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Ducati Panigale V4s vs Suzuki GSX-R1000R: il test confronto


Avatar di Emanuele Colombo , il 13/04/18

6 anni fa - Comparativa supebike: Ducati Panigale V4s vs Suzuki GSX-R1000R

Sfida tra superbike: Ducati Panigale V4s a confronto con Suzuki GSX-R1000R nella prova comparativa su strada e in pista

IN PISTA, SU STRADA E... Tutti le provano solo in pista, perché duecento e passa cavalli sono troppi da scatenare su strada. Non di meno, gli appassionati che possono permettersi la nuovissima Ducati Panigale V4s o la Suzuki GSX-R1000R – l'unica rivale inedita degli ultimi due anni – finiranno per usarle anche su strada: sul passo della Futa, la Raticosa, la Costiera Amalfitana o la Panoramica del Gargano, tanto per citarne qualcuna. Ecco perché questa volta il confronto tra ce lo giochiamo... su tutti i tavoli: al circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, ma anche sulle strade di tutti i giorni. Città compresa.

DESIGN ED ERGONOMIA DUCATI Ispirata alla Panigale, la Ducati Panigale V4s è per l'appunto una Panigale. Anche se non c'entra nulla con una Panigale. Infatti ha due cilindri in più, un diverso telaietto a completare la struttura e una carrozzeria differente in molti particolari. La posizione in sella è carica sui polsi, con il manubrio ampio, la seduta molto alta e pedane ben centrate. Un po' faticosa, ma perfetta per la guida di corpo. Quello che sta meglio è il passeggero: a casa, sul divano, dove non rompe i c...

DESIGN ED ERGONOMIA SUZUKI Il design della Suzuki GSX-R1000R è coerente con la tradizione giapponese, con decorazioni vivaci e richiami, nel frontale, ai robot di certe graphic novel. Sorprendentemente snella, ha una posizione in sella più comoda della rivale. Il manubrio è più stretto e rialzato, rispetto alla seduta. Le pedane sono alte e un pochino più avanzate; le ginocchia un po' più flesse, ma la cosa non disturba. Per il passeggero c'è uno strapuntino: per gli irriducibili delle gite in coppia.

LA TECNICA DUCATI Tutto sulla Ducati ruota attorno al nuovo V4 Desmosedici Stradale da 1.103 centimetri cubi, 214 cavalli e 124 Nm. È parte integrante del telaio; sfrutta l'albero controrotante per stabilizzare la moto in accelerazione e frenata e compensare l'effetto giroscopico delle ruote: a vantaggio della maneggevolezza. Le sospensioni sono sono Ohlins semiattive, ossia capaci di adattare in tempo reale la taratura dell'idraulica. I freni Brembo prevedono all'anteriore l'ultimissima pinza monoblocco Stylema e le gomme hanno sezioni da MotoGP: 120 all'anteriore, 200 al posteriore. Il peso è di 174 kg a secco.

LA TECNICA SUZUKI Classico lo schema Suzuki, con un telaio perimetrale che abbraccia il 4 in linea da 999 centimetri cubi, 202 cavalli e 117,6 Nm. Di particolare il motore ha la fasatura variabile, per ottimizzare l'erogazione a tutti i regimi: non sfrutta un sistema idraulico, ma masse centrifughe che comandano la rotazione della camma attraverso piste volventi. Il principio è simile alla frizione automatica degli scooter. Le gomme hanno sezioni di 120 e 190 millimetri, e il peso a secco della moto è di 203 kg.

L'ELETTRONICA DUCATI Oltre che per cavalleria pura, la Ducati eccelle nell'elettronica, studiata per aiutare i più esperti a derapare tanto in ingresso quanto in uscita di curva. I controlli modificano persino la taratura delle sospensioni semiattive e la dolcezza del cambio elettronico in piega. Le regolazioni sono tante, ma abbastanza intuitive: grazie ai menu del display TFT che, tra l'altro, ha anche un'ottima leggibilità. Un po' scomodi i comandi di luci e frecce, anche se queste ultime si disattivano da sole a fine curva.

L'ELETTRONICA SUZUKI L'avere sospensioni tradizionali non penalizza più di tanto la Suzuki, che rimane agguerritissima tanto in strada quanto in pista. Le regolazioni dell'elettronica, chiaramente, non possono intervenire sull'assetto e sono meno articolate, ma il risultato è una moto più intuitiva e facile da interpretare: che dà confidenza fin dai primi metri. Il display LCD, va detto, è un po' più sensibile ai riflessi, ma ha l'indicatore di livello del carburante che alla Ducati manca. I comandi al manubrio, poi, sono più comodi e intuitivi.

