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Dunlop Cup La gara


Avatar Redazionale , il 06/07/10

13 anni fa - Dal Mugello a Misano per correre nella Dunlop Cup e provare le nuova GP Racer. Pista nuova, gomme nuove, avversari nuovi. Cambiando i fattori, ma il risultato è lo stesso.

Dal Mugello a Misano per correre nella Dunlop Cup e provare le nuova GP Racer. Pista nuova, gomme nuove, avversari nuovi. Cambiando i fattori, ma il risultato è lo stesso.

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POCO FEELING Se dovessi dire che ho un buon feeling con la pista di Misano direi una bugia. Con i suoi stop-and-go e le sue frenate violente seguite da curvette lente, non è che mi vada proprio a genio. Insomma a confronto di altri tracciati qui vado proprio piano. Eppure, paradossalmente, su questa pista ho sempre fatto delle gran belle gare. Qui ho vinto la per la prima volta una gara del trofeo KTM, sempre qui l'anno scorso sono finito sul secondo gradino del podio nella roadster cup. Insomma Misano non è proprio il mio circuito preferito ma mi ha sempre portato abbastanza bene.

ARRIVA IL "GOMMONE" Sarà per questo che quando varco il cancello del circuito sono piuttosto ansioso di rimettere le ruote in pista. Il trofeo stavolta è il Dunlop Cup che vede protagoniste le D 211 GP Racer di fresca progettazione, tra cui spicca il nuovo posteriore da ben 200/55. Un vero e proprio "gommone" dall'appoggio smisurato che potrebbe sballare non poco i parametri dell'elettronica della BMW. Nuove gomme, nuova pista, nuovi avversari, si ricomincia da zero e non conoscere bene chi corre contro di te è un'incognita in più.

C'È SEMPRE QUALCUNO PIÙ FORTE Ma, per esperienza so che ovunque tu vada a correre c'è sempre qualcuno che va più forte di te o che almeno ti dà filo da torcere. Il mio "qualcuno" lo trovo già venerdì mentre sto facendo montare le Dunlop sui cerchi della mia BMW. Si chiama Diego Pilia, una vecchia conoscenza con cui ho già avuto a che fare ai tempi dell'endurance, l'anno scorso uno dei piloti del CIV nella Superbike. Ancora prima di entrare in pista ho già capito che lui sarà uno di quelli con cui avrò a che fare.


COME CAMBIA? Ma, avversari a parte, la curiosità sta tutta nel capire come cambia il comportamento della moto con le nuove gomme. Dalla gara della Bridgestone Challenge, la mia BMW non ha più nemmeno acceso il motore, riparto quindi dall'ultimo assetto del Mugello ed entro in pista. Per fortuna, almeno stavolta, riesco a fare le prove libere; una volta tanto, nonostante tutti i siti meteo del mondo giurino che saranno giorni fradici di pioggia, la pioggia non si vede e il week end ha uno svolgimento regolare. Montiamo quindi le GP Racer, ed entro in pista per i primi giri.

AGILITÀ SUPER Dopo le prime tre curve rimango quasi sconcertato, nonostante la 200 posteriore, il profilo incredibilmente agile delle Dunlop trasforma la S1000RR in una 600: velocissima a scendere in piega, velocissima nei cambi di direzione, l'agilità è migliorata in modo notevole. Logico quindi che i primi giri io mi debba riadattare un po' a tutta questa reattività.


STOP AND GO Misano è una pista molto diversa dal Mugello, là si scorre, qui si frena di brutto ci si ferma e si riparte. Dopo i primi giri ne parlo con Max e capisco subito che qui dovremo lavorare molto sulla forcella perchè le staccate (alcune delle quali in discesa) stressano parecchio l'avantreno. Nonostante l'abbiamo precaricata quasi a fondo e abbiamo rivisto la distribuzione dei pesi della moto alzando l'anteriore di ben 6 mm, nelle staccate più violente la forcella arriva a lavorare sempre a fondocorsa e il risultato è che la moto si alza dietro, scalcia, si scompone e l'ABS, per la prima volta da quando guido questa moto con la mappa Slick, molla.

ABS OFF Non è un mollare brutto a dir la verità, la rapidità con cui l'ABS BMW è capace di riprendere la frenata è incredibile e il risultato è che non si va mai lunghi, si sta sempre in pista (e in traiettoria) ma si "sporca" la linea quanto basta per perdere decimi preziosi se si sta cerca del tempo migliore, per questo decido di disattivarlo, io ho bisogno anche dell'ultimo millesimo.


