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Porsche Endurance

Con Porsche Macan alla 6 Ore di Spa


Avatar Redazionale , il 31/05/14

9 anni fa - Una Porsche Macan e una Panamera alla la 6 Ore di Spa. Supergallery!

Una Porsche Macan e una Panamera in viaggio verso la 6 Ore di Spa. Un tour de force autostradale per calarsi nel variopinto e chiassoso mondo dell'Endurance. Guarda la gallery

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TELEFONATA “Senti, ti andrebbe un road trip da Milano a Spa, ospite di Porsche, per fotografare e raccontare la Sei ore del Campionato Endurance? ” What?!? Un sorriso mi si allarga da orecchio ad orecchio ma esito un attimo, guardingo. Aspetto che mi chiedano se voglio anche la pace nel mondo e che con una pernacchia mi dicano che è uno scherzo. Non lo fanno, è tutto vero.
Con il sorriso che è ormai quasi una paresi comincio a viaggiare a bordo della mia 911 GT3 RS immaginaria: sono sull'autobahn tedesca, con Wagner in sottofondo, che viaggio a quasi 500 km/h quando di colpo si avvicina una pattuglia della Polizei che con un megafono mi urla: “Farete il viaggio con una Macan S diesel e una Panamera”. Inchiodo, fumata bianca, la GT3 scompare e mi ritrovo seduto sul divano di casa mia col telefono all'orecchio. Beh, comunque, certo, accetto molto volentieri!

TEAM MC QUEEN La gara si corre di sabato e la nostra partenza è fissata al venerdì mattina dalla sede di Porsche Italia; avremo quindi tutto il giorno per attraversare l'Europa e arrivare a Spa in tempo per le qualifiche. Al road trip partecipiamo in sei e con addosso la giacchetta cafè racer anni '70 del grande Steve che Porsche ci ha fatto trovare alla partenza entriamo subito nei panni di piloti veterani alle prese con una mini cannonball. Abbiamo anche le radio per comunicare tra le due auto, utilissime per segnalare velox, decidere le soste e per le supercazzole che in un viaggio così lungo sono d'obbligo. All'andata noi di MotorBox guideremo la Macan, al ritorno la Panamera diesel con il nuovo motore da 300cv

SCENDO IN AUTO La Macan sulla carta è un Suv compatto ma quando te la trovi davanti ti accorgi che qualcosa non torna; in quanto Suv uno dovrebbe salirci ma in realtà ci si entra adagiandosi quasi come in una 911; non è un trompe l'oeil in salsa di crauti ma il concetto attorno a cui la Macan è stata sviluppata; non una semplice mini Cayenne ma una vera auto sportiva con forme e dimensioni proprie di un Suv. E ci sta perché mentre la guardo nel piazzale di Porsche circondata da 911, Cayenne e Panamera mi rendo conto che, ok, non è la GT3 RS dei miei desideri ma comunque mi piace, eccome! I cerchi da 18 con razze ramificate la rendono aggressiva quanto basta senza scadere nel tamarro e allo stesso modo i quattro scarichi grandi come le canne dell'organo della cattedrale di Stoccarda sono in piena armonia con la bellissima coda, delimitata da taglienti gemme Led. E’ molto seduta sull'asse posteriore con un tratto perfetto da coupé.

UN SOL BOCCONE Anche il frontale è notevole; largo ma affusolato include una bocca per il radiatore così ampia che ho paura si possa ingoiare la mia valigia, meglio metterla in fretta nel bagagliaio! E da quest’ultimo viene l’unica nota un po’ stonata: su un vero Suv sarebbe bello avere una piazza d'armi dove caricare la qualunque, qui si carica la… qualcosa. È sufficiente per le valigie da weekend e brevi viaggi, per colpa della coda che penalizza lo spazio di carico verticale. Una chicca: per accedere al suo sei cilindri a V, metà frontale (fari e parafanghi inclusi) si ribalta in avanti, come su un’auto da corsa.

BE A TIGER Partiamo! Macan in thailandese significa tigre e, quando il nostro gattone mette il muso in autostrada, gli facciamo rincorrere volentieri il gomitolo. Il 3.0 V6 dà un bel calcio: a bordo siamo in tre con bagagli ma i 250 cv del motore spingono che è un piacere, sinceramente sembrano anche di più. A qualsiasi velocità affondi il piede destro la coppia disponibile è sempre alta. Il merito è dell'accoppiata col cambio a sette rapporti Porsche Doppel Kupplung, che non è una bestemmia ma significa doppia frizione e quindi tempi di cambiata praticamente inesistenti. La bella notizia è che sulla Macan è di serie così come i paddle al volante. “ Macan vi abbiamo persi, dove siete?” gracchia il nostro walkie talkie... L'entusiasmo ci ha portati a lasciar correre troppo il felino, ci rimettiamo in seconda corsia e aspettiamo che la Panamera ricompaia nei nostri specchietti. Siamo quasi al confine con la Svizzera, il traffico è intenso e grazie alla proverbiale allergia degli italiani all'uso delle frecce possiamo anche testare a fondo i freni, che si dimostrano impeccabili come da tradizione Porsche, con tempi e spazi di arresto brevissimi.

