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Paton S1


Avatar Redazionale , il 06/01/14

10 anni fa - E' la prima stradale del marchio milanese

La Paton S1 è la prima moto stradale del marchio milanese. Ha un fascinoso look old style e un prezzo da oggetto molto esclusivo

LA PRIMA VOLTA La Paton ha una vera e propria vocazione per le sfide impegnative. Dopo aver passato una vita a cercare di competere sulle piste contro anche i colossi giapponesi, il piccolo marchio milanese prova ora per la prima volta nella sua quarantennale storia a cimentarsi anche con un modello stradale, la Paton S1. La moto ha sfilato sotto i riflettori dell’Eicma e proprio nel 2014 dovrebbero arrivare su strada i primi esemplari.

TRAPIANTO RIUSCITO Per non avere grandi problemi a livello di omologazione, Pattoni & Co. hanno deciso di andare sul sicuro e di equipaggiare la Paton S1 con un motore collaudato. La loro scelta è caduta sul bicilindrico della Kawaasaki ER-6n, che, oltre a essere leggero e brillante con i suoi 72 cv e 64 Nm, dovrebbe sentirsi particolarmente a suo agio all’interno di una carena verde.

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VECCHIA MANIERA Quest’ultima ha un taglio vintage, con un cupolino tondeggiante e l’unica concessione alla modernità a livello di look è la coppia di faretti che scrutano la strada. Decisamente old style sono pure il serbatoio allungato da 16 litri, il codino monoposto e i cerchi a raggi da 17”, che calzano pneumatici 120/70 davanti e 160/60 dietro. Scorrendo la scheda tecnica, spiccano poi il telaio tubolare in acciaio, la forcella da 43 mm completamente regolabile e gli ammortizzatori Ohlins, a loro volta regolabili.

DIAMO I NUMERI La Paton S1 ha dimensioni molto compatte: la lunghezza è di 1.980 mm, mentre la larghezza è di soli 680 mm, con la sella posta a 810 mm da terra. Last but not least, ultimo ma non meno importante, il peso: 158 kg in ordine di marcia, a garanzia di una maneggevolezza e di una guidabilità da prima della classe. E da prima della classe è purtroppo anche il prezzo: 21.000 euro, giustificati comunque dalla componentistica di qualità, dalla tiratura in pochi pezzi (meno di 100 all’anno) e dalla cura artigianale delle finiture.


Pubblicato da Paolo Sardi, 06/01/2014
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