ALLA GUIDA DELLA DUCATI Portata all'estremo la Ducati è un proiettile e pochi sapranno sfruttarla al 100%. Tuttavia con l'elettronica puoi cucirtela addosso e alzare via via l'asticella, per divertirti in sicurezza: tanto in circuito quanto sulle strade di collina. Non è leggera da condurre e richiede una guida un po' impostata, ma rimane composta anche quando chiedi tutto al suo mostruoso motore. E in frenata non ha rivali. Nel quotidiano ha dei limiti, come l'intenso calore che sprigiona e il sound dello scarico: emozionante e personale, sembra un bicilindrico, ma non passa mai inosservato. Nondimeno la V4 crea dipendenza: una volta provata, e personalizzata, è difficile non amarla alla follia.

ALLA GUIDA DELLA SUZUKI Neutra in traiettoria, la Suzuki ha quote ciclistiche più svelte della Ducati e si sente. Si guida quasi col pensiero ed è estremamente adattabile: in pista è più intuitiva e quasi altrettanto veloce; nel misto paga sospensioni appena meno istantanee nello smorzare i contraccolpi e qualche vibrazione in più sulle pedane ai medi regimi. Però è vivibilissima: silenziosa, quando conviene non dare nell'occhio, rotonda nell'erogazione, si guida con un filo di gas e senza fatica. Persino in città, dove il cambio è più facile da mettere in folle, la frizione è più leggera, gli specchietti sono più efficaci e svicola nel traffico quasi come con uno scooter. Con una posizione in sella per nulla stancante.

VERSIONI, ALLESTIMENTI E PREZZI Disponibile solo rossa, la Ducati Panigale V4s costa 27.890 euro. 22.590 euro costa invece la V4 standard: priva delle sospensioni semiattive Ohlins, dei cerchi Marchesini forgiati e della batteria al litio, per un peso che aumenta appena di 1 kg. Disponibile nei colori blu e nero, la Suzuki GSX-R1000R costa 18.990 euro, ma ne esiste anche la versione... senza la R finale che costa 16.590 euro: priva di ABS cornering, quick shift bidirezionale e launch control. E con sospensioni meno pregiate.

CONCLUSIONI Giunti a questo punto possiamo anche confessarlo: prima di provarle fianco a fianco pensavamo che il Rinascimento italiano avesse gioco facile contro i manga giapponesi. Così non è stato. Nella guida al limite l'italiana ha qualcosa in più da spendere, ma la Suzuki è più intuitiva e versatile. Entrambe, a sorpresa, fuori dalla pista bevono poco: attorno ai 5,5 l/100 km. Ma se per voi non è questione di cifre, la scelta diventa più semplice e più difficile al tempo stesso: se sia meglio la Ducati su cui non vedrete l'ora di salire o la Suzuki da cui non vorrete più scendere.

Scheda Tecnica Ducati Panigale V4s

Telaio: a motore portante, sospensioni Ohlins semiattive

Motore: V4, 1.103 cc

Potenza: 214 CV

Coppia: 124 Nm

Peso: 174 kg a secco

Dotazioni elettroniche: Cornering ABS; controlli di trazione, impennata e derapata; regolazione erogazione e freno motore; launch control; quick shift up/down

Prezzo: 27.890 euro

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Scheda Tecnica Suzuki GSX-R1000R

Telaio: doppio trave perimetrale, sospensioni Showa completamente regolabili

Motore: L4, 999 cc

Potenza: 202 CV

Coppia: 117,6 Nm

Peso: 203 kg a secco

Dotazioni elettroniche: Cornering ABS; controlli trazione e impennata; regolazione erogazione; launch control; quick shift up/down

Prezzo: 18.990 euro

DANILO INDOSSA

SHARK SPARTAN Lo Spartan è un casco integrale ideale tanto per le sportive quanto per le tourer. La tecnologia e i brevetti si sprecano: le prese d’aria hanno un design ricercato ma efficace, la visiera sfrutta il brevetto Autoseal System che la sigilla in maniera ermetica, allo scopo di ridurre il rumore e gli spifferi d’aria. La chiusura a doppio anello è sicura e perfettamente regolabile, non mancano il visierino parasole che non distorce l’immagine come accade su alcuni concorrenti, gli interni sfoderabili e lavabili e la visiera anti-appannamento Pinlock. Durante la prova ho apprezzato il comfort dell’imbottitura e la silenziosità data dal sistema Autoseal, poco pratico il sistema di attivazione del visierino parasole posizionato troppo verso la nuca.

TUTA IXON VORTEX Realizzata in morbida pelle pieno fiore, ha inservi elastici su ginocchia e fondoschiena oltre alla traforatura sul petto per garantire la ventilazione nelle giornate più afose. Le protezioni rispecchiano le normative 1621-1 e sono distriubiute su spalle, gomiti, ginocchia, anche e tibie. Predisposizione interna per il paraschiena. Molto comoda la doppia zip di chiusura... quando scapperà non sarà più un incubo.

