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10 cose che ho imparato cadendo in moto


Avatar Redazionale , il 13/01/14

10 anni fa - Una breve lista di aneddoti e consigli

Da motociclista, posso affermare con quasi assoluta certezza che, se vai in moto, prima o poi il fondoschiena in terra lo metti. E dopo averlo fatto, ecco 10 consigli per evitare di farlo nuovamente (o per limitare almeno i danni...)

AHIA CHE BOTTA! Se siete motociclisti da anni, probabilmente sapete già cosa si prova cadendo in moto e, se vi è capitato più di una volta, sapete bene anche che ogni volta è come la prima, se non peggio, con quella sensazione di confusione, di silenzio assordante che martella nel casco e che non vi fa sentire nulla di quanto accada intorno. Il mix di adrenalina e paura sarebbe quasi divertente se dopo non seguissero i danni, psicologici (a voi), fisici (al vostro corpo) e monetari (la vostra amata due ruote). Tuttavia è anche vero che, se siete già ruzzolati, qualche trucchetto per evitare di farlo nuovamente l’avete messo in saccoccia. Questa è una lista dei 10 trucchetti che ho imparato io, poggiando la mia pellaccia a terra. Perché sì, anche i tester cadono…

1. CASA-LAVORO = PERICOLO Pochi lo direbbero ma il tragitto casa-lavoro è per me il più a rischio. Che insidie potrà mai nascondere una strada che avete percorso un milione di volte? È qui che gatta ci cova: la matematica delle statistiche, infatti, dichiara che la maggior parte degli incidenti in moto si fanno sul classico percorso da pendolari. E il perché è presto detto: la mattina, con la palpebra ancora calante e i pensieri alla nottata trascorsa (si spera in dolce compagnia…), il nostro cervello va in automatico nella modalità stand-by, abituato com’è a percorrere tutti i santi giorni quella strada, con quelle buche, con quegli ostacoli. Con la guardia così bassa si è più vulnerabili che nudi in una gabbia di leoni; è sufficiente una piccola disattenzione e si è in terra. Il fisico non reagisce con i tempi di reazione standard ma è più lento e ora che vi accorgete del pericolo gli sarete già addosso. Quindi, ogni volta che uscite di casa la mattina, fate qualcosa per svegliarvi: stretching, caffè doppio, o… quello che potete, insomma.

2. LE DONNE NON SI GUARDANO! Dopo essermi giocato un jolly di quelli che un paio di capelli bianchi sono spuntati davvero, ho sempre tenuto fede alle parole di un anziano motociclista: “Alle donne, in auto, guardi il davanti, il fianchetto e il posteriore. In moto… Solo il davanzale”. A parte la colorita espressione, il proverbio è quantomai veritiero: nonostante per molti il lato B di una donna sia il più stimolante, le signorine (ma anche le signore, non facciamo discriminazioni) che passeggiano a bordo strada in moto le guardi una volta sola, il rischio di finire dentro il bagagliaio della Fiat Punto là davanti è troppo alto. E non mi venite a dire che con gli specchietti ci si aiuta, non si vede un bel niente. Consiglio quindi: se proprio non potete a farne a meno… Fermatevi e salutatela.

3. L’ABITO TIENE IN VITA IL MONACO È un argomento più trito dell’adolescenza promiscua di Miley Cyrus ma non mi stancherò mai di dirlo: la protezione in moto è più utile che in un locale di scambisti. Niente falsi moralismi o voli pindarici, cadere in moto coperti da maglietta e scarpa firmata fa male. Anzi, fa un male fottuto. E non serve sfondare il muro del suono per verificarlo, anche la più stupida caduta da fermi procura lesioni e dolori che spesso ci mettono mesi a scomparire. Quindi vestitevi a modo e ricordate una cosa: a toccare terra per primi, la maggior parte delle volte, sono mani e piedi.

4. CALMA E SANGUE FREDDO Capita a tutti, prima o poi, di fare il classico giretto in moto in compagnia di qualche smanettone. Che siate o meno habitué delle impennate e delle pieghe, non fatevi prendere dalla foga: cercare in tutti i modi di stare al passo di chi è palesemente più veloce (o solo più avventato) di voi è uno dei metodi più sicuri per farsi del male. Sintomi classici sono l’invasione della corsia opposta o anche una guida fatta di accelerazioni e frenate al limite dell’umano, roba che manco Stoner ai tempi d’oro. Lasciate stare: se non ve l’hanno detto, non si vince un premio in cima al passo del Penice e non perderete nessun contratto se non taglierete per primi il traguardo. Ma soprattutto, nessuno metterà in dubbio le vostra abilità di guida perché, in quella curva, avete aperto un po’ più tardi. Mettete da parte le goliardate infantili, concentratevi sulla guida e godetevi il momento. E sceglietevi con cura i vostri compagni di merende.

