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Walking around: il NAIAS visto da vicino


Avatar di Mario Cornicchia , il 13/01/04

20 anni fa -

Il salone di Detroit raccontato da chi c'è stato, ha visto e ha toccato con mano le novità del Cobo Center.

NIENTE GHIACCIO Dopo le prime anticipazioni, eccomi a Detroit a vedere dal vivo le prime novità del 2004. Di ghiacci e temperature polari quest’anno nemmeno l’ombra: dopo i 12 gradi di New York con le cabrio aperte come in primavera sulla Broadway, a Detroit la temperatura è intorno ai 30 gradi Farenheit, poco sotto lo zero centigrado, e la bufera di neve annunciata da Weather Channel come la peggiore degli ultimi anni si risolve in una nevicata il giorno dell’apertura del NAIAS, giusto per creare l’atmosfera.

LUCI SPENTE Un’atmosfera surreale la Detroit senza i lastroni di ghiaccio sul Detroit River e senza le orecchie che sembrano staccarsi nell’attesa delle navette per l’hotel. Il ghiaccio ci aspetta però quando si aprono i battenti del Cobo Center e apre l’AutoShow. L’atmosfera è europea, senza le solite scenografie hollywoodiane e le belle kermesse a cui gli americani ci hanno abituati, senza fuochi d’artificio, luci e lustrini.

GIRA E RIGIRA Detroit, per noi europei, è il salone delle tendenze, delle anticipazioni, delle concept car create da matite senza briglie di designer futuribili. L’atmosfera quest’anno è un po’ sottotono. Domenica 4, il giorno di apertura alla stampa, di novità se ne vedono ben poche e sembra che giochino a nascondino: un attimo le auto sono coperte, poi scoperte, poi scompaiono… tra di noi girano informazioni di apparizioni…

TOCCO DI SCURE Gli stand in divenire sono un classico dei saloni americani, ma quest’anno, con sempre più marchi diversi riuniti sotto lo stesso cappello e conferenze stampa di gruppo, c’è un’attività frenetica di spostamenti con concept e novità che viaggiano in continuazione dalle conferenze stampa agli stand. E noi al seguito, immersi in una tundra di auto grandi o enormi e per lo più sgraziate, di auto disegnate con l’affettatrice e dimensionate con il tocco delicato di una scure.

GENERAL MOTORS GM in questo la fa da padrona ma in mezzo a una folla di auto cafone si trovano anche tre perle rare, tre piccole sportive di rara eleganza e originalità, vecchie conoscenze che ora sembrano pronte ad avventurarsi nelle vetrine dei dealer. La Pontiac Solstice, una spiderina tutta curve ben proporzionate, sarà disponibile entro un anno per meno di 20.000 dollari.

STELLE DEL NAIAS E tutta curve di nome e di fatto è anche la Saturn Curve, originale, muscolosa al punto giusto e con splendidi parafanghi piatti che spuntano dalla carrozzeria. Ma la mia preferita è la Chevrolet Nomad, mix di cult car anni 50, Corvette davanti e Nomad dietro, con il tetto che scorre in avanti nella parte posteriore trasformandola in un pick-up. Bellissima, una delle stelle del NAIAS ‘04.

SARCOFAGHI La realtà GM non è un mondo a parte in un Salone senza vie di mezzo: o sarcofaghi con le ruote o veri gioielli. E quasi sempre i gioielli sono auto sportive e si rifanno alla storia gloriosa dell’auto americana, quella degli anni 50/60. Quando le auto erano autentiche sculture di arte moderna.

FORD La rivale da sempre di GM, Ford, conferma la sensazione preparandoci la sorpresa il secondo giorno con uno stand da onanismo automobilistico. Non so da dove iniziare. Forse dalla creatura più reale, dalla versione definitiva della Mustang. Una vera Muscle car all’americana, una vera dimostrazione di potenza e di possanza. È tosta, massiccia, con un muso da squalo e un cofano che sembra gonfio, teso dalla mandria equina che tenta di contenere. È bellissima, forse arriverà anche in Italia, di sicuro nel Regno Unito.

TROMBONCINI Di fianco alla Mustang gira un altro gioiello, la riedizione della mitica Cobra. E ne reinterpreta perfettamente, oltre che lo stile, la filosofia minimalista. Pochi tratti ma tremendamente efficaci ne scolpiscono la fiancata, ne arrotondano la coda e ne delineano il lungo cofano. I fari, un po’ piccoli, non sono il massimo ma rimango a bocca aperta per più giri della piattaforma, come un bambino di fronte ai cavallini della giostra. E qui di cavallini sotto il cofano ce

ne sono parecchi. E anche di cilindri: dalla bocca sul cofano si vedono i tromboncini di aspirazione e ne conto dieci. Tanta grazia fa quasi passare in secondo piano l’altro gioiello, la GT, pronta finalmente a entrare in listino a 139.000 dollari. È una vera e propria replica della GT ma chisseneimporta, mi fa aumentare la salivazione come di fronte a una chocolate cake alta una spanna.

BRONCO Finite le sportive, Ford rispolvera un’altra vecchia gloria. È la volta del Bronco, che non fa il paio con Polmonite ma con l’O.J.Simpson nelle cronache recenti (ve lo ricordate il Bronco bianco inseguito da un corteo di lampeggianti auto bicolori bianche e nere?). In realtà il Bronco in questione è quello del 1954, spartano, squadrato ed essenziale come lo è anche 50 anni dopo, maschio ed elegante. È anche compatto, con due posti secchi e spazio dietro soltanto per la ruota di scorta e con un due litri turbodiesel da 130 cavalli, una SUV europea.

