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Come scegliere l'auto: comfort e praticità


Avatar di Luca Cereda , il 23/03/11

13 anni fa - Che cosa valutare nella scelta di un'auto nuova

Come scegliere l'auto: comfort e praticità

Facilità di carico e scarico, accessibilità ai bambini, ergonomia: ecco come valutare un'auto per capire se è davvero comoda

MAL D’AUTO Cosa preoccupa gli italiani quando viaggiano in automobile? Se si parla di comodità, due cose su tutto: evitare il mal di schiena e far sì che i bambini possano scendere dall’auto in tutta sicurezza. Lo dice la Doxa. O meglio, questo è quanto emerge da un’indagine che l’istituto di ricerca ha condotto per riscontrare i temi su cui gli italiani sono più sensibili quando pensano all’accessibilità e all’abitabilità di un’automobile.

COMODO PER DAVVERO? Dall’indagine emerge una serie di spunti su cui riflettere relativamente ai reali comfort di un’auto, aspetto spesso sacrificato a favore dello status e dell’estetica al momento dell’acquisto. A tal proposito è bene sapere che - secondo quanto rilevato dal panel intervistato da Doxa - un italiano passa in media 4,6 ore alla settimana in automobile; che segmentando i risultati diventano 8 per il 18% degli intervistati (non pochi) e quasi 7 per chi utilizza l’auto per andare al lavoro. Non poco tempo, insomma, nel quale ciascun automobilista è esposto a una serie di potenziali fastidi (più o meno riconducibili alle caratteristiche progettuali di una vettura). Vediamo da cosa nascono e come fare per poterli evitare.

SALITA E DISCESA La prima preoccupazione degli automobilisti italiani, secondo la maggior parte campione intervistato, non riguarda però chi sta alla guida, ma il passeggero, più specificatamente i bambini. Circa il 31% degli intervistati lamenta il fatto che far salire e scendere i bambini dall’auto è spesso problematico. Oltre alle difficoltà connesse all’operazione in sé (per il 5% condivise anche dagli adulti) stressa il timore che i piccoli si possano fare male scendendo dall’automobile. Per questo, quando si sceglie un’auto, non vanno trascurate caratteristiche quali l’altezza da terra, l’altezza dei sedili posteriori, l’apertura dalla portiera, nonché lo spazio di movimento per le gambe tra la prima e la seconda fila di sedili. Caratteristiche che aiutano tutte a rimanere più stabili e a rendere il movimento nell'abitacolo il più sciolto possibile.

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POSIZIONE Una maggiore abitabilità tra una fila e l’altra di sedili aiuta anche a distendere le gambe e scongiurarne l’indolenzimento (problema rilevato dal 9% degli intervistati), anche se l’acciacco più temuto resta comunque il mal di schiena (15%). In questo caso sedili avvolgenti ed ergonomici sono senza dubbio un toccasana, ma non la soluzione definitiva: chi guida deve anche saper trovare la propria posizione di guida ottimale (magari non troppo alta e verticale, sebbene questo dia la sensazione di una migliore padronanza della strada) regolando (potendo) anche il volante. Occhio dunque a quante e quali possibilità di regolazione offre l’auto che si intende comprare, sia per il sedile sia per il volante.

CARICO&SCARICO L’indagine ha poi rilevato, sebbene in percentuale minore (5%), quanto sia importante per un automobilista poter caricare e scaricare bagagli e oggetti ingombranti con il minimo sforzo. Qui incidono due fattori principalmente: disporre di un’apertura generosa delle portiere e del portellone e caricare i bagagli da una soglia del bagagliaio posizionata alla giusta altezza: non troppo alta per evitare di sollevare eccessivamente i pesi, non troppo bassa affinché obblighi a piegarsi. Le donne, soprattutto, si sono dimostrate sensibili al problema.  

PEGGIO PER I PENDOLARI C’è infine un altro aspetto che merita attenzione, relativamente a tutti i dati citati: le percentuali dei vari risultati variano di molto se si considera il campione specifico relativo ai pendolari, che dell’auto si servono quotidianamente per recarsi al lavoro. I problemi più comuni rimangono gli stessi, ma cresce la sensibilità verso il mal di schiena (25%) e l’indolenzimento alle gambe (17%). Una logica conseguenza del loro stile di guida, considerato che settimanalmente passano in auto oltre il cinquanta per cento in più del tempo (vedi sopra) rispetto ai comuni automobilisti.  


Pubblicato da Luca cereda, 23/03/2011
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