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Anteprima: Aprilia Magnet


Avatar Redazionale , il 25/10/04

19 anni fa - Un futuro che profuma finlandese

Il marchio di Noale si tuffa in un futuro che profuma finlandese. Un po' F1, un po' moto, la Magnet è un qualcosa che potremmo anche vedere un domani non troppo lontano.

MATITA GLACIALE La sfida alle due ruote si fa sempre più dura e agguerrita. Non un'auto dalle prestazioni super che magari in curva si tuffa con il tetto verso l'interno, ma l'ennesimo ibrido a tre ruote, stabile e sicuro come un'auto, ma godurioso da guidare come una moto.

GHIACCIO BOLLENTE A partorire la "bestia" infernale è stato Heikkiy Naupalää, un "creativo" finlandese cui sembra che il freddo del nord non abbia intaccato la forte passione per i motori che si porta dentro sin da piccolo. E che gli ha fatto guadagnare il primo premio al Pilkington Award 2004 della Royal College of Art di Londra, uno dei più ambiti del settore.

BELLA IN PIEGA L'incontro tra auto e moto è stata la diretta conseguenza della sua passione e probabilmente anche la più fattibile (anche in termini di industrializzazione) tra una serie di possibilità. Così la matita finlandese non ci ha pensato due volte è ha unito in linee semplici e pulite che sanno tanto di glaciale hi-tech la seduta tipica delle auto da corsa, con il pilota a pelo d'asfalto, ma con le ruote davanti che invece di sterzare si tuffano in obliquo a mangiarsi le curve.

UN BEL GUIDARE Adrenalina pura da godersi tutta di un fiato. Certo non sarà come guidare una moto vera, l'esaltante sensazione di avere in "mano" la ruota davanti probabilmente non la darà nessun ibrido, mai. Però non nego che l'idea di buttare la testa fuori dal finestrino per guardare la curva dopo e tenere "dentro" l'Aprilia Magnet in piena accelerazione mi abbia già fatto venire qualche prurito alle mani.

MA QUANTO FA? Di prestazioni Heikki non ne parla, ma da bravo nordico che ai suoi bei boschi ci tiene, non ha perso l'occasione per affiancare al piccolo motore a benzina di 550 cc ben tre elementi a magneti separati a fare da motori supplementari, uno per ogni ruota, cui si aggiunge una ulteriore batteria per dare quel popò di coppia e potenza in più nelle accelerazioni più cattive. Il bello è che così si può disinserire il primo a benzina e girare in silenzio con gli altri tre.

ULTRA LEGGERO Certo si poteva pensare a qualche altra soluzione più "eco", come una batteria solare o a idrogeno tanto per stimolare i costruttori e dare un taglio con questo petrolio ormai arrivato alle stelle, ma per ora ci si può accontentare almeno del pensiero. Divertimento assicurato, quindi, anche perché a non gravare sui volumi ridotti del motore principale ci penserebbero i materiali ultra leggeri con cui Heikki avrebbe pensato la Magnet: tanta fibra di carbonio, qualche plastica e altri materiali compositi.

UNA VERA APRILIA In perfetto stile Aprilia a cui ha dedicato il suo progetto (sembra che in futuro entrerà nella squadra design della Casa italiana): sportività, stile, tecnica e tecnologia. Proprio come la novità assoluta dell'uso dei magneti (da cui poi deriva il nome del prototipo) rispetto a tutti i progetti di ibridi a tre ruote visti fin ora, sia prototipi come quello a cui sta studiando l'Università di Bath, sia quelli già funzionanti come quello della olandese VandenBrink.

PENDOLINO Nulla di nuovo invece per il sistema di guida che sfrutta un circuito idraulico che permette all'abitacolo di entrare in piega nelle curve, galleggiando col didietro a un paio di centimetri sopra il livello dell'asfalto, magari grattando anche il gomito fuori dal finestrino da sfoggiare poi al bar sotto casa.

UN PO' MANGA Niente manubri che simulano una moto sulla Magnet, ma due elementi a mo' di cloche come nei cartoni animati di una volta con il cambio sequenziale a portata di dita e pedali per accelerare e frenare posti sopra a due belle pedane racing da moto. Tutto è un bel mix, come anche i freni a disco perimetrali e il tris d'ammortizzatori ben nascosti sotto la scarna scocca del prototipo.

PER DUE Un'attenzione quasi maniacale per ogni dettaglio, perché come la stessa matita finlandese dice, i particolari sono importanti quanto la tecnica, tanto che ha pensato anche a dove "riporre" l'eventuale passeggero, posizione non proprio felice: se il progetto andasse in porto sarebbe da rivedere.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 25/10/2004
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