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Prova su strada

Dossier Supermotard


Avatar Redazionale , il 27/06/04

19 anni fa -

Una pista tutta per noi e cinque moto che spaziano dalla piccola 125 al prototipo in esemplare unico. Ecco una panoramica sul significato della parola Supermotard oggi. La traduzione è semplice, divertimento assicurato, con qualsiasi cilindrata. Dalla piccola Aprilia al prototipo bicilindrico Bizzarrini, provato in esclusiva.

Che le supermotard piacciano è ormai fuor di dubbio, che il settore si stia popolando di modelli nuovi altrettanto. È un segmento vivace questo, che con il passare del tempo si sta ramificando sempre più. E per darvi un'idea di

cosa possa offrire il settore attualmente e a cosa potrebbe portare il futuro abbiamo unito le forze con la rivista Tuttomoto per organizzare questa prova molto particolare. 5 moto, una pista e una giornata a sbizzarrirci tra i cordoli. Una comparativa? No, perché le moto che proponiamo sono tutte molto differenti tra loro. Piuttosto una carrellata che rappresenta alcuni dei modelli più rappresentativi d'ogni segmento. Come sono fatte, come vanno e quanto costano. Per darvi un'idea di cosa si può comprare sul mercato, e perché no di cosa potrebbe proporre in futuro. DI TUTTO UN PO' Così partiamo dal basso con la piccola Aprilia MX 125, la moto adatta per iniziare a scoprire i primi rudimenti della guida per traverso, poi eccoci alla classe S2 quella fino a 450 cc che trova degna rappresentante nella KTM SMR 450, un purosangue della specialità pronto per correre.

LE ITALIANE CHE VINCONO

La VOR SM 530 è la rappresentante delle supermoto civilizzate ma non troppo. Civilizzate perché ha fari, un minuscolo cruscotto e persino l'avviamento elettrico. Non troppo, perché resta comunque una moto estrema, potente, leggerissima, con cui insomma anche in pista ci si fa una bella figura. Saliamo ancora di cilindrata per la Husqvarna SMR 570,

rozza motard da pista appena ingentilita dai fari, dopo la KTM la moto più racing proposta nel servizio.

IL FUTURO È A DUE?

E siccome non ne abbiamo mai abbastanza abbiamo voluto guardare avanti, nel futuro, che a quanto pare parlerà anche bicilindrico. La Bizzarrini VGM 650 lo rappresenta benissimo. Un pregiato prototipo con un motore V2 da 650 cc potente ma, come vedrete, anche sorprendentemente a punto. L'abbiamo provata in esclusiva non senza un pizzico d'emozione. Allora siete pronti a derapare con noi?

Aprilia MX 125: la prima motard

KTM SMR 450: Ready for Race

VOR SM 530 E: l'elettrica

Husqvarna SMR 570: Replica mondiale

Bizzarrini VGM 650 il motard del futuro

Aprilia MX 125: la prima motard

Prezzo: 4.125 €

Per creare la MX Aprilia ha seguito la strada più comune "motardizzando" la sua enduro.

 In pratica è la RX con ruote da 17 e gommoni stradali.  Di sicuro ciò che non manca all'Aprilia è la personalità. Una vera motard, senza ombra di dubbio, solo con un motore piccolo, e purtroppo anche poco potente, soprattutto sepensiamo a quello che potrebbe dare. In ogni caso, il piccolo due tempi pur non essendo più la furia scatenata come quando quando era full power ha assunto oggi una sua dignità. 15 MA BUONI Tolta la valvola allo scarico, rivisto il cilindro ora il motore pur essendo ingabbiato nella legge dei 15 cavalli, funziona molto bene, gestito da un bel cambietto, rapido e preciso, che anche con gli stivali da cross non sbaglia un colpo. Nel pieno rispetto della filosofia supermotard, che vuole moto spartane, la MX rinuncia anche all'avviamento elettrico. Accendere il due tempi non è comunque un problema, un paio di scalciate e la voce argentina dello scarico riempie il circondario. Bella e ben fatta, dietro la mascherina il cruscotto è un concentrato di display LCD dall'aspetto molto tecnologico e la MX è una moto ben costruita e assemblata, nel classico stile Aprilia, criticabile solo il tubo dell'olio del miscelatore un po' troppo esposto. LA PRIMA MOTARD Una vera nave scuola con cui apprendere i primi segreti della guida in derapata per poi passare a moto più specializzate. Scorre in curva che è un piacere (soprattutto in quelle più strette appariva irraggiungibile) e se solo avesse avuto un po' più di cavalli su un circuito tortuoso come quello utilizzato per la prova avrebbe detto sicuramente la sua. La semplicità delle sospensioni (entrambe non regolabili) non ne pregiudica le prestazioni l'Aprilietta è efficace e divertente.

