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MotoGP 2010: GP di Repubblica Ceca


Avatar Redazionale , il 15/08/10

13 anni fa - Lorenzo centra la settima vittoria del 2010, ma la notizia (che tutti già sapevano) è l'ufficializzazione del passaggio di Rossi dalla Yamaha alla Ducati. Una sfida tutta italiana che non può che esaltare gli appassionati.

Lorenzo centra la settima vittoria del 2010, ma la notizia (che tutti già sapevano) è l'ufficializzazione del passaggio di Rossi dalla Yamaha alla Ducati. Una sfida tutta italiana che non può che esaltare gli appassionati.

GARA? A Brno, per chi non se ne fosse accorto si è corsa una gara della MotoGP. Una gara che ha avuto più o meno lo stesso copione delle ultime che abbiamo visto. Un copione con Lorenzo attore protagonista, quasi invulnerabile (anche alla caduta del sabato) e di sicuro il pilota più in forma del momento. Un copione che vede il minuto Daniel Pedrosa combattere con il piglio del grande guerriero, unico a cercare in tutti i modi di tenere il passo del marziano di Palma di Maiorca. E poi Stoner che sembra aver perso gli occhi della tigre e veleggia sempre nella zona bassa del podio, Dovizioso che forza troppo e cade, e Spies che quando le piste le ha viste almeno una volta è lì nella zona che conta.

CAMBIO DELLA GUARDIA Proprio Spies (la cui moto "clienti" a Brno andava insolitamente forte…) è arrivato davanti a Rossi, un Valentino che in prova sembrava poter tentare il colpaccio perché durante le prove aveva un passo molto veloce, ma che invece è stato protagonista di una delle gare più opache della carriera.

TESTA PESANTE Non per colpa della gamba (va sottolineato che De Puniet è rientrato anche prima di lui con molto meno clamore da parte della stampa) o della spalla. Probabilmente il giorno dell'annuncio del grande passo ha pesato un pochino sulla testa di Rossi. In fondo è un uomo anche lui

DIVORZIO UFFICIALE Così in questo ferragosto in cui l'Italia è praticamente ferma, quello di cui tutti parlavano da tempo è ufficiale: Valentino lascia (con una lettera struggente piena di buoni sentimenti) la "sua" Yamaha, e si fidanza per due anni con la Rossa. Lo fa per lanciarsi in una nuova sfida ancor più stimolante: vincere il mondiale della massima categoria con un binomio moto-pilota tutto italiano. Del nuovo corso Rossi-Ducati e soprattutto del divorzio dalla Yamaha se ne sono già dette tante, forse anche troppe.

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SCAPPARE? DA CHI? La più ridicola a parer mio è quella che Lorenzo sia riuscito nell'intento di farlo "scappare". Perdonatemi ma questa cosa non mi trova d'accordo. Scappare da chi? Da cosa? Lorenzo è un pilota forte, fortissimo, ma Valentino l'ha già battuto due volte, una volta con gomme differenti, una con gomme uguali. Restare in Yamaha oggi per Rossi significherebbe aver più da perdere che da guadagnare. Se vince è una cosa quasi scontata, ma ogni secondo posto (soprattutto se dietro a Lorenzo) sarebbe considerato da tutti come una sconfitta, perché la gente si abitua subito alle vittorie, e dimentica troppo in fretta di quello che hai fatto in passato... Cos'altro deve dimostrare con la M1? Niente, appunto.

COME IL 2003 Per cui ecco che Rossi si è trovato più o meno nella stessa situazione del 2003 con la Honda. E poi Valentino è uno che dà molto ma pretende anche molto, costa più di tutti, e vuole, pretende, riconoscenza per quello che ha fatto vuole essere la stella del team, non dividere la poltrona con un altro. Una riconoscenza che, stando a quel che si dice, non ha più trovato in Yamaha.

NUOVI NEMICI, NUOVA LINFA Di certo non si sente né vecchio né bollito. Anzi siccome lui vive e si alimenta di sfide e di nemici, per l'anno prossimo ne ha trovato un altro da cui trarre linfa. La Yamaha. Ben venga quindi la nuova sfida, che non sarà facile, perché di occasioni per provare la Desmosedici, per prendere feeling con la moto, e per dare la direzione voluta allo sviluppo ce ne saranno pochi, visto che i test sono ridotti all'osso.

OBBIETTIVO 10 MONDIALI Certo è che non si troverà al cospetto di una moto fallimentare come era la M1 di allora, la Desmosedici ha già dimostrato più volte di essere un progetto azzeccato e i tempi di reazione del reparto corse della "piccola" Ducati sono molto più veloci di quelli delle Case giapponesi, inoltre c'è da sviluppare la nuova 1000. L'obbiettivo, manco a dirlo sarà portare di nuovo la Ducati in vetta al mondiale entro due anni e, per lui, vincere il decimo mondiale e far capire a chi lo ha lasciato partire che si è sbagliato di grosso. Poi, magari, sarà giunto il momento di affrontare altre sfide.


Pubblicato da Stefano Cordara, 15/08/2010
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