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Aprilia Dorsoduro 1200 MY '12, ora anche in video


Avatar Redazionale , il 02/04/12

11 anni fa - Migliora la guidabilità sull'Aprilia Dorsoduro 1200 MY '12

Nuovi cerchi più leggeri, un assetto rivisto e un'elettronica di ultima generazione rendono l'Aprilia Dorsoduro 1200 MY '12 più guidabile ed efficace nel misto. Il tutto a un prezzo piuttosto interessante: 10.990 euro f.c..

EVOLUZIONE DELLA SPECIE Dopo circa un anno e mezzo di onorato servizio, l'Aprilia Dorsoduro 1200 si concede una piccola rinfrescata con il lancio del MY ‘12. Nessuna rivoluzione, sia chiaro, per un prodotto che appare ancora fresco di giornata ma un intenso lavoro di fino, volto a migliorare la guidabilità, le prestazioni e la sicurezza.

WEIGHT WATCHERS L'Aprilia Dorsoduro 1200 MY ‘12 è quindi a prima vista quasi identica alla moto lanciata nell'autunno 2010 (la prova di allora è tra le notizie correlate), ovvero una motardona ipervitaminizzata dall'aria atletica e muscolosa, che,  con la sua imponenza, strizza anche un po' l'occhio al mondo delle naked. La carrozzeria non cambia di una virgola, fatti salvi i rivestimenti dei silenziatori, mentre inedite sono le grafiche delle plastiche e la finitura del parafango anteriore. Solo chi è un gran fisionomista può accorgersi invece che i cerchi sono cambiati. Questa scelta porta con sé un risparmio di peso di circa 2,3 kg, che è un'ottima premessa per un miglioramento della maneggevolezza e della reattività. Qualche altro etto è stato limato qua e là, come per esempio a livello del portatarga, ora ottenuto con un'unica stampata, facendo scendere il peso totale di 3 kg, fino alla soglia di 209 kg con tutti i liquidi, benzina esclusa.

DOPPIO MISTO Sotto la pelle la ciclistica rimane quella nota, con le misure uguali al millimetro (con dunque l'interasse di 1.528 mm e l'avancorsa di 118 mm, giusto per ripassare due numeri). Il telaio adotta una struttura mista, composta da un traliccio in acciaio e da due piastre laterali in allumino, lo stesso materiale usato anche per il telaietto reggisella e per il forcellone. Quest' ultimo continua a lavorare, senza leveraggi progressivi, un ammortizzatore sistemato lateralmente in bella vista e completamente regolabile nel precarico, così come nell'idraulica. Anche la forcella a steli rovesciati da 43 mm, griffata Sachs come il mono, può essere settata a piacere ma va sottolineato come l'assetto standard sia leggermente rivisto rispetto al passato. In generale l'Aprilia Dorsoduro 1200 MY ‘12 ha meno precarico e un'idraulica più sfrenata, per essere più dolce quando si vanno a pennellare le curve, complice anche il conseguente lieve abbassamento del baricentro.

A BASSA VOCE Sulla carta il motore sembra reduce da un "copia e incolla" ma i tecnici, a mezza voce, parlano di un affinamento dei processi produttivi che porta con sé un leggero aumento della potenza massima (5 cv) e della coppia (0,3 kgm) sulla stragrande maggioranza dei motori che escono dalla catena di montaggio. Per stare dalla parte del giusto, il picco dichiarato è quello del model year uscente, ovvero 130 cv, con una coppia di 11,7 kgm, quanto basta per fare comunque del 1200 di Noale il motore più prestante della categoria.

CHIP AL POTERE Numeri a parte, l'Aprilia Dorsoduro MY ‘12 suoi conferma anche la maxi motard dotata dell'elettronica più evoluta. Della sua dotazione standard fanno parte infatti l'Abs a due canali disinseribile, il sistema ride by wire e controllo di trazione ATC derivato da quello della RSV4 APRC SE regolabile su tre livelli e a sua volta disinseribile indipendentemente dall'Abs. Si va dall'1, che è quello più sportivo e meno invasivo, al 3 che è invece quello più prudenziale, e a ciascuno corrisponde anche un diverso modo di ripristino della coppia motrice nella fase post intervento, che diventa più soft man mano che si va dall'1 al 3. E tre sono anche le mappature disponibili a livello di erogazione della potenza: Sport, Touring e Rain. Le prime due sono full power ma con risposte del motore più o meno vivaci, mentre l'ultima mette a riposo una trentina di cavalli per un uso suoi fondi scivolosi.

RIPOSIZIONATA Tutto questo pacchetto è rigorosamente di serie su tutti gli esemplari, che sono proposti al prezzo di 10.990 euro franco concessionario nelle due tinte rosso fluo e bianco glam sempre abbinate al nero. Il prezzo è leggermente inferiore a quello fissato nel 2010 e rende quest’Aprilia più allettante. Per chi vuole cucirsi la moto addosso come un abito su misura, la Casa mette a disposizione un ricco catalogo di accessori, che permettono di esaltare la sportività o la vocazione turistica della Dorsoduro 1200 MY ‘12. Giusto per fare qualche esempio, si possono ricordare le borse laterali, quella da serbatoio, una bisaccia, le maniglie per il passeggero, i terminali di scarico Arrow e la frizione anti saltellamento.