5. SAFETY FIRST La sicurezza prima di tutto, ha detto qualcuno una volta. Ed è vero: quello a cui si pensa meno dopo una caduta è mettere in sicurezza la... scena del crimine, fatto abbastanza semplice ma non scontato. Siete dietro un tornante e la moto è sdraiata a centro curva? Lasciate perdere per un attimo il mezzo e, invece di sollevarla rischiando di essere investiti, cercate di rendervi visibili da entrame le direzioni. Solo successiavamente passate alla vostra amata due ruote, piazzandola il più possibile fuori da qualunque traiettoria. Sembrano scemenze ma evitano che una scivolata si trasformi in tragedia. Criteri per mettere in sicurezza? Il casco per terra in mezzo alla strada non vale come il classico triangolo rosso ma ci manca poco.

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6. IL PASSEGGERO INESISTENTE Diciamoci la verità: in moto si va meglio senza passeggero, almeno per quanto concerne la guida dura&pura. Ma una bella scampagnata in due, magari in dolce compagnia, può riservare anche altri piaceri. Tenete però sempre a mente una cosa: il passeggero là dietro, soprattutto se avete una moto sportiva, non se la passa poi così bene. E in nessun modo è interessato alla vostra dimostrazione di forza: roba tipo wheelies, ginocchio a terra e compagnia cantante per chi sta dietro sono solo motivo di terrore. Di certo, se siete al primo appuntamento, la zavorrina di turno non si concederà a voi se riuscirete a sfondare la barriera del suono. Scherzi a parte, la vita che avete a carico vale più di un’impennata. Fatele a letto le evoluzioni…

7. SALI CHE TI PASSA Ok, siete caduti in moto e, oltre alle saccagne pulsanti, vi siete presi un bello spavento. E con questo? Non è un buon motivo per abbandonare la moto in garage. Cercate in tutti i modi di salirci in sella il prima possibile, anche solo per il giro dell’isolato. Lasciarla così, a marcire, vi farà perdere fiducia nelle vostre capacità, oltre a farvi passare la voglia. E se ci pensate bene, non lo volete!

8. NIENTE IPOCRISIE Questo consiglio è forse il più difficile da mettere in pratica, perchè implica una notevole dose di modestia da parte del malcapitato. E com'è noto, noi motociclisti possiamo essere qualunque cosa, ma modesti... In sostanza, sappiate che la maggior parte degli incidenti che si fanno in moto sono evitabili. Come? Non dando alla sfiga la colpa della caduta, ma piuttosto, in un grandissimo gesto di maturità, riconoscendo le proprie colpe e cercando di capire che cosa si sarebbe potuto fare per evitare il fattaccio. Siete finiti in una Fiesta perchè la signora di turno ha deciso di aprire la portiera senza guardare? Probabilmente viaggiavate troppo in prossimità delle auto parcheggiate. Imparate anche a usare tutti i sensi, non solo la vista. Scivolati su una macchina d'umido nel misto in mezzo a un bosco? Avreste magari potuto mettervi in guardia fiutando l'odore di terra bagnata nell'aria... Quindi, niente ipocrisie: la caduta non è stato un rumoroso colpo di sfortuna ma con tutta probabilità a monte c'è un vostro errore di valutazione da analizzare e non ripetere.

9. HARD WORKOUT Dopo una brutta caduta, un passaggio fondamentale è la riabilitazione. Fatevi dare due dritte dal vostro medico o chi per esso, e non mollate mai. Esercizio costante e mirato accelera in maniera imbarazzante la guarigione. Non importa se inizialmente si impiega 3 ore per operazioni che ne richiederebbero mezza: non scoraggiatevi e perserverate.

10. IL PEGGIOR AMICO DELL’UOMO O meglio, la peggior amica dell’uomo motociclista è l’adrenalina. Già, perchè ogni incidente in moto, soprattutto quelli ad alta velocità, comporta un fortissimo rilascio di epinefrina, con conseguente effetto inibitore di altre zone cerebrali come quella del dolore. Risultato: dopo la caduta siete talmente “fatti” di adrenalina che anche vi fosse esplosa la tibia non accusereste più di un vago prurito sotto il ginocchio. Quindi, che fare? Assolutamente niente: diffidate dai medici che si improvvisano in queste occasioni, restate fermi sul posto evitando movimenti bruschi o addirittura auto-medicazioni che vi ha consigliato una volta il bisnonno di terzo grado. Attendete i soccorsi veri e non preoccupatevi se non sentite niente: la mattina dopo spunteranno più dolori che margherite a primavera

E voi? Siete mai caduti in moto (facciamo gli scongiuri anche per voi)? Se sì, che cosa avete imparato? Suggerimenti, aneddoti, curiosità o fatti simpatici: raccontateci la vostra! Perchè se dovessimo aggiungere un undicesimo consiglio, è proprio questo: chiedere, documentarsi su incidenti accaduti ad amici o comunque ad altri motocilisti. Non per qualche fissa morbosa ma per evitare di commettere errori fatti in passato da altri. Dopotutto, se non ci si aiuta tra motociclisti, chi lo farà per noi?


Pubblicato da Alessandro Codognesi, 13/01/2014
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