FRENO PIANO

Solo il freno anteriore è inferiore alle aspettative. Nonostante le dimensioni generose non ha la grinta che ci si aspetta, forse sacrificata in onore della modulabilità. Tutto bene in città comunque, dove il fondo non è perfetto si gestisce la frenata al meglio. Ma se ci scappa il giretto nel kartodromo si vorrebbe un po' di mordente in più.

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KTM SMR 450: Ready for Race

VOR SM 530 E: l'elettrica

Husqvarna SMR 570: Replica mondiale

Bizzarrini VGM 650 il motard del futuro

*BRPAGE*

KTM SMR 450 Ready for race

Prezzo: 8.130 €

Una moto pronta gara, che più pronta non si può. Di sicuro quella che, più di tutte, ha saputo conquistare i tester presenti. La SMR 450 è l'ultima creatura di casa KTM, niente targa e fanali, niente di niente. 107 kg d'essenzialità motociclistica. Ma quanto va bene! Un tocco allo "smagritore" (oltre all'aria la "K" ha anche lo smagritore per le pertenze a caldo), un calcio deciso alla pedivella d'avviamento e il sound coinvolgente del mono austriaco riempie l'atmosfera.

UNA MOTARD COL K... Non devi toccare nulla, la KTM, è già perfetta così. La componentistica è d'assoluto pregio come testimoniato dalle sospensioni White Power o dalla bellissima pinza Beringer a sei pistoncini che lavora sull'ormai immancabile disco Braking a margherita. La KTM ha saputo conquistare tutti i presenti perché alle prestazioni esuberanti del suo piccolo quattroemmezzo (davvero prontissimo a rispondere alle sollecitazioni del gas) abbina una ciclistica molto a punto.

 

RACING FACILE

L'aspetto è racing, senza compromessi, ma con lei ti viene tutto facile, e la guida diventa un gioco estremamente divertente, anche quando abbozzi le tue prime derapate. Bilanciata in frenata, fulminea in ingresso curva, perfetta in percorrenza, brillante in uscita. L'equilibrio che la KTM è riuscita a sfoderare durante la prova è davvero notevole. Al punto che alla fine ce la contendevamo tutti. Sarà anche perché era gommata con delle meravigliose slick, ma l'efficacia della piccola "K" è parsa inarrivabile. Non per nulla è una moto pronto gara, ci metti il numero e vai. MOTORE AL TOP Due parole sul motore le spendiamo volentieri. Un cilindro, quattro valvole con monoalbero in testa, titanio a profusione utilizzato per valvole e molle. Vibra pochissimo, gira che è un piacere, con una erogazione estremamente corposa e piatta, che aiuta non poco a portare fuori dalle curve, un vero gioiellino che ormai non ha assolutamente nulla da invidiare ai migliori motori jap e che manda in solluchero gli amanti della bella meccanica.

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Aprilia MX 125: la prima motard

VOR SM 530 E: l'elettrica

Husqvarna SMR 570: Replica mondiale

Bizzarrini VGM 650 il motard del futuro

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VOR 530 SM-E Nera e elettrica

Prezzo: 9.350 €

La bestia nera si mette l'abito bello e si prepara ad affrontare la città. In effetti, se vogliamo, la VOR era la più civile delle moto provate. Talmente civile da sfoggiare persino l'avviamento elettrico, comodità indispensabile a chi utilizza la moto al di fuori dei circuiti. Ciò non toglie che la 530 brianzola resti una moto spartana, aggressiva, e snellissima. Niente a che vedere, insomma, con le finte motard (leggasi Yamaha XT 660X) costruite in grande serie, con la VOR c'è tutto il fascino della moto da corsa. Il motore, assieme al salto di cilindrata (le prime erano 503), ha fatto anche un notevole salto prestazionale. AVVIAMENTO LENTO Come su altre VOR provate l'avviamento non è immediato, anche con il motorino occorre insistere un po' più del normale. La tecnologia non fa certo difetto alla nera Italiana che sfoggia un mocilindrico evoluto, con quattro valvole e un monoalbero in testa comandato da una cascata d'ingranaggi. L'erogazione della potenza è decisa, ma meno che sulla Husqvarna, la risposta all'acceleratore è più morbida e questo facilita le cose a chi non è un vero esperto della pista. PIEGA A DUE VELOCITÁ La Vor ha un comportamento particolare, all'inizio della piega si muove abbastanza svelta, poi però diventa un po' legnosa da inserire in curva, come se fosse un po' seduta e la ciclistica privilegiasse la stabilità a scapito della rapidità. Probabilmente anche le Michelin Pilot Sport montate di serie fanno la loro parte, tra l'altro vanno in crisi in fretta. In ogni caso l'appoggio resta sempre sicuro e la percorrenza precisa. MORBIDA Dal punto di vista fisico la VOR impegna leggermente di più della Husqvarna ma, grazie ad una risposta più morbida all'acceleratore, a centro cruva si riesce a dare gas presto e con efficacia. Belle le sospensioni: scorrevoli e precise. Paioli (la forcella) e Ohlins (il mono) svolgono egregiamente il loro lavoro, ma hanno una taratura fin troppo stradale. Finchè non si esagera con il ritmo va tutto bene, poi occorre intervenire sui registri per avere più sostegno. Bene i freni, modulabili e potenti. La pinza Brembo anteriore è una garanzia, infatti, non ha perso un colpo.