PROVINCIA USA Complimentoni, cari designer Ford… ma perché poi disegnate oggetti senza stile come la Freestyle? Forse perché è ciò che vuole la provincia americana, tutta felpe, Nike e cappellini. È l’unica spiegazione. E per le obese famiglie XXL del nulla americano c’è una nuova generazione di auto che lo smagliante sorriso dei dealer convincerà a non poterne fare più a meno.

CROSSOVER Basta con le monovolume, i SUV hanno rotto, le wagon sono ormai nell’ossario: ora arrivano le crossover. Tendenza degli scorsi NAIAS, sempre più realtà del NAIAS 2004. Wagon all’ingrasso? Monovolume finite sotto la pressa? SUV della domenica? Indecisi tra una tipologia e l’altra, con le crossover si accontenta tutti. O nessuno. E c’è l’imbarazzo della scelta: la Freestyle di Ford, per l’appunto. La Pacifica di Chrysler. Perfino Cadillac si cimenta sul tema con la SRX che, rispetto al resto della famiglia disegnata da un boscaiolo furibondo, ha un certo fascino.

SFIDA EUROPEA Anche Mercedes accetta la sfida, con la GST che, dal vivo, è più piacevole che in foto e pare confermare la voglia della Stella a essere guidata senza cappello. Che sia un segnale, che le crossover puntino in alto? Che siano i furgoni della festa? Vedremo come reagirà il mercato, come dicono quelli del marketing.

RIVALI Per fortuna lo spazio Ford è di passaggio nelle mie peregrinazioni da un punto all’altro del salone. Almeno risveglio un po’ l’ormone, assonnato da tanto piattume. Nel peregrinare delle auto da uno stand all’altro, capita anche di trovare Ford posteggiate qua e là. Una, per esempio, rimane qualche ora sullo stand GM. Non sapevate davvero dove metterla questa Mustang, vero? Proprio vicino alla Corvette, pure dello stesso colore…

PAURA Una Corvette ’04, tutta nuova, peraltro. Almeno così dicono perché lo stile non sembra cambiato molto. E la nuova Corvette sembra il simbolo dell’atmosfera del NAIAS ’04, della paura di osare, di innovare, di provocare. Pochi sono, infatti, gli altri begli oggetti da vedere e, soprattutto, le tendenze, le novità.

FUMETTI La Jeep Rescue, per esempio, che a vederla in foto la immagino poco più grande di una Cherokee e che invece è il vero anti-Hummer, con uno stile modern-Jeep ben disegnato. È di fianco alla Chrysler Four-Twelve, una supercar tutta spigoli che non riprende linee storiche di famiglia ma guarda al futuro. Purtroppo: tecnica a parte, ha uno stile da auto dei fumetti. Come la Sling-shot, una coupé tascabile grande come una scatola di scarpe (o come la Smart roadster da cui deriva…).

LEZIONI DI STILE Devo correre verso lo spazio Aston Martin, ho bisogno di un po’ di ossigeno… arrivo in apnea ma la vista delle Db9 mi salva dalla perdita di conoscenza: se la Db9 coupè è un capolavoro, la Volante è ancora più elegante, roba da perdere la testa. Una lezione di stile per la Ferrari che propone la Scaglietti, macchinone da americani più che da Cavallini rampanti, con i fari che

sembrano forniti dalla Mag-Lite.

MAMMA SUV Di fianco c’è lo stand Jaguar e butto l’occhio sulla S-type 2004: pochi tocchi ma davvero efficaci che svecchiano un modello nato già vecchio. Sullo sfondo c’è la Range Stormer, che mi piace immaginare senza gli orpelli kitsch da salone, degna erede della mamma di tutte le SUV, la prima Range Rover.

MICRO-MINI E poi il nulla, a parte BMW 645i convertible e qualche ispirazione stilistica originale della Concept T di Volkswagen. Interessante per l’Europa la Mazda MX-Micro: una concept carina, nemmeno troppo micro e, direi, pronta per la produzione, che ricorda la Mini non solo nel nome.

FUORI MODA A spasso per il salone trovo pochi stimoli per i miei sensi e anche il cerebro si addormenta in mancanza di novità tecniche. Sembra che di tecnologia non importi nulla a nessuno e l’ecologia sembra passata di moda. Perfino Ford che espone il primo SUV americano ibrido di serie, la Escape (cugina della Mazda Tribute) non le mette di fianco nemmeno un alberello o un altro simbolo ecologico. Soltanto i giapponesi pongono ancora l’accento sulla tecnologia e Toyota, di fianco alla Prius, posteggia il gigantesco pick-up FTX con un altrettanto gigantesco motore V8 ma affiancato da un motore elettrico per contenere i consumi e le emissioni…

VOLVO Di tecnologia parla Volvo che, come sempre safety oriented, propone un terzetto di sistemi per farci viaggiare più sicuri, avvisandoci se qualcuno ci sta superando, proteggendo con un airbag a tendina anche chi viaggia su una cabrio e limitando a zero il rischio di tamponamenti con il radar.

NUMERI Questo è il NAIAS 2004, con alcuni oggetti di gran pregio e altri che finiranno presto nel dimenticatoio. È il NAIAS dei numeri, quelli di fatturato e degli investimenti e quelli della auto che, invece di avere un sano nome, hanno un numero di battesimo. Forse per archiviarle più facilmente…


Pubblicato da M.A. Corniche, 13/01/2004
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