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Suzuki GSX-S1000F ABS 2018: la prova su strada


Avatar di Emanuele Colombo , il 21/02/18

6 anni fa - Suzuki GSX-S1000F ABS 2018: prova, caratteristiche, dotazioni, prezzi

Suzuki GSX-S1000F ABS 2018: prova, caratteristiche, dotazioni, prezzi

La Suzuki GSX-S1000F non è solo una naked vestita, ma una sport tourer con molta GSX-R1000 nel DNA: prova, caratteristiche, prezzi

COME NASCE UNA SPORT TOURER Si fa presto a liquidarla come una naked vestita: è vero che la Suzuki GSX-S1000F ABS, oggetto della nostra prova, deve molto alla sorella priva di carene, ma a ben guardare, sotto sotto, c'è molto di più.

DNA DA SUPERSPORTIVA Il motore è quello della supersportiva Suzuki GSX-R1000 del 2005, aggiornato per rientrare nelle norme euro 4; le pinze dei freni anteriori sono le Brembo della GSX-R1000 2014 e il forcellone posteriore è quello della GSX-R1000 2015. Insomma, il DNA è quello di un'autentica bomba, ingentilita da una carenatura quasi da tourer, ma anche incattivita da un telaio alleggerito con un avantreno sveltissimo e un manubrio da naked: uno a uno palla al centro.

MECCANICA DI PRECISIONE È una moto strana la Suzuki GSX-S1000F, capace di intimidire per la mole e l'aggressività delle sue linee, salvo poi, rassicurarti con un look che, da certe angolazioni, ricorda quasi uno scooterone. La qualità giapponese si nota subito: non c'è un cablaggio fuori posto e il montaggio di tutte le componenti è impeccabile. In sella la posizione è comoda, con l'ampio manubrio Renthal leggermente arretrato per favorire una posizione raccolta, ma rilassata: ideale per i lunghi viaggi. Peccato che per il passeggero ci sia solo il labile cinghietto per tenersi: le maniglie si pagano a parte.

FA LA VOCE GROSSA Avvio il motore e il suo rumore possente mi emoziona subito: il 4 cilindri da 999 cc, quasi 150 cavalli e 108 Nm di coppi gira subito rotondo e pulitissimo, con sonorità perfettamente armoniche. Basta sfiorare la manetta per sentire i giri che si impennano: di grinta qui ce n'è da vendere. Lo stacco della frizione mi coglie un po' in contropiede, tanto è vicino alla manopola, ma una volta fatta la mano si modula perfettamente.

ANDANDOCI PIANO Innesto la prima e il cambio trasmette una sensazione di precisione, con inneschi corti e precisi, che solo occasionalmente, nella marcia a bassa velocità, non risultano perfettamente fluidi. A queste andature, va detto, anche lo sterzo accusa una sensibile tendenza a chiudere, ma basta ridurre leggermente la pressione della gomma posteriore per risolvere il problema (oppure intervenire sul precarico del monoammortizzatore posteriore, che è registrabile anche in estensione).

UNA VERA BOMBA Da subito il motore è la cosa che mi impressiona di più: il tiro ai bassi è formidabile e in città ci si trova spesso a guidare in sesta marcia. Ma soprattutto mi offre una sensazione di connessione tra la manetta e i cavalli davvero impareggiabile. La risposta è immediata, diretta, analogica e perfettamente proporzionale, una vera rarità in un'epoca in cui l'elettronica dà sempre più spesso l'impressione di frapporsi tra le intenzioni del pilota e le reazioni della moto.

GUIDA ANALOGICA Su questa Suzuki, d'altra parte, di elettronica ce n'è poca: giusto l'ABS per prevenire bloccaggi in frenata e un controllo di trazione regolabile su tre livelli, o disattivabile del tutto, con un comando sul manubrio comodo e intuitivo. Lo stretto indispensabile, insomma.

IN AUTOSTRADA Uscendo dalla città la velcità aumenta e la sensazione è che la trasmissione finale sia un po' corta: soprattutto per l'uso turistico una sesta più lunga farebbe comodo. C'è di buono che le vibrazioni sono ai minimi storici: se ne avvertono, debolissime, solo alle pedane, ma non danno fastidio. Solo discreta la protezione aerodinamica: da un parabrezza così pronunciato mi aspettavo di più.

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NEL MISTO Quanto alla ciclistica, nel misto il manubrio largo aiuta parecchio a indirizzare efficacemente la moto e a dominare i suoi 214 chili in ordine di marcia. In frenata la forcella completamente regolabile offre, già con i settaggi standard, un buon compromesso tra sostegno, assorbimento del fondo e rigore in traiettoria. L'unico difetto è il profilo del serbatoio un po' sfuggente, che non offre un solido ancoraggio alle ginocchia in piega.

IN PISTA Nei curvoni veloci il telaio rassicura e la guida è intuitiva in ogni circostanza. In pista, la GSX-S1000F ci ha permesso di leggere, sulla sua strumentazione completamente digitale, una velocità autolimitata di 254 km/h che corrispondono a quasi 235 km/h reali. I consumi, con una guida rispettosa del codice della strada, sono stati di circa 6,2 l/100 km, secondo il computer di bordo. Il prezzo di tutto ciò? 13.090 euro

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Pubblicato da Emanuele Colombo, 21/02/2018
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