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Corsi di guida

BMW: alla GS Academy con la R 1200 GS Rallye


Avatar di Andrea  Rapelli , il 05/05/17

6 anni fa - Un giorno e mezzo di enduro vero con gli istruttori della GS Academy, in compagnia della nuova BMW R 1200 GS Rallye

Un giorno e mezzo di enduro vero con gli istruttori della GS Academy, in compagnia della nuova BMW R 1200 GS Rallye

SCUOLA DI VITA Cosa è la BMW GS Academy? Sicuramente una (ottima) scuola di enduro. Ma, anche, una scuola di vita. Perché, oltre alla concentrazione e alla prestanza fisica, questa splendida disciplina richiede anche caparbietà, fiducia in sé stessi e perfino una certa quantità di cocciutaggine. Se poi hai anche l'opportunità di provare moto come la BMW R 1200 GS Rallye... Ma andiamo con ordine.

VAL TREBBIA Il luogo è meraviglioso: la base della BMW GS Academy 2017 è il Castello di Rivalta (PC), vicino al letto del fiume Trebbia. Una zona di dolci colline e, scoprirò poi, di splendido enduro. Ma non solo: per mogli, fidanzate e affini ci sono nei dintorni un campo di golf, percorsi per bici, la possibilità di escursioni a cavallo e perfino una bella piscina.

LE PUOI PROVARE TUTTE Il corso, della durata di un giorno e mezzo, è uguale per tutti: il primo giorno è dedicato agli esercizi, per prendere confidenza con la moto e la terra, il secondo al giro vero e proprio su sterrato. Naturalmente BMW fornisce le moto, tutta la gamma GS: si va dalla F 800 GS fino alle R 1200 GS Adventure, dotate di adeguati pneumatici tassellati. Per non parlare della R 1200 GS Rallye, che è stata la mia compagna in queste ore di vero enduro.

SPECIALISTICA Già, perché a detta degli istruttori e degli uomini BMW questa GS, la Rallye 2017, è la più votata al fuoristrada rispetto a tutte le altre GS, anche quelle del passato. A cominciare dal look: oltre ai pneumatici tassellati, che si possono montare in fabbrica, compaiono anche un parabrezza corto, protezioni ai radiatori, sella piatta, pedane enduro e cover protezione telaio, per evitare che gli stivali lo danneggino.

PACK SPORT Ma il bello arriva con l'assetto Sport: l'escursione delle sospensioni (210 mm davanti e 220 dietro) e la luce a terra crescono entrambe di 20 mm, c'è il braccio a forma di A del Telelever dedicato e un software di gestione delle sospensioni Dynamic ESA specifico. Le molle hanno rigidezza diversa e l'idraulica viene ritarata. Infine c'è un cavalletto laterale più lungo, per compensare la maggior altezza da terra. Naturalmente cambiano anche le quote: rispetto alla standard, il pacchetto Sport fa diminuire l'avancorsa (da 99,6 a 95 mm) e perfino l'interasse, che scende da 1.507 a 1.496 mm. Volendo, c'è anche una versione ribassata con ammortizzatori più corti.

ENDURO PRO Nulla di nuovo per il motore, il tradizionale boxer a aria/liquido da 125 cv e 125 Nm a 6.500 giri. I riding mode di serie sono due (Road e Rain), che salgono a quattro acquistando le mappe Pro che permettono gli step Dynamic e Enduro. Con una particolare spinetta in dotazione alla moto si possono inserire anche Dynamic Pro e Enduro Pro: quest'ultimo, progettato per pneumatici tassellati, inibisce l'ABS sulla ruota posteriore e adegua il comportamento del DTC. Tutto è gestito dalla piattaforma inerziale Bosch, la stessa di una supersportiva come la S1000RR.  

DIECI ANNI E MANCO IO In dieci anni di vita, la GS Academy – aperta anche a chi non è cliente dell'Elica – ha formato oltre 1.500 allievi. Visto che non sono mai stato uno di quelli, accetto di buon grado l'invito di BMW: mettere il naso fuoristrada mi piace ma le mie capacità non sono esattamente dakariane e le lezioni mi faranno sicuramente bene. 

PIOGGIA E KG In più, c'è lei, la BMW R 1200 GS Rallye. Che, già da ferma, con i suoi colori sociali, i cerchi a raggi e i pneumatici dal tassello pesante, ingolosisce parecchio. Certo, è grossa. Sì, è pesante (244 kg in ordine di marcia). E sì, sta pure iniziando a piovere.

