Logo MotorBox
Test Ride

Prova: Suzuki SV650X-Ter, una special di serie


Avatar di Emanuele Colombo , il 30/05/18

5 anni fa - Suzuki SV650X-Ter: la prova su strada della cafè racer giapponese

Suzuki SV650X-Ter: prova, opinioni, caratteristiche, prezzo, gallery

In sella alla Suzuki SV650X-Ter: la café racer derivata dall'apprezzatissima media giapponese. Versioni, caratteristiche, prezzo

Benvenuto nello Speciale SUZUKI BARBERSHOP, composto da 2 articoli. Seleziona gli articoli di tuo interesse cliccando il sommario SUZUKI BARBERSHOP qui sopra, oppure scorri a fondo pagina la panoramica illustrata dell'intero speciale!

RITORNO ALLE ORIGINI Ogni volta che la guido faccio sempre lo stesso pensiero: tutti dovrebbero avere in garage una Suzuki SV650X-Ter: a prescindere dal fatto che siano motociclisti esperti o meno e che abbiano già un'altra moto oppure no. Perché la café racer giapponese ha il potere di ricondurmi all'idea stessa di motocicletta, con tutto il suo carico di emozioni che vanno dal piacere della guida di corpo al grande senso di libertà, passando per una colonna sonora che scuote le budella. Ma andiamo con ordine...

QUESTIONE DI PARTICOLARI A vederla, la nuova Suzuki X-Ter regala un colpo d'occhio fantastico: le proporzioni sono perfette e il riuscitissimo look rètro le dona fascino e grinta. A caratterizzare questa versione ci sono piccole frecce in carbonio, un esile porta targa in lega leggera e specchietti in alluminio macchinati dal pieno. Ma soprattutto c'è lo scarico sdoppiato firmato Fresco, che termina con due tromboncini protetti da una spessa griglia metallica: bellissimo e, come vedremo, grande co-protagonista dell'esperienza di guida.

POCHI TOCCHI LA STRAVOLGONO Qualche maligno potrebbe obiettare che la X-Ter è una normale SV650 imbellettata e con i semimanubri bassi. Definizione riduttiva, ma non del tutto sbagliata, in fondo. Ma basta farci un giro per capire che ciò che è stato fatto per derivare una café racer da un'apprezzatissima naked è in grado di creare qualcosa di inedito e formidabile: un vero colpo di genio.

LA RICETTA GIUSTA Appena seduto in sella ti accorgi che una motocicletta, l'idea platonica di motocicletta, è esattamente questa: snella, leggera, essenziale. Eppure curatissima nel dettaglio. Comoda, ma con un lieve eccesso di carico sui polsi per rendere la guida proprio quella che deve essere: non un sonnellino in poltrona, ma un'esperienza fisica, che solletica tutti i sensi, e costringe la muscolatura del guidatore a prendere parte attiva nel gioco.

MUSICA, MAESTRO! Metto in moto e il rombo mi sorprende: pieno e martellante ha il sapore dei motori di grossa cilindrata. Nessuno direbbe mai che lì sotto c'è un bicilindrico di appena 650 cc. Innesto la prima e parto. La frizione ha una consistenza maschia, ma uno stacco perfetto: progressivo e sensibile è facilissimo da gestire. Le marce salgono e scendono con scatti degni di una serratura, mentre la manetta dimostra una sensibilità altrettanto perfetta.

TUTTA DA GUIDARE Il motore è prontissimo e molto reattivo, con un tiro ai bassi regimi che, di nuovo, crea l'illusione di una cilindrata superiore. Insistendo sulla manetta, tuttavia, la progressione è dolce e i 76 cavalli si dosano a meraviglia, per non tradire la proverbiale facilità di guida della SV650 originale. Nel traffico la guidabilità è perfetta e il manubrio stretto è di grande aiuto per infilarsi tra le colonne di auto ferme al semaforo. Il pavé non fa paura alle sospensioni, che in questa situazione hanno un assorbimento molto efficace.

PERFETTA PER DUE E chi la moto la concepisce anche per... cuccare, sappia che qui il passeggero è tenuto in gran conto. La sella è infatti molto ampia e ben imbottita, con pedane piccole, ma alla giusta distanza dal piano di seduta. E il dislivello tra pilota e passeggero è contenuto. Mancano le maniglie, dite? Vero, sulla X-Ter c'è solo la cinghia di cuoio, ma qui si parla di cuccare: “il passeggero abbraccerà il pilota”, è scritto nei comandamenti del vero motard.

