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F1 2002: Bmw-Williams FW24


Avatar Redazionale , il 26/01/02

22 anni fa -

Motore da metterci la firma, Michelin ai piedi, affidabilità e potenza, due piloti che si odiano. C'è tutto. Tanto da sbilanciarsi e pensare che quest'anno sarà meno rosso di quello passato, almeno nei progetti bianco-blu. Williams - intesa come squadra ma anche come Frank - mette subito le cose in chiaro: obiettivo vincere, punto. Pazienza esaurita.

La sigla è FW24, la monoposto, apparentemente, molto simile a quella della scorsa stagione, i piloti gli stessi, quei Ralph Schumacher e Juan Pablo Montoya che con ogni probabilità non organizzano le vacanze insieme. Tanto meglio: due prime guide, nessun leader, giù il piede alla prima curva, chi passa passa. Strategia che rende felice il patron, il quale evidentemente ha rimosso recenti scene da autoscontri in Casa McLaren. Contento lui.

Gavin Fisher

ha firmato il progetto della nuova Williams, mettendo insieme più che altro miglioramenti a una base più che buona, che già nell’arco del 2001 aveva dimostrato ben poche timidezze. Nuovo il motore, quello sì: il BMW P82, un dieci cilindri in linea a V di novanta gradi di 2998 cc di cilindrata – e qualcuno sussurra quasi 900 cavalli di potenza – con quattro valvole per cilindro a controllo pneumatico e blocco motore e testata in alluminio.Si tratta del terzo motore autografato Bmw dal rientro nel grande circo, il risultato di qualche appunto sui taccuini tedeschi: più potenza, affidabilità totale, minor peso. Mario Theissen e un tale Gerhard Berger ci mettono la mano sul fuoco. Il telaio (monoscocca in fibra di carbonio e materiali compositi) è praticamente lo stesso, tolti gli interventi per imbullonarlo al nuovo propulsore, mentre rivisitato è anche il cambio semi automatico a sette rapporti.Juan Pablo MontoyaAlla presentazione ufficiale di ieri, in quel di Silverstone, mancavano giusto Marc Genè e Antonio Pizzonia, i collaudatori stacanovisti che non hanno perso un minuto e si sono catapultati in macchina per i primi test di Ralph SchumacherMontmelò. Per il resto, strette di mano, solite dichiarazioni da confermare o smentire a semafori verdi, pacche sulle spalle tra i due protagonisti in tuta. Montoya, parlando di Shumi jr: "Non abbiamo nulla in comune e assolutamente niente da dirci". Schumi jr, parlando di Montoya: "Montoya? Guardiamo ai fatti. Il migliore sono io". Motore, azione.
Pubblicato da Ronny Mengo, 26/01/2002
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