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Prova

MV Agusta Brutale 2010


Avatar Redazionale , il 28/09/09

14 anni fa - In sella alle due nuove naked di Varese. La 990 è la Brutale "per tutti" migliorata ovunque, più facile, comoda, ma anche più efficace soprattutto su strada. La 1090 RR è la Brutale più... brutale. Potente, cattiva e velocissima in pista. Per entrambe gra

In sella alle due nuove naked di Varese. La 990 è la Brutale "per tutti" migliorata ovunque, più facile, comoda, ma anche più efficace soprattutto su strada. La 1090 RR è la Brutale più... brutale. Potente, cattiva e velocissima in pista. Per entrambe grandi passi avanti sul fronte del feeling e un traction control davvero efficace. Foto: Milagro



COME VA Non se la prenderà l'Ingegner Andrea Goggi (responsabile dello sviluppo motori della MV) se per definire la nuova Brutale "rubo" un termine che ha utilizzato lui. La Brutale 2010 è una moto "matura". Una moto che, dopo aver subito tante evoluzioni nel passato, con questa nuova edizione ha effettivamente subìto una piccola rivoluzione che l'ha perfezionata e raffinata sotto tutti i punti di vista.

ARIA NUOVA A BORDO Sono stati davvero molto bravi in MV, non tanto nel lasciare intatti il family feeling e il carisma della loro moto, quanto nel renderla effettivamente più moderna, sfruttabile, fruibile da un pubblico più vasto senza però sminuirne il carattere. Il gran lavoro fatto si nota subito fin da quando ci si accomoda sulla sella. Che, incredibile, è morbida, larga e lunga. C'è più spazio per muoversi, una abitabilità superiore, non si è più incastrati in una posizione obbligata. A sensazione, la distanza sella/manubrio è anch'essa leggermente aumentata (la capacità del serbatoio passa da 19 a 23 litri), e il manubrio non è solo più largo ma anche leggermente più rialzato per una posizione di guida generalmente più comoda.


STESSO SOUND MA PIÙ CIVILE Poi, accendi il motore e scopri che anche qui è un'altra storia: meno rumore di meccanica (ormai siamo quasi ai livelli dei jap), scarico ben più silenziato (in folle la valvola è chiusa), vibrazioni a livello umano. Dov'è finito allora il carattere della Brutale? Niente paura, basta inserire la prima, la valvola allo scarico si apre e il sound diventa quello che ben conosciamo. Così quando sarete fermi al semaforo il vecchietto della macchina a fianco non vi maledirà più, e quando aprirete il gas il sound resterà quello, coinvolgente, di sempre.

990 R, AMICA BRUTALE Dentro la marcia e via, partiamo. La conferma di quanto ci avevano suggerito i numeri arriva dopo poche curve. La guida della Brutale si è fatta più rotonda, più rassicurante, più precisa ed efficace. Merito delle nuove quote più "aperte" ma, anche e soprattutto, della taratura delle sospensioni che, in particolare sulla 990 R, rasenta la perfezione per un utilizzo stradale. Forcella e mono adesso scorrono, copiano, assorbono come mai avevano fatto prima su una MV.


BRUTALE o BLUTALE? Così, su strada la guida ci guadagna non poco, si viaggia più veloci, si hanno maggior feeling e precisione, non si rimbalza da una buca all'altra con quelle reazioni "cattive" che erano tipiche della vecchia moto. Si è umanizzata? La risposta è sì (qualcuno ha perfino osato dire che adesso è più "giapponese", ma la cosa va presa nel senso positivo ovviamente) ed è un bene, perchè di fatto la moto è più efficace, veloce e sfruttabile. In poche parole, è una moto più godibile in tutte le situazioni. Peccato che tra le migliorie non ci sia stato anche un aumento dell'angolo di sterzata, ancora troppo limitato.

