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Aprilia Dorsoduro Factory


Avatar Redazionale , il 30/04/10

13 anni fa - Da oggi anche la maxi motard Aprilia Dorsoduro si può fregiare dell'appellativo Factory e offrire una guida ancora migliore.

Mille Euro in più, un kg in meno... ma anche sospensioni e freni di alto livello e carbonio ovunque. Da oggi anche la maxi motard Aprilia Dorsoduro si può fregiare dell'appellativo Factory e offrire una guida ancora migliore.

COM'È Se la Shiver fatica un po' a trovare gli apprezzamenti che meriterebbe in un mercato sempre molto combattuto, per la Aprilia Dorsoduro la strada è invece stata sempre in discesa. La Maxi Motard di Noale (che quest'anno correrà anche in un monomarca a lei dedicato) ha subito fatto breccia nel cuore degli appassionati grazie a un mix di caratteristiche che l'hanno resa assolutamente vincente. La motardona di Noale è, infatti, piaciuta subito per la linea assolutamente indovinata e anche perché a parità (o quasi) di prestazioni costa molto meno delle concorrenti dirette.

QUALITÀ E PREZZO Insomma il rapporto qualità/prezzo è il punto di forza della Dorsoduro, il mercato l'ha premiata facendola diventare la best seller tra le moto Aprilia (quasi 10.000 pezzi venduti fino ad oggi) e per parecchi mesi la motard veneta è stata la maxi motard più venduta sul nostro mercato. Per parare meglio i colpi della concorrenza (leggasi Hypermotard 796), Aprilia ha deciso di raddoppiare l'offerta proponendola anche in versione Factory.

PIÙ DOTATA L'idea è quella di offrire una moto ancora più dotata e competitiva nel confronto delle concorrenti senza salire troppo di prezzo che, infatti, per la Factory arriva a 9.900 €. Ma quali sono i plus della Factory rispetto alla Dorsoduro standard?


FULL CARBON
Innanzitutto l'estetica. Come per tutte le Factory di Noale, anche la Dorsoduro fa incetta di carbonio utilizzato per convogliatori e parafanghi e lasciato splendidamente "nature", il che, per chi non lo sapesse, significa una lavorazione sopraffina e molti scarti per offrire superfici perfette. Assieme al colore rosso del traliccio e al nero opaco delle piastre laterali di alluminio e cerchi, l'utilizzo del prezioso "oro nero" rende questa moto davvero cattivissima, oltre ad alleggerirla di circa un kg rispetto alla versione standard.

SOSPENSIONI EVOLUTE Ovviamente anche la ciclistica si evolve in senso sportivo. Sulla Dorsoduro Factory arrivano sospensioni (entrambe marchiate Sachs), più evolute con la forcella da 43 che ora offre la regolazione di precarico molla, compressione e ritorno, e il monoammortizzatore a gas dotato di Piggy Back, anch'esso completamente regolabile. Restano invariate le escursioni generose (160 mm anteriore, 150 mm posteriore) tipiche del segmento.

RADIALI BREMBO Maggior pregio anche nel comparto freni le pinze radiali sono le ormai classiche Brembo serie Oro (sulla standard ci sono quelle marchiate Aprilia) che vanno ancora a frenare su dischi wave. Di contorno cambia anche la pompa che sulla Factory adotta un pistone più grosso.

MOTORE CONFERMATO Non ci sono variazioni invece nella meccanica che viene confermata in toto. Il V2 750 dotato di Ride by Wire e tripla mappatura è ancora accreditato di 92 cv a 8750 giri, potenza che, di fatto, la allinea a concorrenti di cilindrata superiore. Alla fine quindi il gioco vale ancora la candela, con 9990 ? la Dorsoduro (in promozione fino a fine maggio con un paio di scarichi Arrow) resta la meno costosa del segmento (solo la Hyper 796 costa meno, ma offre anche meno…) ma quella più interessante per dotazioni di serie che adesso (escludendo la portentosa KTM SM 990 R) non sono davvero seconde a nessuna concorrente, anche di cilindrata, e prezzo, superiori.

COME VA In sella alla Aprilia Dorsoduro Factory si ritrova lo stesso "ambiente" della moto standard, compreso il manubrio leggermente troppo ruotato all'indietro (per me) situazione rimediabile in pochi secondi. La Dorsoduro non ha una sella bassissima (anzi diciamo che è altina con i suoi 870 mm) ma nella zona di passaggio delle gambe è snella quel tanto che basta affinché anche la mia gamba non certo slanciata non fatichi a trovare un solido appoggio a terra. Il colpo d'occhio è notevole, manubrio di grossa sezione, cruscotto completo (inspiegabilmente manca però l'indicatore delle marce presente sulla Shiver) materiali di qualità, leve entrambe regolabili; si ha davvero la sensazione di sedere su una moto di categoria e prezzo superiore.