SELLE PER TUTTI Da fermo, non posso fare a meno di pensare che, combinando i diversi tipi di selle, la BMW R 1200 GS Rallye ha un'altezza della seduta che varia tra gli 800 e i 900 mm. Quanto basta, insomma, per far sì che praticamente tutti riescano a toccar terra con facilità. E credetemi, la cosa in enduro serve, eccome...

IN BILICO Pronti via, siamo già sul campo (nel vero senso della parola). La prima prova è imparare a mantenere l'equilibrio in sella, da fermi, aiutati dal compagno: in piedi, ginocchia leggermente flesse, gomiti belli larghi (per mantenere un bel controllo sul gas anche in caso di contraccolpi) bisogna cercare di controbilanciare con il corpo i movimenti della moto.

TIRALA SU Poi, lo spostamento corretto del corpo in curva e, dulcis in fundo, come rialzare la moto dopo una caduta: prima inserita, manubrio girato dalla parte opposta rispetto al lato su cui è adagiata la moto e... tirarla su. Con la forza delle gambe, mi raccomando, altrimenti il colpo della strega è assicurato.

SLALOMEGGIA Iniziamo con lo slalom, che bisogna fare il più piano possibile, giocando con frizione e gas e con lo spostamento del corpo. Qui, la GS si esalta e mi fa sentire un endurista quasi esperto: grazie al baricentro basso del boxer si cambia direzione in un amen e non riesco a credere che un bestione così possa voltare – sull'erba bagnata – così facilmente, non facendomelo pesare.

SI SALTA Si continua con i tronchi, da affrontare esattamente in perpendicolare: resi viscidi dalla pioggia, se si prendono anche solo leggermente in obliquo, la moto s'intraversa e tanti saluti. Importante è anche lo spostamento del corpo: quando la ruota anteriore sta per incocciare nel tronco, peso indietro. Appena si oltrepassa, peso avanti. E così via, fino alla fine del percorsino. Le sospensioni Dynamic ESA funzionano davvero bene – grazie ai numerosi sensori sparsi per la moto - e cercano di mantenere l'assetto quanto più costante possibile.

GHIAIA E LEGNO STRETTO Decisamente più temibili sono il ghiaione e le canalette. Se per passare indenni il primo va tenuto un certo abbrivio, senza troppo gas, e il peso ben indietro per dare trazione, sulle seconde (divise in tre larghezze diverse) bisogna azzeccare la traiettoria giusta al millimetro. Se la ruota anteriore si appoggia alla canaletta – creata artificialmente in legno – la caduta è praticamente certa: sperimentato sulla pellaccia, dura per fortuna.

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QUELLI VERI Dulcis in fundo, ci spostiamo su un percorsino creato all'interno di un vecchio letto di fiume, che quelli veri chiamano parco giochi mentre io, dopo un giro in cui ho visto tutta la mia vita passarmi davanti come un film, ho affettuosamente ribattezzato giro della morte. Discesina di un paio di metri, bello strappo verticale, qualche curva stretta e di nuovo discesona-salitona. Per farla breve, un incubo: gestire lì in mezzo una mucca come la GS richiede nervi saldi, buona tecnica e più che discreta manetta.

TERRENO DIFFICILE Ci pensa la pantagruelica cena, nella Antica Locanda del Falco al Castello di Rivalta, a distrarmi. Anche perché per il giorno dopo è previsto un percorso con qualche tratto impegnativo: c'è da sperare, anche nel tempo. Perché il terreno argilloso della zona, se c'è umido, forma una palta che avviluppa tutto, gomme e stivali compresi.

INIZIO LENTO Pronti via, la mattina dopo facciamo 2 km e già arranchiamo: io, sfruttando l'abbrivio e la grande coppia della GS, riesco a salire senza troppi problemi. Però qualcuno arranca, gestire questa motona in mezzo al fango è complicato: bisogna farla scorrere e fidarsi. Facile, a dirsi...

ASSORBE DI PIU' Ad ogni modo, la risposta del Telelever, con il pacchetto Sport, è ben più smussata rispetto al passato: rimbalza meno sugli ostacoli e sembra davvero molto simile ad una forcella tradizionale. Rassicura, ma devi comunque fidarti.

REGINA SUL VELOCE Va molto meglio sullo sterratone veloce che incontriamo di lì a poco: qui ci si gode la schiena del boxer, la risposta del comando gas, la gran stabilità e la bontà dell'ABS, che in Enduro Pro non entra mai a casaccio. Piove, ma su questo pezzo non c'è davvero da aver paura.

CHE PALTA Ma è nell'ultimo tratto, quasi una mulattiera devastata da un fango argilloso, che si attacca ovunque come colla, che le cose si complicano. Bisogna salire facendo cantare il motore e liberando, nei brevi tratti in rettilineo, la ruota posteriore dal fango con profonde sgasate. La realtà è che ci piantiamo quasi tutti a turno, fino a che il fango abbraccia le gomme e arrivederci.

