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Aprilia Atlantic 250


Avatar Redazionale , il 20/07/04

19 anni fa -

Cinquanta centimetri cubi in più nel motore e la stessa bella guida di sempre. Il piccolo Atlantic è un po' meno piccolo e gode di un motore più prestante e fluido. Va bene, si guida alla grande ma sterza un po' poco. Complessivamente un mezzo dall'eccellente rapporto qualità/prezzo.

CORSI E RICORSI Ormai non li seguo più. Parlo dei costruttori di scooter. Prima creano il segmento degli scooteroni 250. Poi fanno i 200 che vanno come i 250 ma costano meno, adesso rifanno i 250 (che però costano come i 200). Star dietro a tutti questi cambiamenti può far venire anche il mal di testa. Oppure può anche far venire qualche arrabbiatura a chi, magari fresco possessore di scooter 200, si trova lo stesso modello con motore più grosso allo stesso prezzo o poco più. Sta di fatto che se la Piaggio (fornitore di motori per la maggior parte degli scooter) decide di fare un 250 al posto del 200 tutti si devono adeguare.

EVOLUZIONE Per cui, ben venga l'evoluzione, che in casa Aprilia oltre allo Scarabeo ha toccato anche il "piccolo" Atlantic, il midimaxi che da questo upgrade alla fine ci ha solo guadagnato. Non che prima andasse male eh? Anzi, unanimemente il piccolo Atlantic è stato giudicato uno dei migliori scooter in circolazione per doti dinamiche. Diciamo però che quei 50 cc in più sono un piccolo plus di cui si giovano comfort e piacere di guida. E basta davvero poco per capire che il baby Atlantic si guida davvero bene, forse anche meglio del fratellone 500. GUIDA D'EQUILIBRIO Ancora una volta non posso che fare i complimenti ai tecnici Aprilia. Con telai e sospensioni ci sanno davvero fare, che si tratti di progettare la RSV 1000 o un piccolo scooter. L'Atlantic 250 ne è una conferma; non arriva certo alle "sensazioni motociclistiche" dei ruota alta ma, il modo con cui scivola tra le curve lo rende davvero gradevole da guidare.

PARENTE DEL 500

La posizione in sella è molto simile a quella del 500: busto eretto, braccia moderatamente distese a impugnare un manubrio alto e dal buon braccio di leva, pedana non ampissima ma spaziosa quanto basta per farci stare un bel paio di 44 pianta larga. Anche questo Atlantic offre la possibilità della guida a gambe allungate anche se lo spazio laterale per i piedi in questo caso si riduce un po'.

FACILE PER TUTTI

La sella bassa e la notevole rastremazione della pedana nella zona di passaggio delle gambe rendono la vita facile a chiunque si voglia cimentare nella guida di questo scooter che non è leggerissimo (circa 160 kg) ma nemmeno un peso massimo della categoria. Il cavalletto laterale è subito a portata di piede, quello centrale si aziona senza troppo sforzo, insomma ancora prima di partire l'Atlantichino manda al suo guidatore segnali confortanti. UN QUASAR DI PRESTAZIONI Già ai tempi del 200 l'Atlantic mi era piaciuto. La sensazione non può che essere confermata anche nella nuova versione. Le novità, in effetti, stanno tutte li, sotto la plastica, riassunte dalla scritta Quasar che indica il nuovo monocilindrico made in Piaggio. Potenza simile (22 cv invece di 21), un po' di coppia in più, qualche giro in meno. Alla fine ne trae giovamento il piacere di guida, perché il duemmezzo strilla un po' meno e offre complessivamente una guida più prestante e fluida soprattutto dove serve ad un mezzo del genere, ovvero nelle continue accelerazioni della guida sincopata da metropoli moderna. Ottimo lo spunto, la trasmissione molto a punto aiuta Atlantic a disimpegnarsi inscioltezza in accelerazione, portando rapidamente il tachimetro in zona 130 indicati (anche qualcosina in più) con una spinta vellutata, silenziosa e del tutto priva di vibrazioni. Bel viaggiare. TELAIO VERO Il vero punto di forza di Atlantic comunque sta nel comparto ciclistico, che (e non poteva essere altrimenti) anche in questa versione 250 esce dalla prova promosso a pieni voti. Come già affermato più volte in occasione di altre prove il comportamento dinamico del piccolo Atlantic è ottimo. Molto maneggevole, scende in piega sicuro, corre preciso alla corda senza manifestare fastidiose reticenze a chiudere la traiettoria. Una piacevole sorpresa anche la quasi totale assenza del fastidioso effetto di autoraddrizzamento quando si arriva in curva con la leva del freno posteriore in mano (e con gli scooter praticamente privi del freno motore capita davvero spesso). La rigidezza del telaio è apprezzabile anche quando si guida con passeggero, seduto un pelo in alto ma che non si fa sentire troppo nella guida. STERZA POCO Peccato però che in città il piccolo Aprilia debba scontare un limite notevole (l'unico limite, in ogni caso). L'angolo di sterzo è paragonabile a quello di una buona moto sportiva. Il manubrio gira davvero troppo poco e non aiuta certo quando si deve svicolare nel traffico, dove con l'Atlantic occorre spesso una manovra in più rispetto agli scooter concorrenti. TUTTO A SINISTRA L'impianto frenante con sistema integrale ha comandi morbidi e ben gestibili. L'efficacia del comando sinistro (quello che agisce su disco posteriore e un pistoncino anteriore) è valida; senza strapparsi i tendini della mano si hanno ottimi rallentamenti e solo esagerando si arriva al bloccaggio della ruota posteriore (tuttavia L'Atlantic è un po' più sensibile a questo problema di altri scooter). Come ormai accade sempre sugli scooter con frenata integrale, il comando destro è ormai da considerarsi un freno d'emergenza, che, se usato da solo, per me morde sempre troppo poco ma tant'è, ormai sugli scooter si frena così e occorre farci l'abitudine. GUIDA DI VELLUTO La ciclistica a punto è merito anche delle sospensioni che lavorano ottimamente sul liscio asfalto guidando l'Atlantic senza indugio e assorbendo piuttosto bene i colpi, superando pur senza eccellere anche la sfida pavè. Il comfort resta comunque sempre valido, anche perché la protezione aerodinamica è elevata. Il grosso pelxiglass devia l'aria oltre casco e spalle (le mani però sono scoperte), lo scudo protegge le gambe (solo lambite dal vento della corsa). UN CASCO E MEZZO Spazio ce n'è. Il vano sottosella è piuttosto largo ma non molto profondo, illuminato e dotato di presa di corrente (per l'immancabile cellulare), e in grado di ospitare un casco integrale e un jet di piccole dimensioni (di quelli senza visiera per intenderci). Peccato per quelle due protuberanze che ne penalizzano la regolarità. Senza di loro, la sfruttabilità del vano sarebbe ancora superiore. A parte questo l'Atlantichino è davvero un gran bel scooter. Va bene, è ottimamente rifinito e consuma anche poco. 3870 € ben spesi.

In questo servizio:

Vemar VRT Dainese HF 1600 Dainese Moto X
Pubblicato da Stefano Cordara, 20/07/2004
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