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Prova

Aprilia Shiver edizione finale


Avatar Redazionale , il 28/05/07

16 anni fa - la scommessa italiana

Dopo averci fatto provare in anteprima il prototipo, Aprilia ci ha messo a disposizione per un giorno la versione definitiva della Shiver. Una moto di gran qualità con tutte le carte in regola per lottare con le giapponesi della middle class e anche qualcosa in più: un rapporto dotazione-prezzo quasi imbattibile.

DI TUTTO DI PIÙ Pinze radiali, forcella rovesciata, telaio misto traliccio/alluminio, manubrio biconico in alluminio anodizzato, leve di freno e frizione regolabili, computer di bordo, ride by wire. Sono capaci tutti di fare una moto con una dotazione da prima della classe, basta farla costare molto più delle altre... Questa è stata sempre la filosofia delle Case italiane, che per i loro prodotti non hanno mai lesinato in qualità anche se poi il prezzo non era a livello delle più "prosaiche" giapponesi. Quando il segmento è però quello delle naked di media cilindrata e in ballo c'è una categoria dove il prezzo ha spesso più appeal della qualità, la strategia va rivista profondamente.

BELLA SCOMMESSA A meno che non si parli della nuova Aprilia Shiver che, in questo senso, rappresenta una scommessa di quelle toste; in pratica è la prima europea ad andare a giocarsi la partita ad armi pari con le jap che stanno spopolando. Le sue rivali si chiamano Honda Hornet, Kawasaki Z 750, Suzuki GSR, Yamaha FZ6, moto che occupano stabilmente le prime posizioni della classifica e con cui la Shiver si va a confrontare senza alcun complesso di inferiorità, anzi. Perché, da buona italiana, offre quel plus di dotazioni che è lecito aspettarsi ma con un prezzo che è sì leggermente più caro delle concorrenti, però non molto distante. Tutto quanto citato in apertura di articolo vale infatti 8.000 € tondi, che vista la qualità della moto sono una cifra del tutto accettabile anzi, detto sinceramente, paiono quasi pochi.

FATTA CON LA TESTA Nessuna moto del segmento offre, infatti, quello che offre la Shiver, una moto che non è solo ben dotata ma è anche molto ben fatta in ogni particolare. L'ho guardata a lungo durante il press test, ma sinceramente non sono riuscito a trovare elementi poco convincenti, scoprendo anzi qualche piccolo accorgimento che fa notare l'attenzione con cui la Shiver è costruita. Come i due piccoli paracolpi neri ai lati del serbatoio: sono una vera manna per proteggere la moto dalle classiche cadute dal cavalletto (chi non ne ha mai subita una?) e si cambiano con una semplice vite: pochi euro e si salva il serbatoio.

LUCI AUTOMATICHE Oppure la centralina che spegne automaticamente le luci quando si lascia la chiave inserita per un tempo più lungo del normale, altra piccola attenzione che permette di non restare a piedi con la batteria a terra per una semplice distrazione. La Shiver, dunque, è una moto veramente "avanti" e va dato atto ad Aprilia di avere avuto il coraggio di lanciare per prima la tecnologia a cui tutti prima o poi arriveranno. Non starò qui a descriverla di nuovo staticamente, per quello vi rimando all'ottimo articolo del buon Michele Losito pubblicato solo qualche settimana fa. Tanto ormai tutti sanno che questa moto è una bicilindrica da 750 cc e 95 cv e utilizza il ride by wire per l'acceleratore. Piuttosto mi interessava concentrarmi sulla guida lungo le belle strade di montagna del trevigiano, dove si è svolta la presentazione.


EVOLUZIONE CONTINUA
Non avendo partecipato all'evento di Balocco per me era la prima assoluta con la Shiver, e devo dire che dopo averla sentita decantare dai colleghi ero davvero curioso di conoscerla da vicino. Nel frattempo sono passati un po' di giorni e un po' di mappature, perché il mondo del ride by wire è talmente vasto da essere in continua evoluzione. Dopo la prova di Balocco i tecnici Aprilia (e quelli della Marelli realizzatori del sistema) hanno preso appunti ed hanno ulteriormente evoluto l'elettronica della moto che adesso, a mio parere, è già a livello più che soddisfacente. Anche se è scontato pensare che da oggi a fine giugno, quando la moto arriverà sul mercato, ci saranno ulteriori evoluzioni e miglioramenti.

