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Come salvare la batteria. Introduzione ai mantenitori di carica


Avatar Redazionale , il 09/06/11

12 anni fa - Sei prodotti differenti e quattro stagioni di test su quattro moto Anni 80

Come salvare la batteria. Introduzione ai mantenitori di carica

Cinque prodotti differenti e quattro stagioni di test in un parco giochi composto da quattro moto Anni 80.  Ecco come è andata

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BEN HUR A volte ci si lascia prendere la mano. Bella questa moto, bella questa auto… te la ricordi quando è stata presentata, ne vedi un esemplare in ordine, sano, e lo compri. E così ti trovi il garage che piano piano si riempie. E non avendo le qualità multibiga di Ben Hur ne usi una alla volta. E alla fine le batterie si scaricano, e se le lasci scariche per troppo tempo, le batterie schiantano e devi cambiarle. Un salasso, oltre al fastidio di comprare e sostituire la batteria e al malumore di trovare la moto o l’auto che volevi usare quel giorno che, al tentativo di avviamento, risponde con un clic o con un assoluto mutismo.

UN ANNO DI TEST La soluzione sono i mantenitori di carica e il parco giochi di un appassionato che spesso si dimentica di verificare lo stato di carica delle batterie è un terreno ideale per metterli alla prova. Perché non è facile provare l’efficacia di un caricatore/mantenitore se non con prove empiriche. Perché se una batteria scarica si affida alle cure di un manutentore è poi praticamente impossibile ripetere lo stato iniziale della batteria per provare un altro caricatore. Così il test è durato un anno, mettendo alla prova per quattro stagioni semplici mantenitori di carica e più evoluti manutentori su batterie in ordine, batterie semimorte e batterie ormai decedute da tempo.

SEMI-MIRACOLI La prima considerazione è che non fanno miracoli. Il primo test è con due batterie abbandonate in box ormai decedute. Se la batteria è morta da tempo, anche i manutentori più sofisticati, quelli con la funzione desolfatazione e tanta potenza, non rianimano le batterie. Ma si attrezzano comunque per semi-miracoli, rianimando e allungando la vita a batterie agonizzanti che altrimenti sarebbero da sostituire.

PARCO GIOCHI Terreno ideale per il nostro test quattrostagioni è un parco giochi con due moto BMW anni 80, note divoratrici di batterie, e due Honda della medesima epoca. Su una BMW R 100 RS la batteria, con qualche anno sulle spalle, è a zero carica da alcuni mesi, negligenza che in genere porta alla sostituzione della batteria. Malgrado le ultraventenni Honda siano moto che non mettono a dura prova le batterie (che sono quasi tascabili nelle dimensioni rispetto a quelle delle BMW), anche l’Africa Twin 650 ha la batteria a zero, da un paio di mesi. Sono i casi in cui il mantenitore prolunga la vita di batterie ormai compromesse.

E.R. MANTENITORI IN PRIMA LINEA Al lavoro mettiamo il Battery Controller Bravo 900 e il CTECK Multi XS 4003. Le batterie si rianimano, quella dell’Africa vive bene ancora oggi dopo un anno, la avvia serenamente staccata da settimane dal conrdone ombelicale e anche se, quando l’Africa è ferma da troppo tempo, il motore deve girare un po’ a vuoto per riempire i carburatori con la pompa della benzina meccanica. La batteria della BMW passa l’estate ma riesce ad arrivare giusto al panettone natalizio.

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OCCHIO AL LIQUIDO Va detto però che i mantenitori nel loro non avere proprietà divine miracolanti non si preoccupano di controllare il livello del liquido e, anzi, malgrado la tensione minima di carica, rendono necessari rabbocchi più frequenti. Gli elementi della batteria dell’RS sono per metà all’asciutto ma la stessa batteria, una volta smontata e sostituita, viene rifocillata e affidata alle cure del più professionale dei prodotti BOSCH, il C7: dopo il ciclo di restore e messa in carica è pronta per una puntata di Survivor, non al 100% dell’efficienza ma in grado di avviare uno scooter. Un semi-miracolo.

SERVI MUTI Il ruolo dei mantenitori sarebbe però quello di mantenere in perfetta efficienza le batterie e non di far loro pronto soccorso, compito che peraltro svolgono egregiamente, come abbiamo visto. Sulle altre moto, una Honda XL 600 LM e una BMW R80 G/S, con batterie ancora efficienti assicurano il piacere di non doversi preoccupare della carica della batteria e di poter utilizzare la moto anche in inverno o in estate staccata dal cordone ombelicale senza preoccupazioni, con avviamenti sicuri.

HIGHLANDER Tenendo sempre però presente che le batterie non sono eterne e il mantenitore ne sfrutta al meglio ogni attimo di vita ma non le rende immortali. Sicuramente, però, la carica è perfetta e costante ed evita che la batteria si danneggi. Ripagando il prezzo pagato per l’acquisto non solo con la praticità ma anche limitando al minimo il rischio di sostituzione della batteria.

CORDONE OMBELICALE I mantenitori sono in genere forniti di un connettore a cui collegare spine e spinotti per rendere il collegamento facile e senza bisogno di sporcarsi le mani. Il kit completo comprende il cavetto da collegare permanentemente alla batteria, il cavetto con le pinze per i morsetti e lo spinotto accendisigari bi-passo con la riduzione per la presa Hella, quella più piccola in dotazione alle moto BMW.

PROMOSSI SUL CAMPO Un anno di prova vera, sul campo o, meglio, nel box di un appassionato che non ha tempo per pensare alle batterie dei propri giocattoli e che è portato a dimenticarsene. Per ricordarsene soltanto al fatidico clic di batteria scarica. Più economici e meno sofisticati, un poco più costosi ma anche semi-miracolanti, in tutti i casi è denaro ben speso e un investimento che si ripaga sicuramente con la vita della batteria sfruttata al massimo e scocciature ridotte al minimo.


Pubblicato da Fabio Carletti - M.A.Corniche, 09/06/2011
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Mantenitori di carica: come salvarsi la batteria