NIENTE FOTO Arrivare al photo-shooting è impossibile, giriamo le moto e zampettiamo allegramente in discesa fino a valle. L'enduro, d'altronde, è anche questo. Scuola di vita – i compagni si aiutano sempre in caso di problemi o cadute – e sport completo, che fa consumare calorie e crescere i muscoli. Inoltre, aumenta la confidenza con la moto, qualunque essa sia. Se avete la possibilità, i 690 euro per partecipare al corso GS Academy sono soldi ben spesi.

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO
CASCO X-LITE X-502 Questo X-Lite è davvero un casco da offroad allo stato dell'arte: è realizzato con molta cura e l'imbottitura con speciale struttura a rete non crea fastidi in marcia. Ottima anche la ventilazione e il peso, non eccessivo. La chiusura è a doppio anello e sono due le misure di calotta disponibili. La nostra è la colorazione Nac Nac, ma non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Taglie: XXS-XXL
Prezzo: 519,99 euro

GIACCA REV'IT! DEFENDER PRO GTX Una giacca – estiva – da motociclisti veri, questa Dominator. L'anima da giramondo la vedi dalla capacità di adattarsi alle condizioni atmosferiche. Piove? Il giacchino interno (staccabile) in Gore-tex non fa passare l'acqua e stoppa il vento. La colonnina di mercurio raggiunge i 40°? In Sud Africa, in questa stagione, è la normalità. Le numerose prese d'aria – quattro sul busto, due sugli avambracci e una sulla schiena – sono tornate proprio comode. Oltre a far sudare poco, la Dominator è una giacca che non ti fa diventare Robocop nei movimenti, è piuttosto leggera e ben dotata in fatto di tasche (tutte a prova di polvere). Ci si può regolare la vestibilità con cinghietti su fianchi, bicipiti e polsi. La sicurezza? Oltre alla protezioni su spalle e avambracci, questa Rev'it! è dotata di paraschiena integrato e bande riflettenti. Taglie da (occhio che veste attillata) S a XYL.

PANTALONI REV'IT! DEFENDER PRO GTX Degni compagni di cotanta giacca, presentano due prese d'aria per gamba e protezioni su ginocchia e anche. Alla caviglia c'è una zip e una regolazione a velcro, con inserti riflettenti. Belle e utili (per non rovinare il serbatoio quando si guida in piedi) le fasce in vellutino nella parte interna della gamba, all'altezza del ginocchio. Volendo, i pantaloni si possono unire con zip alla giacca. Grazie alla buona ventilazione ho sofferto poco il caldone africano. Le protezioni non danno fastidio ma ricordate che questi pantaloni vestono abbondanti e regolari. Anche per loro interno in Gore-Tex staccabile. Qualità costruttiva notevole. Misure dalla S alla XXL.

GUANTI REV'IT! SAND PRO Guantini leggeri ma resistenti, non traforati. Il palmo scamosciato migliora il grip, la struttura alveolare in PU iniettato sulle nocche pensa ad evitare danni in caso di caduta. Vestibilità comoda, chiusura semplice con velcro all'altezza del polso. Completano il quadro inserti in pelle di capra, pecora e bovina. Taglie S-XXXL

STIVALI TCX INFINITY EVO GORE-TEX Uno stivale che sopporta senza fare un plissé pietraie e guadi (grazie al Gore-Tex) ma, al contempo, non è scomodo da indossare: aperti i due ganci in plastica, che hanno una sola posizione di utilizzo, è tutta questione di regolare – con il velcro – la chiusura al polpaccio. Se non li avete mai usati, ricordate che sono più alti rispetto agli stivali da strada e, talvolta, trovare la leva del cambio al primo colpo può non essere semplice. Basta un po' di pratica, comunque. Una volta scesi dalla moto, vi farà piacere sapere che hanno anche una soletta piuttosto morbida. Così come la tomaia, in pelle pieno fiore. La suola è realizzata da Michelin. I numeri? Da 38 a 48.

OCCHIALI SCOTT TYRANT Lente a specchio, tre diverse altezze per il paranaso, possibilità di regolare la parte inferiore di 4 mm, per adattarsi al meglio alle guance: gli Scott Tyrant sono roba da professionisti del tassello. Quattro i colori, morbida sulla pelle la calzata. Non manca una presa d'aria sulla parte superiore e una striscia in silicone sull'elastico, per migliorare l'aderenza al casco. 


Pubblicato da Andrea Rapelli, 05/05/2017
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