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Aprilia MX 125: la prima motard

KTM SMR 450: Ready for Race

Husqvarna SMR 570: Replica mondiale

Bizzarrini VGM 650 il motard del futuro

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HUSQVARNA SMR 570 Replica Mondiale

Prezzo: 8846 €

La Husqvarna è campione del mondo in carica, e questa immagine vincente si ripercuote anche sulle moto stradali. La SMR 570 è in pratica la via di mezzo tra una racing nuda e cruda e una supermotard stradalizzata. Niente avviamento elettrico niente frecce, strumentazione ridotta ad un orologino da ciclista.

MOTORE VIOLENTO

Scarna ed essenziale come si conviene alle vere supemotard la Husky ha dalla sua un motorazzo prepotente come pochi. Il mono quattro valvole è giunto ormai alla sua ennesima evoluzione, solo lontano parente del primo mono Husqvarna, velocissimo ma anche decisamente poco affidabile. Oggi i cavalli sono ancora tanti (anzi sono anche di più) e il 570 Husqvarna è davvero una spanna sopra gli altri motori provati (bizzarrini esclusa) quanto a potenza e brutalità.

VELOCE IN PIEGA

Agile, reattiva, cattiva, è solo leggermente penalizzata dai pneumatici troppo stradali che non reggono alla lunga le sollecitazioni impresse dalla guida in circuito. Il motore è anche dotato un bell'allungo e di un cambio corto e preciso. Moto di carattere, fin troppo di carattere, che si manifesta con vibrazioni consistenti a tutti i regimi che si distribuiscono copiose su sella, pedane e manubrio.

CI VUOLE IL FISICO

Alla fine perciò la SMR risulta la più stancante da guidare, ha tanto motore, ma anche una risposta molto brusca all'apri-chiudi che infastidisce. Del resto la cilindrata è consistente e il carburatore manda fiotti di benzina nel cilindro ogni volta che si apre il gas. Per questo si deve imparare a gestire l'erogazione con delicatezza in percorrenza di curva e occorre un pilota un po' più esperto per sfruttarla a fondo. Come per la Vor, le sospensioni sono tarate in modo non troppo rigido, la Husky mantiene un eccellente rigore ciclistico almeno fintanto a che non si comincia a spingere a fondo quando la taratura comincia a rivelarsi troppo morbida facendola "pompare" un po' troppo.

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Aprilia MX 125: la prima motard

KTM SMR 450: Ready for Race

VOR SM 530 E: l'elettrica

Bizzarrini VGM 650 il motard del futuro

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BIZZARRINI VGM 650: il motard del futuro

Prezzo: Nd

Inutile negarlo, c'è sempre una certa emozione quando si sale su un prototipo e per di più su un costosissimo esemplare unico, che sia una moto da pista, da cross o una supermotard come la VGM Bizzarrini. Quello che cavalchiamo potrebbe essere il vero futuro di questa disciplina (come testimonia anche l'eccellente prestazione ottenuta dalla Aprilia V2 nel mondiale classe S2 alla gara d'esordio), e sapere di essere i primi o quasi a metterci su il sedere ci rende quantomai elettrizzati. C'era curiosità attorno a questa moto, tutti a guardarla, a scrutarla a chiedere ai tecnici. Tutti ad aspettare la messa in moto per sentirne la voce. IL BELLO DEL PROTOTIPO In mezzo a tutte quelle moto di serie, la VGM esprimeva tutto il fascino della moto artigianale, fatta di puro metallo e con una pelle di nero carbonio. Spartana, ovviamente, ma a questo non ci si fa molto caso nel supermotard, anche perché le moto di serie non sono rifinite poi molto meglio. È un prototipo e come tale va giudicato, una moto il cui sviluppo continua giorno per giorno.