TANTI CAVALLI, PIÙ GESTIBILI Il motore da 998 cc è parte in causa di questa nuova guidabilità. Cavalli ce ne sono a volontà ma in più c'è una trattabilità prima sconosciuta che rende finalmente la Brutale una moto con cui è piacevole anche andare a passeggio, se si vuole. La gestione del gas, pur non raggiungendo ancora la perfezione di certe giapponesi, è però finalmente allineata alla maggior parte di ciò che si trova sul mercato (qualche differenza tra moto e moto l'ho trovata). L'effetto on/off è assolutamente limitato, la prima apertura del gas non ha più quel fastidioso "gradino" che ha sempre caratterizzato questa moto e l'erogazione della potenza è perfettamente spalmata lungo tutto l'arco di erogazione utile, che nel caso della Brutale è davvero ampio.

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REGOLARE La salita di regime è decisa ma regolare, non ci sono picchi significativi, oltre i 10.000 c'è un leggero calo ma il limitatore a 11.600 giri arriva comunque in fretta, annunciato prima dai led (poco visibili in verità) del cambio marcia, che resta rapido anche se la leva ha allungato in modo piuttosto evidente la sua corsa. Tutto questo si traduce, su strada, in una guida estremamente gratificante e meno stancante, non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello psicologico, aiutato dalla presenza del controllo di trazione che ho trovato molto efficace e davvero poco invasivo.

NUDA PER TUTTI Parlare di "moto per tutti" su una nuda da 140 cavalli suona sicuramente un po' strano ma è un fatto che la Brutale 990 R sia ora davvero in grado di accontentare una fetta di utenza ben più ampia che in precedenza. Con il passo avanti che ha fatto, adesso è davvero una brutta cliente per le avversarie dirette. Su strada davvero non si sente la necessità di avere qualcosa di più, la 1090 RR finisce quindi per essere un po' "troppa". Pur avendo, infatti, affinato parecchio la gestione dell'acceleratore ha davvero un motore esuberante.


1090 RR, LA PUROSANGUE Se in pista, quando il contagiri staziona sempre nella zona alta, la differenza di prestazoni tra i due motori è francamenre poco avvertibile (alla fine sono solo 5 cavalli in più, più che altro si ha una maggior rapidità nel prendere i giri sul 1090), su strada la risposta al gas della 1090 è invece perentoria, ben più esuberante e meno "smussata" di quella della 990R; sospensioni e pneumatici (i Dunlop Qualifier RR) sono più rigidi e la conseguenza logica è una moto più reattiva e meno accondiscendente.

VELOCE IN PISTA In pista naturalmente il giudizio si ribalta, l'assetto più morbido e pneumatici più stradali (i Pirelli Diablo Rosso) della 990 R fanno sì che quando si spinge forte la moto si "muova" un po'. Il posteriore in particolare tende un po' a sedersi (ovviamente di potrebbe anche intervenire ma parliamo di assetti standard) quando si affonda il gas sfruttando tutti i (tanti) cavalli del 4 cilindri. Logico che tra i cordoli la 1090 RR abbia una marcia in più. Cerchi forgiati, assetto più sostenuto, pneumatici più performanti, ammortizzatore di sterzo e frizione antisaltellamento vengono incontro al pilota che vuole limare il tempo sul giro, che troverà nella 1090 RR la compagna ideale per creare scompiglio tra i "manubri bassi".


TRAZIONE SOTTO CONTROLLO Anche in questo caso le nuove misure vitali sono artefici di una guida precisa e di un comportamento più omogeneo in ogni frangente e il controllo di trazione è promosso anche in pista. A Misano lo abbiamo tenuto sul livello 5 il migliore per le condizioni odierne perchè ne limitava l'intervento al minimo indispensabile, ma lasciava comunque una certa tranquillità nel pilota che poteva fidarsi ad aprire molto presto in uscita di curva. Promossi a pieni voti infine i freni di entrambe le versioni su cui veramente c'è poco da dire se non che vanno molto bene pur rinunciando alla pompa radiale.

FANNO 3000 IN PIU', LASCIO?  Nella 1090 RR si ritrovano quindi tutte le caratteristiche positive del nuovo motore, ma anche il carattere violento (a livello di motore) della "vecchia" Brutale che alla fine la rende forse ancor più emozionante ma, se vogliamo, anche meno sfruttabile. La dotazione è effettivamente più ricca. Sta a voi adesso decidere, in base all'utilizzo che farete della moto, se quei 3.000 ? in più bisogna proprio spenderli…


Pubblicato da Stefano Cordara, 28/09/2009
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