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Prova

Harley Davidson CVO 2006


Avatar Redazionale , il 19/12/05

18 anni fa - Il massimo secondo Harley

Il massimo del massimo per il mondo Harley. Le CVO sono le versioni speciali create a Milwaukee. Serie limitate e superaccessoriate per gli amanti del pezzo davvero speciale. Ogni anno cambiano i modelli. Per il 2006 è toccato a Fat Boy, Electra Glide Ultra e V-Rod. Le abbiamo provate negli Stati Uniti.

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MOTO DEI SOGNI
Per molti motociclisti, possedere un'Harley Davidson rappresenta un sogno. Per molti Harleysti che una HD la posseggono già, il sogno si chiama CVO. La sigla apparentemente astrusa è formata dalle iniziali di Custom Vehicle Operation, una costola della Harley Davidson nata su volontà di Willie G. (nipote di uno dei fondatori e ancora al timone dell'azienda, una specie di mito vivente per gli amanti del marchio) con l'unico scopo di realizzare delle special "factory", moto su cui il reparto stilistico è libero di sbizzarrirsi.

LIBERA FANTASIA Queste moto nascono come libero sfogo della fantasia dei loro progettisti, che oltre a sbizzarrirsi con verniciature artigianali e grafiche inedite fanno manbassa tra gli accessori disponibili nell'infinito catalogo HD. Anzi, sono proprio le CVO a lanciare sul mercato le nuove parti speciali, diventando praticamente dei cataloghi viaggianti. La prima CVO arrivò nel 1999 e da quella data in poi non passa anno che Harley non presenti le sue ambitissime special in serie limitata.


PREZZI DA AMATORI
Roba da amatori visti i prezzi (per le versioni 2006 si va dai 28.000 € della V-Rod ai 34.500 € della Electra Glide Ultra Classic), ma anche roba molto richiesta se è vero che le moto disponibili (circa 100 in tutto per l'Italia nel 2006) si esauriscono il giorno stesso della presentazione ai concessionari. In fondo si tratta di pezzi quasi unici, visto che l'anno dopo i ragazzi del CVO si rimetteranno al lavoro creando nuove grafiche e trovando qualche nuovo accessorio per arricchire ulteriormente le moto.

BIG Il concetto dei fondatori del reparto CVO è piuttosto chiaro e tutto imperniato attorno ad una parola che agli americani piace un sacco: Big. Assistere alla presentazione alla stampa è di per sé uno spettacolo. Siamo in California, vicino a Los Angeles e forse tutti si sentono un po' attori. Per cui via all'enfasi e a qualche siparietto coinvolgente per spiegarci che le CVO sono big in tutto: Big fun, big engine, big quality e soprattutto big price.


MOTORI POMPATI
Perché oltre al prezzo sulle CVO crescono anche i motori, pompati con parti Screamin'Eagle (società di parti speciali di proprietà Harley Davidson). Per il 2006 il Team CVO ha spaziato nella gamma HD proponendo tre modelli. La Electra Glide Ultra Classic, un classico delle versioni speciali HD, è stata affiancata quest'anno da una Fat Boy e dalla V-Rod, per la prima volta rimaneggiata ufficialmente da Harley. Per tutte un trionfo di cromature (perfino le manopole non sono state risparmiate!) una dotazione da prime della classe e motori vitaminizzati. Electra e Fat boy toccano quota 1700 cc, mentre per la V-Rod la cilindrata è cresciuta fino ai 1250 cc con un aumento di circa il 10% della potenza massima ora salita a 125 cavalli circa.


CALIFORNIA DREAMIN'
Per la prova delle tre CVO Harley ha organizzato un bellissimo giro sui monti San Bernardino, in California, una strada con un milione di curve che si snodava tra boschi e foreste dove, polizia permettendo (non è mancato l'incontro con un poliziotto locale estremamente fiscale), ci siamo goduti le tre moto di Milwaukee. Ve le descrivo in ordine di preferenza.



ELECTRA GLIDE ULTRA CLASSIC: 34.500 €
FLHTCUSE Screamin'Eagle Ultra Classic Electra Glide è la definizione ufficiale per questa moto, roba da farsi attorcigliare la lingua mentre si pronuncia il nome. Molto più prosaicamente la chiamerò Electra, come fanno tutti. E' lei delle tre la moto che mi è piaciuta in assoluto di più. Sontuosa è l'unica definizione che le si adatta perché questa CVO offre davvero il massimo della dotazione ed enfatizza tutte le doti che mi hanno sempre appagato della Electra normale. Il motore Screamin'Eagle da 1700 cc non snatura il carattere pacioso dell'Electra ma offre quella giusta dose di potenza in più per dare un po' di brio a questo transatlantico su due ruote che, una volta di più, conferma con i fatti la bontà assoluta di questo progetto. In sella alla Electra ci si sente come a casa, la guida di questa moto è vellutata, morbida.


