Logo MotorBox
Test ride

Kawasaki GTR 1400 2015


Avatar Redazionale , il 20/05/15

8 anni fa - La Kawasaki GTR 1400 2015 è lo Shinkansen delle due ruote

La Kawasaki GTR 1400 2015 è lo Shinkansen delle due ruote. Come il treno ad alta velocità giapponese fila dritta come un fuso e offre un comfort 

Benvenuto nello Speciale PROVE MOTO 2015, composto da 53 articoli. Seleziona gli articoli di tuo interesse cliccando il sommario PROVE MOTO 2015 qui sopra, oppure scorri a fondo pagina la panoramica illustrata dell'intero speciale!

IN SECONDO PIANO Dici Kawasaki e la prima cosa che ti viene in mente è sport, un lampo verde in mezzo ai cordoli. E’ l’effetto del netto dominio in Superbike, della dimostrazione di forza data in Supersport e del clamore suscitato dall’arrivo sul marcato della nuova H2R, una moto destinata a lasciare un segno profondo nella storia delle due ruote. Mettendosi in questa prospettiva, però, si finisce con il perdere di vista gli sforzi fatti ad Akashi su un altro fronte, per proporre nel 2015 una gamma di moto turistiche per ogni esigenza.

SEMPREVERDE Straconfermata la riuscitissima Z1000SX, i tecnici si sono concentrati soprattutto sulla nuova Versys 1000, migliorandola al punto da farmi sorgere una domanda: “Con una moto così versatile in listino, ha ancora senso proporre una Gran Turismo pura?”. Ebbene, dopo una quindicina di giorni di convivenza con la Kawasaki GTR 1400 2015 la mia risposta è: “Sì!”. D’accordo, le crossover e le maxi enduro si stanno sempre più affermando anche come fantastiche globetrotter e sono la scelta giusta per la stragrande maggioranza dei motociclisti. Tuttavia, per chi macina chilometri su chilometri sempre e solo su asfalto, per diletto o per necessità, una turistica Doc rimane per certi versi impareggiabile.

VIA SENZA VENTO Per continuare a sedurre i maratoneti della corsia di sorpasso, la Kawasaki GTR 1400 2015 si presenta nelle concessionarie forte di piccole ma significative migliorie in due àmbiti tanto cari ai giramondo: comfort e protezione aerodinamica. Sotto il primo punto di vista fa la differenza una nuova sella, che – con il suo profilo inedito - rende pure più facile appoggiare bene i piedi a terra e gestire i tre quintali di peso della GTR, anche quando magari s’inerpica a bordo il passeggero. La seconda primizia è poi rappresentata dal nuovo parabrezza, sempre regolabile elettricamente ma ora dotato di un furbo deflettore che permette di convogliare i flussi d’aria in modo più mirato, stroncando sul nascere vortici e turbolenze.

PRIMA CLASSE Comodamente seduti in una bolla ovattata, si ha quasi l’illusione di trovarsi sullo Shinkansen, il treno ad alta velocità giapponese costruito (toh, che coincidenza…) proprio dalla Kawasaki. A dare l’effetto “prima classe” contribuiscono anche due altri elementi fondamentali: motore e assetto. Il primo ha come fiore all’occhiello la fasatura variabile delle valvole, che gli regala un’erogazione piacevole in ogni frangente, ovunque si trovi la lancetta nella scala del contagiri. Ai bassi regimi, il quattro cilindri non ha forse la castagna che ci si aspetterebbe da unità che sulla carta ha 155 cv e 136 Nm di coppia ma la scelta di mettere il proverbiale guanto di velluto sopra il pugno d’acciaio è alla fine dei conti una vera benedizione.

DOUBLE FACE Le risposte all’acceleratore sono sempre dolci e mai rabbiose, quel che serve per fare tanta strada senza stress, specie quando ci si trova nel traffico o su un tratto misto di montagna. Ce n’è abbastanza per dimenticarsi quasi dell’esistenza del cambio (promosso ma senza lode perché a volte un po’ legnoso), della mappa soft power Eco e per non sentire il bisogno di un’elettronica con ulteriori modalità di funzionamento. Basta solo modulare l’azione del polso: se si usa la mano leggera, la GTR 1400 risponde sorniona, percorrendo il media 15-16 km/litro. Se si insiste con il gas, invece, questa Kawasaki ruggisce e proietta il pilota in un’altra dimensione spazio/temporale, neanche fosse l’astronave di Star Trek. L’importante è sperimentarlo solo quando la strada è bella libera...

VEDI ANCHE



HABITAT NATURALE Anche sul fronte sospensioni la Kawasaki GTR 1400 non fa sfoggio, come certe rivali, di molleggio a regolazione elettronica ma il limite è più teorico che altro. L’assetto standard rappresenta un ottimo compromesso e se la cava bene nella stragrande maggioranza dei casi, tenendo a bada i movimenti del corpicione della GTR sullo sconnesso come nelle curve affrontate alla garibaldina. Nel primo caso il pilota sente solo i colpi più secchi mentre nel secondo occorre più che altro mettere in preventivo una leggera tendenza ad allargare la linea quando si forza il passo. Il terreno di caccia preferito della GTR, neanche a dirlo, sono i curvoni veloci, che la Kawasaki GTR 1400 percorre come se viaggiasse davvero su un binario, insensibile agli avvallamenti e rigorosa anche a velocità da ritiro immediato della patente. Il rovescio della medaglia sta nel fatto che il rigore direzionale si trasforma in una certa inerzia nelle svolte strette, le uniche nelle quali la GTR. inizialmente. può spaesare un po’. E’ solo questione di prendere la mano, però: dopo qualche giorno ci si sorprende a fare passaggi chirurgici nel traffico, quasi come se si guidasse uno scooterone.

TECNOLOGIA AMICA I microchip hanno comunque un ruolo importante sulla Kawasaki GTR 1400, che monta un evoluto ed efficientissimo controllo di trazione K-TRC (disattivabile) e un potente impianto frenante con un sistema di ripartizione della frenata variabile K – ACT (che consiglio di regolare sul livello 1 perché il 2 è un po’ troppo brusco nel chiamare in causa l’anteriore quando si agisce sul pedale). Cosa chiedere di più dalla vita? Il cruise control, che in epoca di tutor e autovelox potrebbe salvare la patente quando si viaggia su una moto che fila dritta e spedita senza sforzo apparente.

SPAZIO PER TUTTO Nell’uso quotidiano (e non solo quando si sa turismo a lungo raggio) la Kawasaki GTR 1400 si fa poi apprezzare poi per la capacità di carico. Le due borse laterali sono infatti di serie e hanno una capacità di 37 litri ciascuna, che permettono di stivare caschi e molto altro ancora senza un ingombro laterale eccessivo. La loro apertura è semplice, così come l’operazione di fissaggio, che avviene direttamente sulle maniglie e sulle staffe delle pedane passeggero, senza la presenza di un telaio ausiliario. Per i piccoli oggetti, come per il telecomando del cancello o per il biglietto dell’autostrada  c’è un cassettino sul lato sinistro del ponte di comando dotato di serratura elettromagnetica, che si blocca a moto spenta.

IN QUESTO SERVIZIO
Casco Shark EvoLine Pro Carbon
Giacca Dainese Carve Master Gore-Tex
Guanti Dainese Ergotour GTX X-Trafit
Pantaloni Mottowear City X
Stivali Dainese Fulcrum C2 Gore-Tex


Pubblicato da Paolo Sardi, 20/05/2015
Gallery
prove moto 2015