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VOGLIA DI CURVE Le differenze tra la Factory e la standard si capiscono quando si inizia a guidare nel misto, la Aprilia Dorsoduro Factory vale il prezzo che costa, anzi vale anche di più perché le sospensioni sono davvero il suo punto di forza. Scorrevolissime, controllate nella loro escursione, trasformano l'asfalto butterato in velluto e sostengono la moto quando si spinge. Un assetto davvero indovinato che rende la Dorsoduro, un'autentica fun bike, di quelle che ti senti in mano dopo pochi metri e con cui senti di poter fare qualsiasi "numero".


ALTA E SVELTA
Da buona motard la Aprilia Dorsoduro è alta e ha nella maneggevolezza il suo punto di forza. Quello che la distingue dalle sue "parigrado" è però il feeling che riesce sempre a trasmettere con l'anteriore. La Dorsoduro è svelta, molto svelta, ma a dispetto di molte motard che sono agili sì ma "tutte sul davanti" e con quella tendenza a chiudere l'avantreno più o meno larvata secondo il modello, l'Aprilia è più rotonda e stabile anche quando stressata da cambi di direzione ad alta velocità. Insomma è svelta, ma non radicale e da questo la guida ne trae indubbio beneficio. Non deve essere stato facile ottenere questo risultato da una moto così alta e con sospensioni lunghe. Per questo mi trovo di nuovo a lodare il lavoro svolto dai tecnici e dai collaudatori Aprilia. A Noale le moto le sanno fare davvero bene.

UN TIPO VIVACE Il motore dal canto suo contribuisce alla bella guida offerta dalla Aprilia Dorsoduro, potente ed elastico deve cedere agli avversari solo qualcosina per quel che riguarda la coppia massima, ma in Aprilia, hanno lavorato bene soprattutto con la rapportatura, che, parecchio più corta di quella della Shiver (due denti di corona in più), "pulisce" il motore da ogni indecisione e lo rende quantomai grintoso in accelerazione.

ELASTICO E GRINTOSO Come sulla Shiver quello che piace di questo motore è la sua elasticità, la capacità di scendere bassissimo di giri (per un bicilindrico s'intende) e riprendere senza sussulti o rifiuti salendo di giri rapido e convincente. Grazie ai rapporti più corti anche la zona rossa viene conquistata con maggiore decisione rispetto alla Shiver, il che mi fa concludere che l'accoppiata pignone da 16 e corona da 46 denti sia quella perfetta per il bicilindrico Aprilia da 750 cc.

COMPLIMENTI ALLA MAPPA Come mi ero già trovato a dire durante la prova della Dorsoduro standard, il feeling all'acceleratore è eccellente con una risposta sempre adeguata. La mappa rain è fin troppo castrata (ma utile per il neofita e con la pioggia) la mappa touring di turistico ha già ben poco ed è quella che mi piace di più perché ha una risposta un po' "smorzata" e gestibile alle prime aperture del gas ma la giusta grinta quando si chiedono i cavalli.

SPORT MA PER FINTA Ancor più cattiva la mappa sport che velocizza l'apertura delle farfalle, ma è fin troppo aggressiva nella prima parte del gas, per poi andare a coincidere con quella Touring. Come mi è già capitato di dire questa mappa è un po' "effimera" dà l'impressione di andare più forte ma ha solo una risposta più brusca e alla fine (gusti personali a parte) non è che porti a dei vantaggi consistenti.

POCA BENZINA Francamente è quasi difficile trovare qualcosa che non va nella Dorsoduro, perché è vero che l'autonomia (il serbatoio è da 12 litri) è scarsa, ma anche in questo caso siamo in linea con quanto offre la concorrenza. L'unica cosa che non mi piace è il tappo del serbatoio "volante" e non incernierato come sulla Shiver. Un fastidio non sapere mai dove appoggiarlo quando si è dal benzinaio. Ma, anche in questo caso, il fastidio è comune alle concorrenti…

FUNPRICE Insomma il giudizio finale "poca spesa tanta resa" con avevamo battezzato per la Dorsoduro standard vale a maggior ragione per la Factory che a un prezzo ancora concorrenziale (e soprattutto inferiore alla soglia anche psicologica dei 10.000 ?) riesce a essere una delle migliori rappresentanti del segmento delle maxi motard.


Pubblicato da Stefano Cordara, 30/04/2010
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