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Honda Hornet 600 2007


Avatar Redazionale , il 10/10/06

17 anni fa - Motore ad iniezione, telaio di alluminio, scarico basso. Cambia tutto il calabrone più amato d'Italia.

Motore ad iniezione, telaio di alluminio, scarico basso. Cambia tutto il calabrone più amato d'Italia. Che si veste più da street fighter che da naked vera e propria. La Honda Hornet 600 2007, più ricercata nella linea, vuole tornare ad essere il riferimento per la categoria. Costerà poco più della attuale.

CAMBIO DI ROTTA Non una evoluzione, ma una sterzata netta, decisa, che va in direzione di una maggiore sportività. Tanto diversa da non sembrare quasi più una Honda Hornet. Si, insomma, c'è da farci un po' l'occhio perché l'immagine della nuda Honda è davvero cambiata. Niente più scarico alto ma un tozzo tromboncino in ossequio alle nuove tendenze, una mascherina a vestire il doppio fanale sovrapposto, nuovo serbatoio, nuovi cerchi, nuove fiancate, nuovo codino, della vecchia è rimasto praticamente solo il nome. Ed è giusto così.

TORNA IN ALTO Del resto dopo aver dettato la tendenza per anni, la Hornet si era trovata un po' ad inseguire soprattutto tecnicamente. Con il model year 2007 il divario è colmato, anzi la Hornet ha preso la rincorsa e rischia di allungare sulle concorrenti. Ad Atessa (ricordiamo che la Hornet è progettata e sviluppata in Italia) hanno lavorato molto bene dal punto di vista tecnico.

MOTORE ULTIMA GENERAZIONE Intanto il motore. Una volta tanto ad una naked 600 non è riservato il ruolo di "seconda scelta" nei motori. La prassi vuole che su queste moto vada a finire il motore della sportiva dell'anno precedente. Sulla Honda Hornet 600 2007 niente di tutto questo, il minimotore che vedete appeso al nuovo telaio di alluminio (è mini davvero, a vederlo dal vivo fa impressione) è proprio lo stesso della nuova CBR 600 RR 2007, debitamente rivisto per offrire medi regimi più consistenti, e quindi quanto di meglio Honda abbia prodotto fino ad oggi in questa cilindrata.


QUESTIONE DI TESTA
Parlando di persona con il progettista Naoshi Lizuka scopriamo che rispetto alla supersportiva la testata è stata modificata ed ha condotti più orizzontali, che i rapporti al cambio sono differenti, e che cambiano naturalmente i corpi farfallati e gli iniettori (PGM FI). Ma il resto del motore è identico alla CBR. La Hornet si riappropria quindi di quel concetto di CBR spogliata che le era appartenuto quando fu presentata la prima versione.

PIÙ CAVALLI, STESSA COPPIA Anche la cavalleria aumenta in modo importante: alla manetta adesso rispondono 102 cv a 12.000 giri con una coppia di 63,5 Nm a 10.500 giri, le prestazioni quindi crescono in ossequio all'immagine più sportiva, mentre la coppia resta più o meno invariata rispetto alla precedente versione, anche se è ottenuta ad un regime più alto.

DA SU A GIÙ Se lo scarico alto era un po' il marchio di fabbrica della Hondina adesso la Hornet si allinea alla tendenza piazzando un corto tromboncino al lato del motore, corto per modo di dire perché quello che spunta a destra è la classica punta dell'Iceberg. I quattro collettori molto inclinati (un richiamo alla storica CB 400 F) sfociano infatti in un polmone sotto al motore (a mio parere un po' esposto a qualche impatto in caso di salita sui marciapiedi) necessario ad ottenere la volumetria sufficiente per rientrare nella Euro 3. Di sicuro meno caratterizzante che in precedenza, ma certo zainetti e giubbotti ringrazieranno per la mancata aromatizzazione.


DIAMANTE D'ALLUMINIO
Il telaio sfrutta la stessa struttura a diamante della precedente versione, ma il materiale è ben più nobile, adesso è in alluminio, così come il forcellone, così la bilancia sorride perché la 600 Honda perde per strada ben 5 kg, che già salendo in sella qui a Colonia si sentono tutti. Dalla sella la moto appare davvero compatta e leggera.

ANCHE CON CBS/ABS Di confermato rispetto alla versione precedente c'è solo la forcella rovesciata con steli da 41 mm (non regolabile), perché anche i freni sono differenti con l'arrivo di nuovi dischi e pinze e anche di una versione con ABS e CBS, mentre cambiano anche i pneumatici di primo equipaggiamento dai Pilot Road ai Pilot Power, un altro segnale dell'aumentata sportività del modello.

HORNET DI LUSSO In generale, quindi, ci troviamo di fronte ad una Hornet più stilosa, ricca e curata nel dettaglio, anche se rinuncia ancora al leveraggio progressivo per l'ammortizzatore posteriore e si fa regolare poco (solo il precarico molla dell'ammortizzatore e nulla più). Anche la strumentazione si arricchisce con un cruscotto più completo di informazioni e naturalmente più moderno nel design. Arriverà in gennaio, ad un prezzo di poco superiore all'attuale prezzo di listino.


GUARDALA DA VICINO





























Pubblicato da Stefano Cordara, 10/10/2006
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