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Alla scoperta della città: Aosta


Avatar Redazionale , il 30/07/13

10 anni fa - Non è solo un punto di passaggio e merita una visita

Lambita dall'autostrada, Aosta non è solo un punto di passaggio verso i valichi o le località turistiche e merita una visita. I suoi gioielli sono soprattutto le rovine (non rovinate...) romane

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L’OUTSIDER Quando si parla in senso turistico della Valle d’Aosta è normale che la mente corra subito ai parchi naturali incontaminati, alle località sciistiche alla moda e ai suggestivi castelli che puntaggiano le pendici delle sue montagne. Attratti da queste bellezze, spesso si finisce con il considerare la città di Aosta come un semplice punto di passaggio, un po’ come era nell’antichità, quando l’allora Augusta Praetoria Salassorum, già nei primi anni dopo Cristo, rappresentava un crocevia tra le strade che conducevano al Piccolo e al Gran San Bernardo. La città merita invece ben altra attenzione: arrivati ad Aosta, vale la pena di mettere la freccia e di fermarsi, perché c'è molto da vedere per tutti i membri della famiglia.

BEN CONSERVATA Il filone più ricco di Aosta è proprio quello legato alle sue rovine romane. Tutto il centro storico è circondato da una cinta di mura arrivate quasi intatte ai giorni nostri e visitabili durante l’intero anno. Quanto a stato di conservazione, se la passa benone anche il teatro romano. La facciata, alta 22 metri lascia a bocca aperta soprattutto i più piccini e dà l’idea dell’imponenza e della perizia tecnica che avevano i romani. Dalle dimensioni delle gradinate, sembra che il teatro potesse accoglire fino a 4000 spettatori. Ancora oggi, dopo un restauro accurato, l'area del Teatro romano ospita importanti rassegne culturali organizzate dalla Regione Valle d’Aosta e dall’Amministrazione comunale.

ACCOMODATEVI Una foto ricordo andrebbe fatta anche alla Porta Praetoria, un tempo ingresso principale in città. La porta è formata da due serie di archi, centrale e laterale, il più largo destinato ai carri, i più stretti ai pedoni. Perfettamente conservato, sul lato ovest è ancora parzialmente visibile il rivestimento originale in marmo. Ai lati delle porte svettavano due torri, divenute, in seguito alla fine del mondo romano, dimore signorili, oggi invece destinate a sedi espositive. Rappresentazioni teatrali e serate a tema si tengono spesso anche nel Criptoportico Forense, una struttura unica nel suo genere e composta da una galleria a due navate articolata su tre lati divise da arcate. Al complesso, recentemente restaurato, si accede attraverso una scala accanto alla Cattedrale di Aosta, che emana a sua volta un notevole fascino..

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SILENZIO, SI PASSEGGIA Eretta in quella che oggi si chiama Piazza Giovanni XXIII, la Cattedrale è un complesso monumentale le cui origini risalgono al IV sec. d.C. L’attuale fisionomia è frutto però di successivi interventi, dell’XI e del XIX secolo e mescola vari stili architettonici, romanico, rinascimentale e neoclassico. La pianta è a croce latina a tre navate e sul lato nord si trova anche un piccolo chiostro, visitabile in alcune parti dell’anno. Tra gli elementi di maggior interesse spiccano una serie di affreschi risalenti all’XI sec., restaurati e resi accessibili in occasione del giubileo del 2000, e il Museo del tesoro della Cattedrale. Quest’ultimo è l’unica cosa sin qui menzionata che si visita a pagamento, mentre tutto il resto è rigorosamente gratis. Per chi ama i chiostri, una tappa d’obbligo è poi rappresentata dalla Collegiata di Sant’Orso, con un portico di epoca medievale. Caratterizzata da un silenzio insolito per un luogo ubicato in centro città, la struttura è resa particolare soprattutto dai capitelli delle colonne, vere opere d’arte, ricchi di significati iconografici e raffiguranti episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento.

BIANCO E NERO Se a questo punto della visita di Aosta si vuole cambiare registro e vedere qualcosa di simpatico per tutta la famiglia, può valere la pena di fare un salto al Centro espositivo Saint Bénin, in via Festaz 27. Qui, dallo scorso aprile e fino al 29 settembre (con chiusura il lunedì), si tiene una mostra dedicata a Pepi Merisio, uno dei maestri della fotografia italiana contemporanea. Attraverso cinquanta immagini prevalentemente in bianco e nero, la mostra “Pepi Merisio. Il gioco” affronta con delicatezza e una buona dose di poesia il lato ludico della vita. Niente di meglio per fare un salto nel passato e per mostrare anche ai giovani d'oggi come si divertivano i loro padri e i loro nonni in un'altra epoca. La mostra è corredata da un bel catalogo bilingue italiano-francese, che contiene i testi di Cesare Colombo, Daria Jorioz e Raffaella Ferrari (le due curatrici della rassegna), in vendita al prezzo di 14,00 euro. Per ulteriori informazioni si possono contattare l’Assessorato dell’istruzione e cultura - Attività espositive  (tel. 0165.274401 u-mostre@regione.vda.it) oppure lo stesso Centro Saint-Bénin (tel.0165.272687).

FAME DI CULTURA (E NON SOLO) Oltre a saziare la fame di cultura e la sete di sapere, Aosta sa coccolare anche i palati. Se non si ha voglia di salire in macchina e di spingersi fino alla Locanda La Clusaz (tel. 0165.56075), a Gignod,  consigliata ma a una dozzina di chilometri abbondante lungo la strada del Gran San Bernardo, si può restare in città e fare un salto a Il Vecchio Ristoro (via Tourneuve, 4, tel. 0165.33238), raffinato e romantico, oppure all’Osteria dell’Oca (via Edouard Aubert 15 , tel. 0165.231419), più rustico e indicato anche per le famiglie, con un piccolo dehor. Per una notte in città un buon indirizzo è la Maison Bondaz, un Bed & Breakfast molto caratteristico al 36 di rue Saint-Anselme, mentre se si vuole soggiornare in posizione panoramica su Aosta si può puntare verso l’Hotel Milleluci in Località Porossan Roppoz, 15.


Pubblicato da Redazione, 30/07/2013
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La Valle d'Aosta fa vedere le stelle