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Guida pratica

Come guidare la moto a pieno carico


Avatar Redazionale , il 27/06/05

18 anni fa - Bagagli sparpagliati un po' dovunque modificano il comportamento della moto

Come guidare la moto a pieno carico in vacanza

Bagagli sparpagliati un po' dovunque modificano il comportamento della nostra compagna. Ecco qualche consiglio per guidare la moto carica per le vacanze

NON TI RICONOSCO PIU' È tutto pronto, ora tocca al pilota. La moto è la stessa che sa a memoria il percorso casa-ufficio, ma bardata per le vacanze sembra diversa, anzi è diversa. Con il fascino dell'avventura addosso è più bella, però incute un po' di timore... Prima di tutto è carica come un asino (poverina), quindi è necessario un minimo di assuefazione già in manovra. Il peso è tanto, la sella alta, la nostra gamba corta... Inutile zampettare come una ballerina russa, meglio scendere dalla moto e spostarla tenendo una mano sul manubrio e una sulla sella (in retromarcia), con tutte e due le mani sul manubrio per spingerla in avanti. Se c'è qualche piccola asperità va sfruttata per far manovra a motore acceso: ci si sale con la ruota anteriore per poi lasciar scivolare la moto all'indietro. Più facile del previsto. Bisogna però evitare le insidiose manovre in contropendenza, pena il ribaltamento.

OCCHIO ALL'INCLINAZIONE Ovvia la regola di non inclinare troppo la moto carica, oltre un certo limite non si riesce più a  tenerla. Se le manovre sono la parte più faticosa della vacanza in moto, il parcheggio è altrettanto impegnativo. Molto, ovviamente, dipende da come è fatto il cavalletto della moto. Se il laterale è corto, la moto cercherà sempre di ribaltarsi: una piccola asse di legno (meglio portarne sempre uno con voi) risolverà tutto. Se invece è troppo lungo, la moto rimarrà così verticale da far temere a ogni colpo di vento. Allora occhio alla pendenza della strada, si può sfruttarla per guadagnare quel zic di inclinazione. Mai lasciare la moto sul bitume o su asfalti soffici, poichè con il caldo si squagliano e spesso è sufficiente il peso della sola moto a perforare il tutto, figuriamoci se poi è appesantita dal carico. Eventualmente utilizzare la tavoletta di cui sopra. Evitare anche di parcheggiare la moto in discesa, perché altrimenti il cavalletto si chiude. Sistemarla con il manubrio a monte e con la prima inserita.

IL CENTRALE AIUTA Il cavalletto centrale risolve molti di questi problemi, però non tutti ce la fanno a tirar su la moto. In teoria, se "il centrale" è ben progettato, la moto dovrebbe salire da sola, semplicemente puntando il piede destro sul cavalletto e spostando il peso all'indietro. Le braccia vanno tenute una sul manubrio e una su un appiglio posteriore (alcune moto hanno una maniglia apposita), per aiutarsi tirando leggermente. Evitare strappi tipo sollevamento pesi: la moto non vorrà saperne di salire sul cavalletto e il colpo della strega sarà lì pronto in agguato.

CHILI SUPERFLUI Anche se il bagaglio è stato disposto bene e in modo equilibrato, ci si trova a scarrozzare un bel surplus di peso: la prima impressione è che la moto non sia maneggevole come al solito. Ed è vero, però non bisogna farne un dramma, perché già dopo qualche decina di chilometri sembrerà tutto più normale. Si capirà al volo che una moto carica non è una penitenza. Basta addolcire la guida disegnando traiettorie dolci e rotonde, evitando staccate da Gran Premio e accelerazioni da dragster. I trasferimenti di carico non sono infatti graditi dalla moto in assetto da vacanza: la sospensione posteriore, anche se irrigidita, tenderà infatti al fondocorsa e anche a rimbalzare sulle asperità.

BALLERINO in compenso l'avantreno sembrerà molto più leggero: in accelerazione e sullo sconnesso potrà persino tirare una sbacchettata. È normale, il peso del carico è piazzato per la maggior parte sul posteirore per cui basta farci l'abitudine ed evitare di esagerare col gas. L'avantreno però, da leggero si trasformerà in pesante nelle curve lente (ad esempio un tornante), dando la sgradevole sensazione di chiudersi su se stesso. Tenere la moto in tiro dando trazione risolverà tutto, se poi si capisce che in due con i bagagli è inutile spostarsi in sella come Randy Mamola...allora la guida del cargo a due ruote diventerà un vero piacere. Per i più sportivi è concesso il movimento di spalle verso l'interno.

