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Prova

Derbi Terra 125


Avatar Redazionale , il 03/10/07

16 anni fa - E' pronta a tutto... o quasi.

Avanti un'altra! Derbi continua a sfornare nuovi modelli: dopo la scrambler Mulhacén, è la volta di una enduro che sorprende con una guida rotonda e una notevole versatilità d'impiego. Spinta dal nuovo 125 ad acqua by Piaggio, costa 3.699 euro franco concessionario.


SCUSATE IL RITARDO
In scia alla scrambler Mulhacén, arriva anche un'altra 125 tuttofare a soffiare sulle 85 candeline di compleanno della Derbi. Si tratta della Terra, che, come lascia intuire il nome, sfoggia una più spiccata vocazione all'avventura e, perché no?, anche al fuoristrada leggero. La sua è stata una gestazione piuttosto lunga, visto che era apparsa in veste definitiva già allo scorso Salone di Milano, ma ora le consegne alle concessionarie sono iniziate, a un prezzo di 3.699 euro franco concessionario.

HA NASO Prima ancora di arrivare sul mercato, la Terra aveva già avuto nei mesi passati il suo momento di gloria, aggiudicandosi un premio della Motorcycle Design Association come la 125 più bella del 2006. E vista dal vivo, su strada, è innegabile che questa Derbi abbia un certo appeal. Il suo aspetto è importante: non ha quell'aria da "vorrei ma non posso" che talvolta aleggia tra certa concorrenza di pari cilindrata. Alcune soluzioni, a partire dal naso che sovrasta la ruota anteriore, strizzano un po' l'occhio alla BMW GS o alla Suzuki DR Big di antica memoria ma la Terra può comunque definirsi piuttosto originale.


BEN FATTA
Alle spalle del volto aquilino svetta un cupolino sfaccettato dal taglio molto moderno. Il trasparente protegge una strumentazione mista, con contagiri analogico e display digitale che offre tutte le informazioni del caso. Il ponte di comando fa la sua onesta figura e lasciano perplessi giusto l'assenza del pulsante di massa e l'aria gracilina degli specchi retrovisori. Anche per il resto questa Derbi lascia soddisfatti: la cura costruttiva è nel complesso buona.

PASSO LUNGO Pure la dotazione tecnica è di tutto rispetto. Il telaioè tubolare in acciaio, completato da una forcella telescopica con steli da 37 mm e da un forcellone a sezione variabile lungo una quaresima. A sovrastarlo ci sono uno scarico obliquo e un codino svelto, che culmina in un pratico portapacchi. I dischi freno, anteriore da 280 mm e posteriore da 218, sfoggiano un disegno a tùrbine che fa una certa scena. Le ruote sono da 17" dietro e da 18" davanti, con pneumatici rispettivamente 130/80 e 100/90 e con un interasse di 1.440 mm.


CAVALLO DI BATTAGLIA
Il vero pezzo forte della Terra è però il motore, il nuovo 125 che il gruppo Piaggio costruisce in quel di Pontedera. Tecnicamente parlando non gli manca nulla, o quasi. All'appello rispondono "Presente!" la distribuzione bialbero a quattro valvole, il raffreddamento a liquido e il cambio a sei marce, mentre l'unica assenza degna di nota riguarda l'iniezione. Non che si senta la sua mancanza, comunque. Al suo posto c'è un carburatore a controllo elettronico che porta la Terra nei limiti della norma Euro 3 e al massimo di potenza consentito per legge a un 125 che sia guidabile dai sedicenni con patente A1 e dai maggiorenni con la patente B: 15 cv tondi tondi a 9.250 giri.



INSERIMENTO PERFETTO
A bordo della Terra ci si sente più "dentro" la moto che non "sulla" moto. La sella è leggermente scavata, con la seduta a 815 mm da terra, quota non proibitiva anche per chi non ha zampe da trampoliere. Il serbatoio svetta tra le gambe e il manubrio è a sua volta sistemato in alto, in posizione assolutamente corretta. Le pedane non sono da meno: centrate e per niente alte, fanno sentire a proprio agio chiunque, anche chi veste di norma XL.

GIROTONDO La Terra non ha dunque la sella bassissima della sorella Mulhacén e neppure e la sua maneggevolezza negli spazi stretti. Tuttavia bastano pochi metri per rendersi conto che quel che si perde in fatto di agilità assicura un grandissimo tornaconto sul fronte dell'equilibrio generale. La forcella più lunga e l'interasse maggiore rendono la guida molto rotonda e armoniosa su ogni percorso.


ANIMALE DA MISTO
Il suo terreno ideale è il misto, dove assicura un divertimento fuori dal comune. L'ingresso in curva è pulito e in traiettoria si ha una sensazione di grande scorrevolezza. Il margine per eventuali correzioni è molto ampio, che si tratti di stringere per recuperare la corda o di allargare la linea impostata per scartare qualcosa. Con questo presupposto, la Terra è il classico genere di moto che rischia di esserecomprata per il figlio sedicenne e che poi finisce per usare anche il papà.

COMODA, LA VITA Le sospensioni fanno la loro parte fino in fondo. Pur non essendo molto raffinate, filtrano bene le asperità e nell'uso normale non vanno mai alle corde. La posizione di guida garantisce un ottimo controllo ma non solo. Si dimostra anche confortevole e, complice la protezione aerodinamica è più che dignitosa, della Terra si potrebbe anche fare un uso a largo raggio. A giustificare il condizionale è più che altro il fatto che - come al solito - la ridotta cubatura impedisce d'imboccare autostrade e tangenziali.

PICCOLO MA GENEROSO Per essere un 125 a quattro tempi, il nuovo motore impressiona per la pastosità e la fluidità dell'erogazione. Il mono by Piaggio non vibra tanto ed è silenzioso anche quando si sfrutta la sua propensione a salire di giri e ad allungare. In ogni caso conviene buttare giù una o due marce per completare un sorpasso o superare una salita piuttosto che cercare un rilancio, reso macchinoso dalla coppia non eccezionale. In questo caso vengono in aiuto la corretta spaziatura delle marce e la buona precisione del cambio.


Pubblicato da Paolo Sardi, 03/10/2007
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