L'Ultra si guida con un dito, personalmente mi infonde un senso di tranquillità e benessere incredibile.
Quando Sali su questa moto è come se il mondo rallentasse un po', con lei ti vien voglia di andare solo a spasso, ascoltando un CD e godendoti il panorama. Su questa versione, a parte la verniciatura speciale e il motore maggiorato, arrivano anche i cerchi cromati a sei razze e una finitura in pelle per la parte interna della carenatura. Cambiano anche le grafiche degli strumenti e i vizi aumentano ulteriormente, la frizione è idraulica (più morbida), manopole e sella (in pelle) sono riscaldati. Di serie l'impianto CD con interfono incorporato, il CB, un amplificatore più potente, le borse interne asportabili realizzate su misura per i bauletti e la chiave placcata d'oro... manca solo l'aria condizionata e poi siamo a posto.



SCREAMN'EAGLE V-ROD: 28.000 €

Occupa il secondo gradino del podio tra le CVO nella mia personalissima classifica, ma V-Rod mi è piaciuta molto anche se continuo a trovare incongruente il posizionamento delle pedane, adatte solo ad un pilota alto più di uno e ottanta. L'operazione di ringalluzzimento del bicilindrico a V di 60° (passato a 1.250 cc con nuove teste) è perfettamente riuscita, tanto che il giorno delle prove sullo strip di accelerazione la Screamin' Eagle rifilava quasi un secondo alla sorella originale. Imperdibile la versione arancio-nera, condita dalle aumentate cromature (cerchi, pinze, gambali forcella, ammortizzatori, manopole) la V-rod fa davvero un figurone. La maggiore grinta del motore non è riservata agli alti regimi ma spalmata su tutto l'arco di erogazione, così che si gode di una spinta aumentata percepibile ogni volta che si apre il gas, ed enfatizzata anche da un contagiri che finalmente si muove in sincrono con il motore.


Il gommone da 240 assicura un notevole effetto coreografico
ma per fortuna nella guida non si fa sentire in modo troppo negativo. La maneggevolezza, infatti, diminuisce solo di poco rispetto a quella della V-Rod di serie. Ne guadagna in compenso la frenata, visto che la Screamin'Eagle (come tutte le V-Rod dal 2006) adotta l'impianto frenante della Brembo già adottato dalla Street Rod. La dotazione di serie comprende il riposizionamento della chiave nella zona anteriore dietro al cannotto, l'apertura della sella tramite un pulsante, indicatori di direzione posteriore e portatarga dedicati, oltre all'immancabile chiave placcata in oro.





FAT BOY: 31.000 €
All'anagrafe fa 2006 FLSTFSE Screamin' Eagle Fat Boy, e secondo gli stessi uomini Harley si può definire una boulevard Cruiser. Come a dire, buona per fare una gran scena sul lungomare durante lo struscio, e poco di più aggiungo io. Nessuna come lei fa uso ed abuso di cromature, un tripudio di brillantezza che cattura l'occhio da qualsiasi parte la si guardi. Condivide il motore 1700 cc con la Electra ma questo della Fat Boy è la versione con montaggio fisso e contralbero antivibrazioni (sull'Electra il motore è montato elasticamente) e questo fa sì che nella guida si avverta una certa ruvidità. Il telaio ribassatissimo impone qualche attenzione in più mentre si affrontano le curve per evitare di grattuggiare le preziose pedane (cromate anche loro naturalmente) sull'asfalto ad ogni piega.


Le sospensioni ribassate e la sella ridotta all'osso (e monoposto) fa capire come questa moto sia davvero poco adatta alle schiene sensibili
. Però fa una scena esagerata (anche per il pneumaticone da 200 al posteriore) e le colorazioni fatte a mano sono davvero impressionanti per la loro bellezza. Una show bike che soddisfa al massimo l'ego del motociclista cui piace sentirsi piantare tutti gli occhi addosso e che ama guidare in tranquillità, anche perché il singolo disco anteriore frena con una certa pigrizia...


Pubblicato da Stefano Cordara, 19/12/2005
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Un anno di test: tutte le prove moto del 2006