LA VELOCITA' GIUSTA Le pieghe si fanno più sicure e si aumenta il ritmo, di pari passo si intuisce che è sempre meglio anticipare la frenata, magari aiutandosi col freno posteriore, considerata la mole da rallentare. Giù in curva e...crunch, il cavalletto striscia. È normale anche questo, perché la moto carica si schiaccia parecchio. Questo per quanto riguarda il misto, in autostrada il consiglio è comunque di non esagerare con la velocità: 130 al massimo con l'enduro mollicciona, 160 con la sport tourer se state affrontando autostrade tedesche senza limiti. Bastano e avanzano per fare tanta strada, soprattutto se non ci si ferma ogni 10 minuti, se si spegne il telefonino e se si ha l'accortezza di fare benzina e bisogni fisiologici tutti insieme. Quando si viaggia in gruppo è fondamentale non perdersi, se i più lenti fanno l'andatura il problema non dovrebbe porsi. Comunque è utile che tutti abbiano chiaro il percorso e dispongano di una cartina. Per citare uno che di viaggi ne sa, citeremo anche la regola di Beppe Gualini "ognuno è responabile di chi lo segue" Guardando che chi ci segue sia sempre nel nostro specchietto non ci perderemo mai di vista.

HIGHWAY torniamo alla guida vera e propria: nei curvoni autostradali bisogna tenere conto che le sospensioni lavorano in modo anomalo, quindi se c'è una tendenza a ondeggiare già a moto scarica, questa sarà accentuata. Evitare di buttarsi al limite è la mossa più saggia, tenere in tiro il motore e magari pelare il freno dietro è l'antidoto allo sbacchettamento in velocità. Guai a mollare di colpo.

RISPETTIAMO I NOSTRI LIMITI... Una guida da vacanza è quella che riconosce i limiti dell'accoppiata moto-pilota. Non è scontato suggerire di lasciare sempre un buon margine di sicurezza, di non esagerare con i chilometri e di evitare stancanti tirate in notturna. Quante volte abbiamo sentito dire: "Pizza con gli amici e poi via, Milano-Taranto in una nottata, che si viaggia più freschi!". Chissà che divertimento viaggiare con il buio e gli occhi lì lì a chiudersi dal sonno. Il consiglio migliore è sempre quello della nonna: in vacanza non ti corre dietro nessuno.

...E QUELLI DELLA MOTO  Per questo bisogna anche avere rispetto del motore, non sforzarlo inutilmente. Non è ancora appurato se la moto abbia un cuore o no, però è sicuro che ha un regime di rotazione preferito, può corrispondere a 120 all'ora per un 600 monocilindrico e a 140 per un 750 bicilindrico. In ogni caso il passo "giusto" si rivela da solo, è quella velocità a cui ci si ritrova sovrappensiero, lasciandosi trastullare dal paesaggio. Se la moto vuole andare a 130, è una bella cattiveria forzarla a 140 sentendo che soffre. Una buona regola è di scaldare bene il motore alla mattina, come di lasciarlo girare al minimo per un minuto quando si arriva al pit stop autostradale dopo una bella tirata. Se il motore non è proprio fresco viene naturale tendere l'orecchio per cogliere rumori anomali, come del resto controllare eventuali perdite d'olio. OK, bisogna però evitare di somatizzare o di passare la notte pensando a "quello strano tic tic..."

OCCHIO AGLI INGOMBRI Altri accorgimenti nella guida da vacanza riguardano le borse laterali, soprattutto in città è meglio evitare di fare il pelo alle macchine in coda. Non arrivare all'ultimo goccio della riserva di benzina è un'altra buona regola, come del resto tenere libera la visuale sulla strumentazione: le spie dell'acqua e dell'olio non devono essere nascoste dalla borsa sul serbatoio. Una raccomandazione per i fuoristradisti: andare a cercarsi i pericoli, si sa, è bellissimo. Però è meglio tenere conto che una piccola caduta con leva della frizione rotta o, peggio, distorsione di una caviglia, lontano da casa diventa un grosso problema. Fuori strada sì, fuori di testa no.

DIRITTI E DOVERI anche per il passeggero, perché si renda conto di essere un prezioso compagno di viaggio e non un peso da portare dietro. La pausa sindacale ogni tanto è sacrosanta. Tra i diritti anche quello di godersi in relax il viaggio: richiedere al pilota una guida soft è il minimo, però bisogna ripagarlo fidandosi ciecamente e senza irrigidirsi. Ci sono poi piccoli doveri cui è meglio si dedichi il secondo: ricambiare il saluto degli altri motociclisti, provvedere a biglietti e pagamenti dell'autostrada, se ancora non vi siete convertiti al Telepass. Una occhiata (o una palpatina) per controllare i bagagli è compito sempre del passeggero. Molto importante avvertire sempre quando si sale e o scende dalla moto, in modo che il pilota non si trovi impreparato. A proposito, vietato arrampicarsi saltando sulla pedana e sbilanciando il tutto. Se proprio non ci si arriva di gamba, si può chiedere al pilota di avvicinarsi a un marciapiede. Il pilota gradisce sempre una spintarella in manovra, a patto che lo si avverta.


Pubblicato da La Redazione, 27/06/2005
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