IN QUESTO SERVIZIO
Casco X-lite X-802 Start
Giacca Apinestars AST-1 Waterproof
Pantaloni Alpinestars Bregenz Drystar
Guanti Alpinestars C-10 Drystar
Stivali TCX X-Five Plus Gore Tex 

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SEMPRE LI’ Manubrio, pedane e sella non presentano novità sull'Aprilia Dorsoduro MY ‘12, che mantiene dunque la posizione di guida di sempre. Si siede piuttosto in alto, con le terga a 870 mm da terra, con i piedi leggermente arretrati e con il busto che finisce con il caricare appena il manubrio, piazzato piuttosto in basso e vicino al pilota. La posizione è piuttosto naturale, garantisce un buon controllo e ha l'unico difetto di essere un po' obbligata. Sulla carta ci sarebbe anche spazio per cambiare postura ma la conformazione della sella e la triangolazione con i vari comandi finisce per riportare in fretta là da dove si era partiti. I più alti hanno le ginocchia che s’incastrano nei fianchi del serbatoio

ATTORE PROTAGONISTA Una volta in movimento, il motore impiega poco a reclamare il contro della scena e a vestire i panni del protagonista assoluto. Il suo borbottio cupo al minimo lascia presto il posto a un ruggito quando si stuzzica il gas e a ogni rotazione della manopola corrisponde un deciso impulso in avanti. Ai bassi il bicilindrico veneto è fluido ed elastico come poche altri rivali, pronto a riprendere senza strappare già dai 2.000 giri, anche in sesta. Il meglio viene però fuori ai medi, permettendo nel misto d'inserire una marcia come per esempio la terza o la quarta e di dimenticarsi poi del pur ottimo cambio. Raramente ci si spinge fino a quota 7.500 giri ma facendolo si può scoprire che qui il V2 di Noale si produce in un ulteriore rush, che lo porta d'un fiato a chiamare in causa il limitatore. E’ un tipetto insomma dotato di una bella castagna e che vorrebbe gli venisse dato del lei almeno per un po', se non fosse per  là presenza del controllo di trazione ATC.

PROVA BAGNATA… Caso più unico che raro, per una volta sono contento di aver provato una moto come l'Aprilia Dorsoduro 1200 MY ‘12 sotto l'acqua e su un asfalto infame, come quello di una Catania ammantata di cenere lavica e sommersa pure da una grandinata epocale. Mancava giusto l'invasione delle cavallette a completare un quadro apocalittico ma forse l'elettronica dell'Aprilia non avrebbe fatto una piega neppure così. In certe condizioni estreme, l'aiuto del chip è una vera manna, quale che sia lo stile di guida che sui vuole adottare.

QUESTIONE DI STILE La pioggia non placa i bollenti spiriti? Si può selezionare là mappa Sport e mettere l'ATC in modalità 1 perché là centralina, grazie anche alla funzione Slip Control, permetta di giocare con la manetta per prodursi in leggere derapate sotto l'occhio vigile dei sensori, pronti a intervenire sull' alimentazione e, in casi estremi, sull'accensione per tagliare i viveri al motore. Se invece si preferisce dormire sonni più tranquilli, è si può selezionare la mappatura Rain e settare l'ATC sul 3, sicuri che la Dorsoduro non farà mai brutti scherzi, nemmeno in sul pavé o sui fondi sconnessi. In ogni caso, per i miei gusti, il set up ottimale per una guida allegra e spensierata è con il motore su Touring e l’ATC sul 2. Viste le condizioni di grip precario, devo riconoscere al telaio il pregio di dare sempre un’idea precisa di cosa stia accadendo tra le gomme e l’asfalto. Gli interventi fatti all’assetto (gli stessi suggeriti dal nostro Cordara all’epoca della prima prova, che coincidenza…) danno i loro frutti, con la moto che si dimostra piuttosto docile ma con l’avantreno che segna la rotta senza incertezze.

CORPO A CORPO Intendiamoci: l’Aprila Dorsoduro 1200 MY ’12 mantiene quote ciclistiche piuttosto aperte e non è un fulmine a infilarsi in traiettoria o nei cambi di direzione. Che punti sulla stabilità più che sulla maneggevolezza, d’altro canto, è noto da sempre. Le modifiche la rendono comunque molto omogenea nelle manovre, quando magari si tratta di raccordare due curve in sequenza o c’è da correggere una traiettoria quando si è battezzata male una curva. In ogni caso, a prescindere dal look e dalla posizione in sella, quest’Aprilia si gestisce meglio se è guidata di corpo, lavorando con il busto o con i piedi a fare pressione sulle pedane, piuttosto che protesi all’interno della curva in puro stile motard. Più che i funambolismi, asseconda meglio la guida precisa e, vista la potenza in gioco, è forse meglio così.

ALTOLA’ Due paroline, infine, vanno spese doverosamente per i freni. Anche in questo caso, giù il cappello davanti a un Abs che lavora a meraviglia, lasciando ampio margine per divertirsi senza essere mai invasivo e intervenendo solo quando è strettamente necessario a tirare fuori dai guai. Per il resto l’impianto sfoggia un’ottima potenza e una discreta modulabilità.


Pubblicato da Paolo Sardi, 02/04/2012
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