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Test Drive

Harley Davidson Road King


Avatar Redazionale , il 27/10/04

19 anni fa - La moto perfetta per sognare l'America

L'Harley più adatta per sognare le Highway o per sentirsi un po' Chips. Retrò quanto basta per avere fascino, moderna quanto basta per essere utilizzata tutti i giorni senza patemi. Il V2 ad iniezione è maestro di morbidezza. Si guida con un dito, provare per credere.


COME ERAVAMO Quando ti ci siedi sopra, il mondo attorno sbiadisce fino a diventare in bianco e nero, la Fiat Punto che ci affianca al semaforo si trasforma in una Oldsmobile decappottabile, il McDonalds dell'angolo si trasforma in Arnold's, tutto torna ai magnifici anni 50. Il fascino della Road King sta tutto nel suo essere moto "vecchia" trapiantata ai giorni nostri. Con quei colori, quei parafanghi esagerati che ormai hanno più lamiera di un'utilitaria, quelle cromature, quelle borse, pare una moto trapiantata qui da chissà che epoca. Invece è una moto moderna, di oggi, con il motore di oggi e il fascino innegabile che ogni Harley e probabilmente solo un'Harley riesce a trasmettere.


IL GIUSTO APPROCCIO

Come tutte le sue sorelle della serie "grossa" anche la Road King è una moto che va guidata prima di poter essere giudicata. Dopo averne provate un po' mi sono convinto che chi approccia queste moto con un semplice "giretto attorno all'isolato" non potrà mai capirle a fondo. Occorre prenderle, guidarle, viverci un po' assieme, solo allora riesci ad entrare nella loro filosofia, a capire il perché queste moto apparentemente immutabili da anni riescono a scaldare il cuore di milioni di bikers nel mondo.


300 E NON SENTIRLI

Come tutte le Harley della serie grossa, anche la Road King si guida un gran bene, maestra nel nascondere i suoi 328 kg a secco, che quando le ruote sono in movimento non si sentono per niente. Bella moto, un'altra di quelle che salvano i punti della patente anziché farteli spendere. Perché con moto del genere, l'ultima cosa che ti viene in mente è correre. Ti accoccoli sul sellone, piazzi i piedi sulle pedanone extralarge e ti lasci trasportare nel massimo relax. Qui non c'è la radio come sull'Electra il suono è solo quello, ben silenziato, del V2 americano. Che qui è nella versione senza contralbero, fissata però elasticamente al telaio. Così di vibrazioni non c'è nemmeno l'ombra. Quando accendi la moto lo vedi scalpitare nel telaio che pare volersene andare per i fatti suoi, però poi quando guidi sei ben contento che a muoversi sia solo lui. È un bel guidare.


MAXI PROTEZIONE

Pur senza arrivare agli eccessi dell'Electra anche la Road King si prende ben cura di noi. Le gambe sono scoperte ma è buona, anzi ottima la protezione offerta dal parabrezza in formato maxi (e smontabile in un secondo senza attrezzi), peccato che il bordo alla fine finisca proprio sulla linea degli occhi, un po' fastidioso perché occorre o stare un po' più bassi (otticamente il parabrezza è perfetto) o stare un po' più in alto per non avere l'orizzonte disturbato.

BILANCIATA

Sulla Road King ho ritrovato la guida omogenea e fluida che mi aveva fatto tanto apprezzare l'Eelectra. Anzi, la Road King è ancor meglio, non avendo il peso della carenatura a stressare la forcella. Così la Road King è più agile, si guida ancor più facilmente, piacevolmente neutra, si lascia indirizzare in piega con il minimo sforzo. Va guidata a modo suo, rotonda, con il piede destro sempre appoggiato sul freno per controllare la naturale tendenza ad allargare la traiettoria, ma una volta imparata questa semplice regola, si viaggia spediti anche tra le curve.


DUE TIPI TRANQUILLI

Il pacioso incedere del bicilindrico a corsa lunga la rende perfetta per macinare chilometri (la velocità di crociera ideale è di 140-150 km/h), lo sprint non è il suo forte ma la coppia sempre disponibile (117 Nm a 3500 giri) spinge la Road King senza troppi patemi. La capienza delle borse (molto attillate) è comunque sufficiente per un week end da Bikers, anche in coppia, mentre per il viaggio estivo ci si deve trattenere dal portarsi dietro roba superflua. Inutile dire che il viaggio è la sua vocazione, ma alla fine la Road King te la godi anche quando la usi tutti i giorni. Baricentro rasoterra e manubrione largo rendono la Road King guidabile davvero da chiunque.


PRENDETELA CON CALMA

Come sovente accade, salendo su questo tipo di moto il metro di giudizio deve essere rivisto. Così se quel cambio lento e pieno di "clack" sarebbe mal sopportato su qualsiasi altra moto, sulla H-D diventa parte della coreografia, essenza stessa della moto, coinvolto anche lui nel "mood" che trasmette la moto. Stesso discorso per i freni, certo non supermordenti, ma efficaci a sufficienza per fermare rapidamente la stazza dell'americanona. Insomma frena quel che serve, a patto di sfruttare a fondo anche il freno posteriore, qui più efficace che mai anche a causa delle distribuzione dei pesi. Peccato che le leve non siano regolabili, e anche troppo grosse. Ok la tradizione, ma l'ergonomia in questo caso andrebbe curata un po' di più.


COMODITÁ E NON

Poi ci sono anche delle comodità come le frecce a rientro automatico e delle "rotture" come quella dell'antifurto ad autoinserimento temporizzato. Trenta secondi e il cicalino della sirena ci avverte che la Harley è protetta elettronicamente. Solo che l'inserimento è fin troppo celere, basta fermarsi a far benzina perché l'antifurto si inserisca da solo mentre ancora state rifornendo. Inoltre il comando a distanza è un po' troppo soggetto ad interferenze radio: capita che pur insistendo non ci sia verso di disinnescare l'antifurto. Se accade basta spostare di qualche metro la moto perché tutto riprenda a funzionare, ma con un colosso da 328 kg a secco non è proprio il massimo.


PIÙ FRESCA

Rispetto all'Electra, poi, c'è un indubbio vantaggio. L'assenza di ripari per l'aria fa sì che il motore sfoghi meglio il calore, pertanto le gambe soffrono molto meno il torrido cilindro posteriore, decisamente più sopportabile, anche quando la temperatura è estiva. Ah, ricordatevi di togliere la chiave dal blocchetto d'accensione prima di partire, perché non è bloccata e rischiate di perderla, anche questo un marchio di fabbrica del mondo Harley.
Pubblicato da Stefano Cordara, 27/10/2004
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