LAVORI IN CORSO

Rispetto alla moto che vi avevamo presentato ormai quasi un anno fa la Bizzarrini ha visto modificato il serbatoio della benzina (ora più capiente) ma soprattutto si è enormemente affinata di elettronica. E il motore è senz'altro la cosa più sorprendente. Guidi un prototipo e ti aspetti un motore grezzo, ruvido. Ti dicono che ha 90 cavalli e ti aspetti un motore scontroso, prepotente. Invece il V2 si è rivelato sorprendentemente a punto. Unico problema da superare, l'avviamento per il quale occorre ancora utilizzare l'ausilio di un avviatore esterno (ma a caldo giurano che parte anche con il pedale), per il resto questo motore ha saputo conquistare tutti con la sua erogazione incredibilmente pulita. DUE DI DOLCEZZA Altro che scontroso, questo bicilindrico Bizzarrini è davvero un bel motore. Pulito, lineare, privo di effetto on off sciorina i suoi cavalli (che a sensazione forse non saranno 90 ma sono comunque tanti), in modo splendidamente lineare e con un rumore davvero entusiasmante. La risposta all'acceleratore è decisa ma mai tanto violenta da mettere in difficoltà. Cambio eccellente, vibrazioni inesistenti, l'equilibratura è evidentemente perfetta, ho sentito bicilindrici di grande serie vibrare molto di più, e l'allungo del V2 (gira a 9500 giri) è davvero ottimo. VUOLE IL VELOCE Alla fine il kartodromo di Ottobiano (dove si è svolta la prova) le andava fin troppo stretto. La Bizzarrini vuole circuiti più aperti dove poter lanciare al galoppo tutti i cavalli di cui dispone. E visto come si stanno modificando i circuiti di supermotard (sempre più veloci e con curvoni da moto GP), l'idea del motore bicilindrico è tutt'altro che peregrina. Certo c'è del peso in più (130 kg conto i 115 o anche meno di una monocilindrica) ma se il percorso non è troppo tortuoso questo penalizzazione dovrebbe essere compensata dalla maggior potenza del motore. Sul V2 quindi niente da dire, anche perché fino ad oggi ha sopportato test e prove senza manifestare un solo problema d'affidabilità, cosa che potrebbe far ben sperare anche per applicazioni future (magari non solo nel supermotard?). Il motore ha già acceso l'interesse di qualcuno e alla Bizzarini sperano che arrivi anche qualche finanziatore per mandare definitivamente a buon fine questo interessante progetto. TELAIO IN EVOLUZIONE  Dove invece la VGM Bizzarrini ha bisogno di maggiore sviluppo è nel comparto ciclistico. La dotazione è di eccellente qualità (Paioli per forcella, Ohlins per ammortizzatore, Braking per i freni) ma è l'impostazione in sella che a parer nostro dovrebbe essere affinata. La Bizzarrini appare fin troppo bassa rispetto alle altre, ha quasi una impostazione stradale che non le rende sfruttabile al 100 % in circuito. Le pedane toccano troppo in fretta e il pilota è un po' disturbato dall'ingombro dei due collettori (soprattutto il sinistro), che non consentono di muovere agevolmente gamba e piede. La moto andrebbe alzata dietro, ma poi andrebbe di conseguenza aperta l'inclinazione del cannotto per non trovarsi con uno sterzo troppo propenso a chiudere.  La snellezza invece ha del sorprendente. Non c'è il serbatoio (è sotto la sella) e quindi il telaio a traliccio può fasciare strettissimo il motore rendendo la Bizzarrini forse anche più snella delle supermoto tradizionali.

FRENI RACING Portentosa invece la frenata, che si rivela persino troppo aggressiva nell'attacco (sulle prime occorre farci un po' la mano), mentre la taratura delle sospensioni non era ottimale e causava un po' di saltellamento in percorrenza, il famoso chattering di cui parla tanto Max Biaggi. È evidente che si è trattato solo di un succulento assaggio e che questa sia una moto in continua evoluzione, con una più opportuna messa a punto la Bizzarrini può solo migliorare. La base è più che valida, in fondo la cosa più difficile è anche quella che è riuscita meglio, il motore va che è una bellezza e questo non è certo poco. Aspettiamo di vederla in gara.

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Aprilia MX 125: la prima motard

KTM SMR 450: Ready for Race

VOR SM 530 E: l'elettrica

Husqvarna SMR 570: Replica mondiale


Pubblicato da Stefano Cordara, 27/06/2004
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