LA MAXI DELLE MEDIE Vista dalla sella, la Shiver è una moto "importante", non è una motoretta, ha dimensioni da moto matura (più generose della media delle concorrenti 600 cc) e finiture di livello superiore; non ci sarebbe da stupirsi per questo che in futuro possa arrivare una versione di cilindrata superiore. Come tutte le Aprilia, anche la Shiver ha una ergonomia per me perfetta, la sella non è altissima, si tocca bene a terra, il manubrio piuttosto largo, le pedane appena arretrate. Già dalla posizione di guida si capisce come in Aprilia abbiano voluto realizzare una moto adatta a tutti: la Shiver non è una piccola Tuono, è una moto più "umana" che davvero vuole essere amichevole con chi è alle prime armi, ma sa essere anche aggressiva ed efficace se capita in mano all'utente più smaliziato.

MORBIDA MA EFFICACE Per questo motivo anche la taratura delle sospensioni non è estrema, ma più orientata verso il morbido (forse un filo troppo sfrenata la forcella) così che buche e pavè non rappresentino un problema, pur senza scadere nel flaccido, perché il movimento di forcella e ammortizzatore è sempre ben controllato.

UN NOME UNA GARANZIA Il marchio Aprilia sul serbatoio è da sempre sinonimo di ciclistica d'eccellenza e la Shiver non smentisce quanto di buono siamo abituati a trovare sulle moto di Noale. La parola d'ordine in questo caso è facilità d'uso: la Shiver è la classica moto che ispira confidenza fin dai primi metri. È facile, intuitiva, ottimamente frenata, offre una guida precisa ed efficace, e ti porta ad andar via spedito senza impegnarti minimamente testa o fisico. Inoltre, ha prestazioni di ottimo livello soprattutto se si considera il segmento cui appartiene. Merito non solo di una ciclistica estremamente a bilanciata ma anche del motore.

FORTE AI MEDI Per questo V2 è stato fatto davvero un gran lavoro. Raramente mi è capitato di trovare bicilindrici altrettanto elastici: il 750 Aprilia (che ha anche un gran bel rumore) è un portento di dolcezza, riprende in sesta da 2.000 giri senza problemi e ha il suo punto di forza ai medi regimi (quelli più usati su strada) che la fanno viaggiare veloce nel misto senza sforzo alcuno e senza richiedere al pilota di attaccarsi continuamente al cambio (preciso ma non morbidissimo). Dai 4.000 agli 8.000 giri si gode di una spinta davvero consistente e fluida, che fa andar forte senza quasi rendersene conto; su un bel misto di montagna credo che le concorrenti della Shiver vedranno solo gli scarichi... Perché con l'Aprilia la potenza non la devi aspettare, ce l'hai sempre a disposizione ai regimi giusti.

ALLUNGA MA NON TROPPO Oltre gli 8.000 c'è anche spazio per un buon allungo (si arriva a 10.000 indicati) ma la spinta cala in modo piuttosto netto così che si è invogliati a cambiare ben prima del limite. Visto quello che arriva ai medi, un po' di grinta in più in alto non mi sarebbe dispiaciuta, ma anche così non ci si può certo lamentare.

CERVELLONE Il ride by wire è ovviamente parte in causa di questo comportamento e come già detto la sua taratura è attualmente già molto a punto, anche se in certi frangenti (soprattutto quando si guida sportivamente) ci si rende conto che non c'è proporzionalità tra l'apertura del gas e l'effettiva apertura delle farfalle, reazioni più che altro a cui non siamo ancora abituati. Ai bassi la moto è sempre molto dolce e progressiva (e questo aiuta non poco a gestirla in ogni situazione) mentre ai medi tutto dipende da come e quanto si apre il gas. Il carattere della moto, in questo caso, ha molte sfaccettature, si hanno risposte morbide oppure più perentorie a seconda di quello che si chiede al motore.

PICCOLI SPIGOLI Un comportamento a cui occorre solo fare l'abitudine, come occorre fare l'abitudine a quel pizzico di ritardo di risposta quando si cambia mercia o all'erogazione leggermente "sporca" quando si parte al minimo, dove la centralina sembra incedere per una frazione di secondo prima di decidere cosa fare. Piccoli spigoli di cui in Aprilia sono già a conoscenza e su cui stanno lavorando di cesello per eliminarli del tutto, visto che le mappature sono tutt'ora in evoluzione. In compenso è ottima la gestione del freno motore che rende la moto molto scorrevole in curva e in staccata senza richiedere l'utilizzo di una frizione antisaltellamento.

PUNTATE SU DI LEI? Una scommessa tosta dicevamo, quella di Aprilia. E, in effetti, a Noale l'hanno presa molto sul serio, ben consci dello spessore della sfida. La Shiver è stata costruita senza badare al risparmio, le sue doti tecniche e qualitative non sono specchietti per le allodole, sono reali e la moto è davvero in grado di giocarsela con le best seller del segmento, non solo per le prestazioni ma soprattutto per i contenuti che è in grado di offrire. Una sfida coraggiosa, che alla prova dei fatti merita di avere successo.


Pubblicato da Stefano Cordara, 28/05/2007
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