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Harley V-Rod: a gas aperto


Avatar di Mario Cornicchia , il 18/04/04

20 anni fa -

Autovelox? Noi facciamo le sgomme e ce ne freghiamo. Sempre che non ne abbiano piazzati anche sulla pista dell'aeroporto di Cameri. Semaforo verde e via col gas, a manetta con la V-Rod.

DRAG-STREET Avete presente le prove di accelerazione con i dragster? Noi abbiamo fatto lo stesso con la V-Rod, l’Harley new generation. Nuova davvero la V-Rod ha il motore, il bicilindrico a V da 1130 cc, inedito fino all’ultimo bullone. Un grande motore che ha qualche vibrazione in meno (e si sa agli harleysti quanto piaccia farsi shakerare) ma una spinta da dragster: 115cv a 8500 giri e 100Nm a 6500 giri. Bei numeri, anche se buttati giù così sullo schermo rendono poco l’idea sull’energia che questo motore sviluppa già a pochi giri. Un’energia che su strada si fa fatica a provare, specie se su quel sellino in discesa portate una passeggera: il sellino posteriore si raccorderà bene alla curva del parafango, ma causa forma e coppia del bicilindrico della V-Rod rischiate di lasciare la passeggera seduta per terra al semaforo ad ogni partenza. E quindi, per amore, si dà gas il minimo indispensabile…

FOTOCELLULA

Bella allora l’idea di giocare ai dragster. Per farci capire, perché forse non tutti hanno bene in mente cosa può fare il motore Harley. In fondo le gare di accelerazione sono da sempre nel DNA dei bicilindrici di Milwaukee, che pompati all’inverosimile si danno battaglia sulla canonica distanza del quarto di miglio. Esattamente quello che abbiamo fatto anche noi. Con tanto di fotocellule e semaforo made in USA. Un po’ dragster la V-Rod lo è nell’aspetto, lunga lunga e con la forcella inclinatissima che tiene la ruota anteriore ben in avanti, lontana anni luce da quella dietro. Impennare? Non se ne parla, qui dai gas e schizzi via come un siluro. I giochi cominciano al mattino e ci si gioca tutto in tre lanci, uno di prova e due a tempo.

IL GIOCO DEL BIRILLO

Nell’attesa ci si può trastullare con un giro o con la prova di agilità tra i birilli. Con motore e baricentro bassi la V-Rod è insospettabilmente agile ma è lunga come un pullman. I birilli sono troppo stretti e le pedane troppo larghe e in avanti la conseguenza è la decapitazione di decine di omini bianchi e arancio. Bella al proposito una special che compare tra le V-Rod A e B (la nuova versione, quella un poco più economica con telaio nero) della prova: ha il manubrio basso e diritto, un bel cupolino tirato all’indietro e, soprattutto, pedane più umane, praticamente sotto il ginocchio come natura comanda. Comunque, la V-Rod è promossa per agilità, almeno vista la stazza. Arriva il momento clou, iniziano le prove di accelerazione. SEMAFORO VERDE Si infila la ruota tra le due fotocellule di partenza fino a far accendere le due lampade gialle in alto, sull’albero luminoso che fa da semaforo. Poi lo starter nasconde il comando della partenza dietro la schiena e via, si illuminano una dietro l’altra le luci e gialle e poi quelle verdi. Partono i primi e si discute sulle tecniche di guida: si tira fino a 8500 o si cambia prima?

DUBBI

E alla partenza, meglio sgommare e aprire tutto o una partenza più sobria? Si capisce subito che è meglio tenersi lontano dalle zebre disegnate sulla pista per evitare di perdere tempo in sgommate coreografiche sì, ma poco redditizie. Intanto sui tabelloni luminosi scorrono i primi numeri: 171,9 km/h, 176… arriva un 181 e rotti, miglior tempo da battere. E subito dopo arriva anche il mio turno.

BUONA LA SECONDA

Pronti in sella e via per la prima prova. Le pedane sono veramente troppo avanzate e solo Schwarzy le raggiunge comodamente. Per fortuna c’è modo di esercitarsi per provare le cambiate: il cambio è a prova di errore ma per cambiare velocemente è meglio aggrapparsi bene al manubrio e tenersi in avanti… Nella prima prova cronometrata parto un po’ da bradipo: il tempo di reazione è di un secondo e due decimi, più o meno come il mio antagonista, ma accelero poco e il bastardo esce più veloce all’ottavo di miglio e, malgrado il mio recupero, taglia prima il traguardo del quarto di miglio. Esco a 176,47 km/h, contro i suoi 166,67 km/h, ma sono secondo… Siamo al secondo round e voglio fargliela pagare.

SECONDO TENTATIVO

Parto bene: meno di un secondo il tempo di reazione (0,939 per l’esattezza) e il gas bello aperto. Scatto come una molla. Avrei potuto fare ancora meglio ma sono soddisfatto. Lui è dietro e lo tengo dietro fino al traguardo, anche se mi rilasso un poco nella cambiate e recupera. Ma esco a 179,10 km/h, primo. Credo rimanga tra i primi risultati della giornata, anche se non c’è una classifica completa, solo i risultati individuali. All’inizio si parlava di prova, non di gara… Si sa, siamo ragazzi… meglio non alzarci l’ormone della competizione: è già abbastanza alto da solo. Alla faccia di tutti quelli che pensano che le Harley sono moto tranquille.
Pubblicato da M.A. Corniche, 18/04/2004
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