GUANTI IXON RC CIRCUIT HP Realizzato in pelle di capra, è certificato CE e ha un guscio protettivo sul dorso della mano, un polsino lungo e il Sensitive Touch System, sistema che permette l'utilizzo dei guanti su schermi touch screen. Le protezioni sono poco invasive e lasciano ampia sensibilità alla mano. Il doppio sistema di chiusura è ideale per adattare la vestibilità del guanto.

ALPINESTARS SMX PLUS Stivale racing dotato di tecnologie che migliorando il comfort e la vestibilità redendolo piacevole anche al di fuori dei cordoli. La tomaia è realizzata in microfibra mentre l’esterno è realizzato alternando pelle e materiali plastici che garantiscono la protezione in caso di urto. La calzata è comoda grazie ad una scarpetta interna ben regolabile e al plantare anatomico che garantisce il giusto supporto all’avampiede. La chiusura prevede una zip posta lateralmente con l’aggiunta di una chiusura micrometrica a scomparsa sul polpaccio. La vera chicca dello stivale è il sistema Multi Link Control (MLC) che offre protezione alla caviglia senza limitarne il movimento. Durante la prova ho potuto apprezzare la comodità dello stivale, ovviamente non è una sneakers, sia chiaro, e la validità del sistema MLC. In fase d’acquisto, se lo utilizzerete prevalentemente in pista, controllate che si allacci bene anche sopra la tuta, chi ha il polpaccio robusto potrebbe avere qualche problemino.

EMANUELE INDOSSA

CASCO AGV VELOCE S Casco sportivo con calotta in fibra CAAF 5, formata da Carbonio, aramide e fibra di vetro, l'AGV Veloce S ha un sistema di ventilazione con 6 aperture anteriori e 2 estrattori posteriori regolabili, che contrastano bene il ristagno di sudore all'interno. Poco intuitivo, ma efficace, il posizionamento della regolazione della presa sulla mentoniera: nascosto... all'interno della mentoniera stessa. L'imbottitura è facilmente smontabile e lavabile e la chiusura garantita da una comoda fibbia a doppio anello. La visiera si apre con un meccanismo in metallo che ne determina un movimento di roto-traslazione, a garanzia di una tenuta particolarmente efficace (oltre al consueto smontaggio rapido senza attrezzi). Ha uno spessore di 3,3 mm ed è dotata di doppio schermo anti-appannamento pinlock e chiusura VLS (Visor Lock), che riduce il rischio di apertura accidentale in caso di incidente. Il peso del Veloce S è di 1.290 g.

TUTA DAINESE ASSEN 1 PC PERFORMANCE SUIT Fatta in pelle bovina traforata, con inserti eleasticizzati, la tuta monopezzo Assen ha la gobba aerodinamica, aggressivi inserti in alluminio sulle spalle e le immancabili saponette sostituibili sulle ginocchia. Tagliata con vestibilità regular, ha buone caratteristiche antivento e un rivestimento interno rimovibile NanoFeel, che la rende abbastanza calda per l'uso invernale (ma non è resistente all'acqua). Indossata lascia una buona libertà di movimenti: peccato che non abbia neppure un taschino per i documenti, che avrebbe fatto comodo per un uso non necessariamente pistaiolo. Il peso è di 4,46 kg.

GUANTI DAINESE DRUID D1 LONG Guanto sportivo ad alta protezione, il Druid D1 Long ha una struttura in pelle di capra e pecora, che concedono una buona sensibilità alla guida fin dai primi chilometri e gli donano una elevata morbidezza: nonostante gli estesi rinforzi in composito di carbonio sulle nocche e sul dorso e gli inserti in poliuretano su palmo, giunture dita ed esterno mignolo. Adatto alle temperature estive e non impermeabile, il Druid D1 ha una vestibiltà Slim, buone caratteristiche anti-vento e un peso di 230 g.

STIVALI DAINESE TORQUE D1 OUT Realizzati in microfibra, gli stivali racing Torque D1 Out di Dainese hanno la scarpetta interna con coulisse, slider in magnesio e rinforzi per malleolo, tibia e selettore del cambio. La calzata è morbida e comodissima e la mobilità garantita alla caviglia è davvero ottimale. Indossati spiccano per la leggerezza e la buona traspirabilità: che è anche il loro unico difetto, visto che non sono impermeabili. Il gambale si chiude con una cerniera e un comodo sistema a velcro permette di allargare o stringere l'imboccatura a piacimento. Il sistema D-Axial aumenta la protezione in caso di torsione.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 13/04/2018
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