio: il manuale è un burro e la frizione è dolcissima mentre al DCT non si può rimproverare proprio nulla (nemmeno nelle modalità S più spinte), a meno di non affrontare le curve con il coltello tra i denti. Ma se ti compri l'Africa per far queste cose forse hai sbagliato qualcosa.

SPIRITO DI SEMPRE Io guido da qualche anno ormai un'Africa del 1993 e posso dirvi che la nuova Africa Twin è la stessa moto trasportata nel 2015. Quindi va più forte, frena meglio, ha più elettronica. In una parola, è più moderna. Ma non appesantita. Si vede che è stata pensata per placare la sete di chi, dopo il 2003, era rimasto orfano di qualcosa. Ora quel qualcosa è tornato e, quel che è sorprendente, ha lo spirito di sempre

TASSELLO L’ultimo banco prova è quello dell'off-road. Settanta km pianeggianti inframezzati da alcune salite con sassi smossi e un filo di sabbia. Per uno come me, che non ha un gran curriculum in fuoristrada, c'è da lavorare parecchio. Sudo, mi muovo, accelero. Finisco anche in terra ma mi rialzo. L'Africa, dal canto suo, maschera molto bene il peso e si lascia condurre (quasi) in scioltezza, per la gioia del neofita. In questo frangente io preferisco – per le ragioni di cui sopra – il cambio DCT: elimina il pensiero della frizione e ti consente di concentrarti sulla guida. Non solo, perché con la modalità G è davvero dolce quando ritorni sul gas e fa quel che può per non metterti in difficoltà. La nuova Africa Twin è pur sempre una Honda anche con le gomme tassellate, insomma...

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CASCO CABERG X-TRACE Nuovo nuovo – è stato presentato ad Eicma – il Caberg X-Trace è la risposta del costruttore bergamasco a chi vuole un casco da (maxi) enduro. A dimostrarlo, il frontino stile fuoristrada e la possibilità di togliere la visiera ed indossare la maschera. Non manca la visierina parasole integrata, che scende muovendo una levetta sulla parte sinistra della calotta. In velocità, come sulla gran parte dei caschi di questo tipo, il frontino fa un po' di effetto vela. Discreta la ventilazione, chiusura micrometrica. Interni staccabili e lavabili. La calotta è in policarbonato. Ottimo rapporto qualità prezzo (da 199,99 a 219,99 euro). Disponibile in tre colori, il Caberg X-Trace ha una gamma taglie che va dalla S alla XXL.

GIACCA REV'IT! DEFENDER PRO GTX Una giacca – estiva – da motociclisti veri, questa Dominator. L'anima da giramondo la vedi dalla capacità di adattarsi alle condizioni atmosferiche. Piove? Il giacchino interno (staccabile) in Gore-tex non fa passare l'acqua e stoppa il vento. La colonnina di mercurio raggiunge i 40°? In Sud Africa, in questa stagione, è la normalità. Le numerose prese d'aria – quattro sul busto, due sugli avambracci e una sulla schiena – sono tornate proprio comode. Oltre a far sudare poco, la Dominator è una giacca che non ti fa diventare Robocop nei movimenti, è piuttosto leggera e ben dotata in fatto di tasche (tutte a prova di polvere). Ci si può regolare la vestibilità con cinghietti su fianchi, bicipiti e polsi. La sicurezza? Oltre alla protezioni su spalle e avambracci, questa Rev'it! è dotata di paraschiena integrato e bande riflettenti. Taglie da (occhio che veste attillata) S a XYL.

PANTALONI REV'IT! DEFENDER PRO GTX Degni compagni di cotanta giacca, presentano due prese d'aria per gamba e protezioni su ginocchia e anche. Alla caviglia c'è una zip e una regolazione a velcro, con inserti riflettenti. Belle e utili (per non rovinare il serbatoio quando si guida in piedi) le fasce in vellutino nella parte interna della gamba, all'altezza del ginocchio. Volendo, i pantaloni si possono unire con zip alla giacca. Grazie alla buona ventilazione ho sofferto poco il caldone africano. Le protezioni non danno fastidio ma ricordate che questi pantaloni vestono abbondanti e regolari. Anche per loro interno in Gore-Tex staccabile. Qualità costruttiva notevole. Misure dalla S alla XXL.

GUANTI REV'IT! SAND PRO Guantini leggeri ma resistenti, non traforati. Il palmo scamosciato migliora il grip, la struttura alveolare in PU iniettato sulle nocche pensa ad evitare danni in caso di caduta. Vestibilità comoda, chiusura semplice con velcro all'altezza del polso. Completano il quadro inserti in pelle di capra, pecora e bovina. Taglie S-XXXL

STIVALI TCX INFINITY EVO GORE-TEX Uno stivale che sopporta senza fare un plissé pietraie e guadi (grazie al Gore-Tex) ma, al contempo, non è scomodo da indossare: aperti i due ganci in plastica, che hanno una sola posizione di utilizzo, è tutta questione di regolare – con il velcro – la chiusura al polpaccio. Se non li avete mai usati, ricordate che sono più alti rispetto agli stivali da strada e, talvolta, trovare la leva del cambio al primo colpo può non essere semplice. Basta un po' di pratica, comunque. Una volta scesi dalla moto, vi farà piacere sapere che hanno anche una soletta piuttosto morbida. Così come la tomaia, in pelle pieno fiore. La suola è realizzata da Michelin. I numeri? Da 38 a 48.

OCCHIALI SCOTT TYRANT Lente a specchio, tre diverse altezze per il paranaso, possibilità di regolare la parte inferiore di 4 mm, per adattarsi al meglio alle guance: gli Scott Tyrant sono roba da professionisti del tassello. Quattro i colori, morbida sulla pelle la calzata. Non manca una presa d'aria sulla parte superiore e una striscia in silicone sull'elastico, per migliorare l'aderenza al casco. 


Pubblicato da Andrea Rapelli, 11/12/2015
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