INFERNO Al contrario dell'onorevole Razzi, penso che la Svizzera sia bella ma non ci vivrei. Ascolta un amico: il limite di velocità è 100 km/h, i radar sono impietosi e, nel caso ve lo stiate chiedendo, sì, le multe arrivano anche in Italia grazie ad un accordo tra i nostri Paesi. Benissimo, così possiamo testare il cruise control, provare le mille regolazioni del sedile per trovare una posizione rilassata, giocare con le radio e avventurarci nel mondo dell'hypermiling. Al tunnel del San Gottardo,160 km dal punto di partenza, il computer di bordo indica una media di 7,6 litri/100 km il che è buono se consideriamo la trazione integrale, gli scatti felini prima del confine e tutti i tira-e-molla a cui siamo obbligati dal tipico traffico autostradale svizzero, con automobilisti che a 95 km/h superano camion che viaggiano a 93.

PURGATORIO Finalmente sconfiniamo in Francia e possiamo rimettere il sedile in posizione eretta, si torna a viaggiare intorno ai 130 km/h. A questa velocità la Macan è veramente silenziosa: basso il fruscio aerodinamico, pochissimo rumore di rotolamento pneumatici ma soprattutto zero vibrazioni dal motore diesel. L'unico rumore davvero forte è quello che proviene dal nostro stomaco: breve consultazione radio e il Team Mc Queen si infila in un autogrill. Scesi dalle auto ed esaurito lo stretching di rito ci dirigiamo verso l'ingresso, ognuno con la sua divisa Porsche d'ordinanza. La gente lancia sguardi curiosi e d'approvazione; io spero solo non ci siano veri piloti nei dintorni…

PAUSA PRANZO Ah la cucina francese! Rinomata e amata in tutto il mondo, tranne che nei loro autogrill. Panini minacciosi ci fissano da dietro il vetro di un asfittico banco frigo; ci guardiamo rassegnati ma la fame è troppa! Restiamo e ordiniamo. A parte il sottoscritto che si accontenta di un panino alla gomma bianca e bacche rosse chiamato mozzarella e pomodoro, i più si avventano su di un pranzo molto simile alla nostra Panamera: una baguette dal ripieno di lava incandescente che toglie il fiato. Una buona dose di Perrier sistema tutto e possiamo ripartire, siamo troppo impazienti di mettere le ruote sulla autobahn tedesca.

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PARADISO Benvenuti in Germania, dove il limite di velocità non esiste. Felici come bambini alle prese con la prima bicicletta senza rotelle sistemiamo il sedile in posizione più sportiva e facciamo accarezzare il tappetino al pedale destro. La Macan tira in un fiato fino ai 220 km/h senza il minimo sforzo, sospensioni e telaio lavorano in simbiosi perfetta e lo sterzo mette il muso nei curvoni con la precisione di un bisturi; la forma dell'abitacolo super avvolgente come sulla 911 e l'altezza da terra rendono ottima la visibilità dell'orizzonte, cosa fondamentale a queste velocità. Al contrario il navigatore si rivela scomodo da guardare se si devono tenere gli occhi incollati alla strada, dato che si trova alla base del cruscotto, troppo vicino al tunnel centrale. È una danza tra noi e la Panamera, ci tiriamo la volata per poi lasciarci strada viaggiando sempre intorno ai 200 km/h e quando finalmente appare un lunghissimo tratto libero chiediamo strada via radio per lanciare la Macan.. Riusciamo a toccare i 242 km/h indicati e ancora ce n'era ma oltre questa soglia l'anteriore comincia a galleggiare troppo sollevato dall'aria; sono comunque 12 km/h in più di quanto dichiarato da Porsche. Tempo di abituare il felino al nuovo gioco che già compare il confine belga e da lì in pochi km arriviamo finalmente a Spam, dopo un viaggio di quasi dieci ore e 800 km.

ALLA META É ora di cena e il villaggio di Francorchamps è deserto, ha appena smesso di piovere e l'atmosfera è quella sonnolenta del tipico paesino di campagna. C'è però un suono che si insinua presto fino alle viscere, è l'urlo infernale dei motori e i colpi delle staccate che dal circuito volano nell'aria correndo per tutta la valle circostante. Impazienti ritiriamo i nostri accrediti e voliamo verso l'autodromo. Vederlo di notte è impressionante, il nastro d'asfalto è illuminato a giorno e i prototipi stanno combattendo per la pole. Ed è proprio mentre siamo all' hospitality Porsche per brindare al lungo viaggio che Romain Dumas riesce con la sua 919 Hybrid a strappare la pole position all'ultimo giro.