TRANQUILLANTE Dietro, invece, non ci sono particolari problemi, le ripartenze di Misano stressano di più la gomma e il DTC entra in gioco più spesso che al Mugello, in qualche situazione lo trovo un pelo invasivo, ma averlo è per me un tranquillante incredibile che mi fa aprire il gas senza troppe remore. La 200 posteriore insomma, non disturba più di tanto l'elettronica della BMW che si dimostra davvero eclettica.

LE PROVE Detto questo, la progressione delle prove è interessante. Ogni volta che entro miglioro il tempo, per le qualifiche sono fiducioso. Infatti, il primo turno di ufficiali non va male affatto, ottengo il secondo tempo con 1:45:5, ma francamente con la forcella standard siamo ormai arrivati al limite delle tarature, la molla di serie è morbidina e (come su tutte le forcelle stradali) il tampone di fine corsa idraulico necessario per evitare violenti (e dannosi) fondocorsa su strada qui dà fastidio perchè non consente di sfruttare gli ultimi millimetri utili di corsa in staccata. E chi c'è in pole? Ovviamente Diego Pilia, quello che avevo pronosticato essere l'avversario più ostico, che mi rifila un secondo e 8 decimi, una vita.

PRIMA FILA Sono ancora lì, in prima fila, con la mia moto di serie, il che è quasi incredibile e infatti sono contento. Ma a questo punto cedo alla tentazione. Sono diventato goloso, so che il tempo della pole è alla mia portata e voglio fare di tutto per ottenerlo.

PILOTI CHE GENTE! In fondo i piloti sono forti e deboli al tempo stesso. Forti psicologicamente perchè quando corrono sono convinti di essere sempre i migliori in pista (non correrebbero altrimenti), deboli perchè se gli fai annusare la possibilità di migliorare il tempo, fosse anche di un centesimo al giro, cambiando anche solo una vite della moto stai pur certo che loro la cambiano, e la pagano.


Max porta
la forcella
da Andreani...
LA TENTAZIONE… La mia tentazione si materializza sotto forma di Mirco Di Andreani, che di sicuro ha un suo cognome ma che io chiamo così perchè da quando l'ho conosco l'ho sempre sentito chiamare così. Lavora per Andreani da talmente tanti anni che ormai ha assunto quel cognome. Mirco mi solletica con la possibilità di effettuare una modifica alla forcella che elimina il tampone idraulico di fondocorsa e monta molle più rigide (K 97 Nm invece dei 90 Nm delle molle di serie) che mi dovrebbero dare il sostegno che vado cercando. Ovviamente cedo. E cedo anche quando (bastardo) Mirco mi sventola sotto il naso un mono Ohlins TTX già bell'è pronto. "Quanto pesi?" mi chiede, "guarda ho già su la molla giusta". Bastardo…

SECONDO TURNO Con queste modifiche e un rapporto leggermente accorciato per uscire meglio dalle curve, entro per il secondo turno di qualifica. Mescola soft al posteriore e dentro, con il sangue dal naso alla caccia di Pilia e della sua pole. La forcella adesso lavora per tutta la corsa e ovviamente ne beneficia tutta la fase di staccata e ingresso curva dove la D211 mi dà una fiducia pazzesca (l'anteriore Dunlop è quasi soprannaturale) e dove mi trovo ad osare cose impossibili fino a poco prima.


MEGLIO NON FERMARSI… I tempi scendono subito, 1:45:2 1:45:0 1:44:9 mi fermo a fare una piccola regolazione e scopro però che se l'anteriore Dunlop ha praticamente una durata infinita (due sessioni di qualifica non bastano nemmeno a togliere i pelucchi!), il posteriore soft è invece molto sensibile ai cicli termici. Per cui basta quella breve sosta ai box per una regolazione e le prestazioni non sono più quelle di prima. Me ne accorgo dal DTC che insiste ad intervenire anche dove prima non lo faceva e dai tempi che non vengono più. I 20 minuti finiscono in fretta. Sono ancora secondo e Pilia è sempre là, solo un po' più vicino. Ma la gara è un'altra storia.



LA GARA Partire in prima fila è sempre una bella sensazione, vedere quel rettilineo vuoto davanti a te provoca una bella emozione e gli ultimi attimi prima del via sono quelli in cui vorresti sempre essere altrove. Ho deciso per una mescola soft al posteriore ma non sono così tranquillo perchè da quando l'ho montata il cielo è diventato nero e la temperatura si è abbassata di parecchio. Siamo al limite. Ma, come me, lo sono anche gli altri della prima fila, che hanno fatto tutti la stessa scelta.