QUESTIONE DI FEELING Ma il bello viene uscendo dalla città e spostandosi sulle strade di collina, dove i semimanubri compiono una vera e propria magia. Se la SV650 normale, con il manubrio largo, risulta fin troppo sensibile ai movimenti del pilota e restituisce un feeling con l'avantreno meno intenso, la X-Ter appare solida, appagante, emozionante: fa proprio venire voglia di piegare. Il tutto senza sacrificare una maneggevolezza che rimane molto elevata grazie alla ruota posteriore da 160 mm, a quote ciclistiche agili e a un peso di 207 kg in ordine di marcia. I consumi? In media tra 18 e 20 km/l, stando al computer di bordo, ossia tra 5 e 5,6 l/100 km.

VEDI ANCHE



FACILE FACILE Basta un attimo, con la X-Ter, per sentirsi protagonisti di un vecchio film in bianco e nero, dove ragazzacci brillantinati con un chiodo screpolato si sfidano sulle café racer degli anni Settanta. Qui però sperimento tutta la confidenza che solo le ciclistiche moderne sanno trasmettere: una confidenza che invita a sfruttare il freno motore per affrontare l'ingresso curva in leggero derapage, come fanno i campioni, aiutati dalla frizione che, anche in questo caso, offre una modulabilità impeccabile.

VERSIONI E PREZZO La moto perfetta? Più che altro, LA moto. Personalmente vorrei più mordente dal freno anteriore, ma anche dover applicare alla leva (regolabile) più forza del normale nelle frenate impegnative è un forte richiamo alle origini. Disponibile anche in versione depotenziata a 35 kW, per i possessori di patente A2, la Suzuki SV650X-Ter costa 7.390 euro: soldi davvero ben spesi.

ABBIGLIAMENTO

CASCO BELL BULLITT Questo casco dallo stile marcatamente rètro, che riprende le linee dei primi modelli prodotti dalla casa americana, è realizzato con calotta in fibre composite. La cura per il dettaglio passa per le quattro prese d'aria frontali e quella posteriore sapientemente mascherate, a tutto vantaggio della pulizia della linea. Leggero e per niente fastidioso da indossare, presenta parti in pelle scamosciata con belle cuciture a vista, cinturino imbottito con fibbia in acciaio inox e chiusura a doppio anello con linguetta in pelle. Tutto è molto curato nel più piccolo dettaglio. Nel 2017, oltretutto, si è rinnovato nelle linee Carbon e Special Edition. Il primo con la grafica Spitfire Red/Blue e RSD Mojo White/Gold, il secondo con le grafiche Indipendence Black e Chemical Candy Blue/White, omaggio allo stuntman Evel Knievel.

GIACCA TUCANO URBANO PEL Stile pulito e rètro, ma materiali moderni la rendono l’abbinamento perfetto per le moto heritage. Calzata molto comoda e vestibilità aderente sono i suoi punti forti, con le protezioni amovibili e gli inserti catarifrangenti dedicati alla parte posteriore del colletto e ai polsi, che ne fanno anche un prezioso strumento in termini di sicurezza attiva. In più, anche se la temperatura si fa rigida, grazie al suo rivestimento interno si guida in totale confort.

GUANTI TUCANO URBANO GIG Prodotto in pelle e in stile fortemente anni settanta, il guanto Tucano Urbano Gig ha una alzata molto aderente e offre un'ottima sensibilità alla guida. Il look heritage non fa a pugni con la modernità, visto che il rivestimento di pollice e indice è adatto all’utilizzo degli schermi Touchscreen.

SCARPE STYLMARTIN INDIAN Marroni, con quella pelle pieno fiore scrivente (come la definiscono in Stylmartin) che racconta ciò che hai vissuto, sono il tocco di stile immancabile per chi ama il particolare ricercato. Stringati fin sopra la caviglia, hanno la fodera impermeabile e traspirante, protezioni cambio in pelle e suola vibram in gomma per un grip ottimale anche su fondi viscidi. In più ci sono protezioni su entrambi i lati per il malleolo che in caso di caduta assicurano la dovuta protezione. Nella confezione è compreso un set di lacci rossi che rendono il look più personale.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 30/05/2018
Gallery
suzuki barbershop