IL SABATO DEL VILLAGGIO Qui il giorno di gara è vera poesia; una fila ordinata si snoda attraverso Francorchamps; i clacson muti. Coppie di fidanzati, comitive di amici, famiglie con figli e passeggini. Più che ad una competizione internazionale sembra di essere alla festa del paese e in effetti forse lo è davvero. La vita nel circuito poi è quella di un parco cittadino al sabato pomeriggio: il pubblico è a contatto diretto con la gara e non è obbligato a vederla da spalti lontani. In una gara di endurance c'è anche il tempo di mangiare e passeggiare e quasi tutti si spostano con calma nelle varie postazioni che il circuito offre.

GENTLEMEN, START YOUR ENGINES Alle 14:30 parte la 6 Ore di Spa: le auto iniziano a divorare i chilometri del circuito e a sgranarsi lungo tutto il percorso. Siamo letteralmente attaccati alle reti  per catturare lo scatto migliore e le auto passano non più di tre metri da noi: il rumore è spaventoso e i tappi d'obbligo se vogliamo riportare a casa i timpani. Ovattati e protetti riusciamo a sentire ad ogni passaggio la vibrazione del suono nella cassa toracica. Dall'impressionante ululato della Rebellion al rombo sordo del V8 Aston Martin fino all'incredibile fruscìo sommesso dei prototipi ibridi Audi, Porsche e Toyota, è un piacere perverso lasciarsi rovinare l'udito.

ACQUA BOLLENTE Ma il vero godimento è sua maestà l'Eau Rouge. Anche solo vederla “a riposo”, senza auto che le corrono sulla schiena, toglie davvero il fiato. Pensi alla compressione che si ha nel momento dell'attacco e cerchi di immaginare come possa essere l'impressionante calcio che si riceve quando si apre il gas mentre si viene catapultati su per un pendio di cui non si vede la cima. Pensi a tutto questo e ti rendi conto che in gara lo fanno calcolando anche dove staccare e lottando per difendere la posizione. Non si può descrivere quello che si prova nel veder le macchine piombare tutte insieme in fondo al rettilineo della Source, lottare con il coltello tra i denti e, prima di affrontare la salita, incollarsi muso – coda in una unica fila per poi finalmente inerpicarsi su per il Raidillon. Spaventoso, soprattutto perché ad eccezione di un paio di Carrera delle GT, nessuno tocca i freni. L'emozione mette appetito e tutto il Team Mc Queen si riunisce all'interno dell'Hospitality Porsche per il pranzo. Qui piloti, meccanici e ingegneri dei team condividono lo spazio con ospiti e giornalisti in una sorta di evento collettivo. Il clima è un ossimoro simile a quello che regna in tutto il circuito: rilassati ma concentrati sulla gara. Gara che si chiude, ahinoi, con una vittoria Toyota. Porsche si deve accontentare di un quarto posto ma, come dichiara fiducioso un responsabile di Stoccarda, la prossima tappa sarà a Le Mans, e lì si corre per 24 ore...

I'M ON THE HIGHWAY TO HELL Cantava un australiano in pantaloncini e, sulla via del ritorno, il Team Mc Queen si sente proprio come lui, sapendo che toccherà per forza passare dalla Svizzera.
Allunghiamo il percorso tenendoci in Germania più che possiamo, per tenere una velocità media altrove impossibile. E soprattutto saremo ancora in zona wiener schnitzel all'ora di pranzo. Un'altra baguette alla lava sarebbe stata difficile da sopportare. La scelta è vincente e possiamo provare la nostra Panamera come si deve. Se la Macan in velocità è una lama, la Panamera è un treno sul suo binario. Il nuovo motore diesel da 300cv ci permette di viaggiare agili a 160 di crociera; a 3000 giri la velocità è di 224km/h! Sdraiati nella sua elegante forma da coupè allungata riusciamo a macinare comodi centinaia di chilometri senza sentire la minima fatica. Quando si presenta il tratto giusto riusciamo a portarla fino a 267 km/h, anche a questa velocità la traiettoria è precisa senza la minima sbavatura e con l'avantreno incollato a terra. In brevissimo tempo ci avviciniamo così al confine con la Svizzera e i suoi odiati radar. Quando, poco prima del confine italiano, ci fermiamo per il rifornimento, il computer ci da un sorprendente consumo di 7.5 litri per 100 km. Incredibile pensando alle velocità con cui abbiamo divorato quasi 500 km.

QUALE PRENDO? Se l'autostrada è il vostro regno e volete una berlina di rappresentanza realmente sportiva andate sulla Panamera. Benzina, diesel o turbo: sky is the limit! Per la Macan la S diesel è la scelta più sensata; quella provata da noi parte da 61.000 euro (con lista di optional e pacchetti sportivi arriva ad 83.000). Certo c'è anche turbo, il listino base è di 83.400 euro ma a quel punto ci si può mettere in garage una Porsche che inizia con il numero 9. Se siete svizzeri non prendete nulla, un abbonamento al treno è più che sufficiente.


Pubblicato da Leonardo Iannelli, 31/05/2014
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