PRIMO START Mal comune mezzo gaudio… penso mentre tiro giù la visiera pronto per scattare al via. E scatto anche bene perchè alla prima curva arrivo primo, solo che vengo passato da due oggetti non identificati che forse si sono dimenticati che li si doveva svoltare a destra. È la tensione da prima curva che talvolta causa dei gran casini. Proprio come stavolta, visto che in quella curva si ammassano in 7. Niente di grave, ma la gara è sospesa: Tutto da rifare.


In attesa
della ripartenza
si tenta
di tener calda la
gomma posteriore...
ATTESA SNERVANTE Quando vedo le bandiere rosse, memore di quello che mi è successo in prova il primo pensiero che mi viene è "ci siamo fottuti la soft". In pit lane è caccia spasmodica a una prolunga, una ciabatta, un cavo elettrico, un accendino, qualsiasi cosa possa riaccendere le nostre termocoperte. Poi l'attesa, che in questi casi non finisce mai. Vorresti aver già finito, invece sei lì che devi ripartire. Si riparte con un giro in meno, di nuovo lo schieramento, di nuovo quella tensione che ti fa pensare ma che diavolo ci faccio qui?

SECONDO START Di nuovo quel semaforo che quando si spegne ti fa dimenticare tutto. Nel mio caso mi fa dimenticare anche come si parte visto che la seconda partenza la faccio da schifo. Dopo tre curve sono addirittura sesto e vedo Pilia che scappa in testa. Non ci sto e forzo il ritmo per tentare di recuperare. Al primo giro sono terzo poi passo secondo e ho come un déjà vu: mi rivedo nell'ottobre del 2007 con la Super Duke nel trofeo. Anche allora partenza da schifo, anche allora una gara in rimonta, che poi ho vinto… Spingo al massimo cercando di non fare errori ma è una parola perchè sto girando di passo, un secondo più veloce che in qualifica.

43 DI PASSO Sempre sotto l'1:44 alla caccia del codone di quella maledetta Suzuki che scappa. Il DTC taglia tanto, forse troppo in certe situazioni, e capisco che la Dunlop posteriore ha sofferto la ripartenza come avevo previsto. Ma ormai non me ne frega niente e continuo a spingere prendendo anche qualche rischio al tramonto dove quando stacco vado ancora a pacco con la forcella e sembra che la ruota posteriore voglia sorpassarmi… Ma, metro dopo metro, accorcio il distacco: 9 decimi, 6 decimi, 2 decimi. A due giri dalla fine respiro l'odore acre degli scarichi di Pilia…


dopo il sorpasso,
Cordara e Pilia
a "stretto" contatto
LUCIDA FOLLIA Ci sono cose che a mente fredda non faresti, azzardi che se ti rivedi dall'esterno ti dai del pazzo. Ma quando sei in pista, in lotta, queste cose ti vengono naturalmente. Non so cosa mi sia saltato in mente, ma quando ho visto la segnalazione "-1 giro" mi sono detto: "ci provo". E ci ho provato. Alla curva Parco, la prima dopo il traguardo, esco dalla scia e stacco tardi, così tardi che non ci posso stare. Però incredibilmente ci sto (grazie Dunlop!), entro primo nella curva ma vado largo, molto largo tutto sul davanti che però non mi molla.

LAST CHANCE Alla mia sinistra sento Pilia che apre il gas, lui è sulla traiettoria giusta ma la curva successiva è a sinistra. Do una manata di gas manco fossi su un cinquantino, e riesco a girare davanti a lui. Ho il fiato corto: Rio, Quercia, Tramonto. Entro strettissimo, chiudo tutte le porte, il rumore della Suzuki è sempre maledettamente troppo vicino. Quando esco dalla Misano 1 ancora davanti capisco che ormai è fatta, quasi impossibile sorpassare da lì in poi. Passo sul traguardo urlando. Vittoria!

COSÌ IN GARA

Prove ufficiali 1° turno (mescola M ant M post) 1.45.5
Prove ufficiali 2° Turno
(mescola M ant. Soft post) 1.44.8
Giro veloce gara
1.43.8
Ideal Time gara
, 1.43.5
Velocità (rilevata dopo curvone)
222 km/h


Pubblicato da Stefano Cordara, 06/07/2010
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