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Prova su strada

Diario di bordo di una Peugeot 307 1.4 HDi


Avatar Redazionale , il 28/11/02

21 anni fa -

Risparmiare! L'imperativo è d'obbligo in questo periodo, e con il Natale che incombe. La soluzione? Andare per spacci aziendali, outlet. Lo spunto ce lo offre l'arrivo in redazione di un'auto fatta per consumare niente. La voglia di verificare di persona i sentito dire, per capire se e quanto ne valga la pena, ce la mettiamo noi. Con tanto di itinerario studiato a tavolino, indirizzi alla mano e, chiaro, macchina a gasolio. Più una sfida: un pieno, stop. Non un litro di più.

DODICI TAPPE

Diciamo subito che la zingarata, in quanto tale, va fatta in un gruppetto di spanati, pronto a tutto in nome del risparmio. Vuol dire sveglia di buon ora – modello sciata in giornata – chilometri 800 scarsi davanti, una dozzina di tappe da esplorare, con un tot di tempo massimo da dedicare a ciascuna, neanche fosse una rapina in banca.

CHI BEN COMINCIA... Laureata ad honorem a protagonista del tour de force la brava Peugeot 307,

che nella versione 1400 HDi sembra arrivata apposta. Cinque porte, bagagliaio pronto a ingurgitare sacchetti stile Pretty Woman, alimentazione rigorosamente a gasolio, voilà. Di più: la versione XR che abbiamo in prova è la base, nuda e cruda, e, come dire, si avvicina ancor di più allo spirito "risparmioso" della spedizione. Per la serie "perché spendere di più" quando si può evitare, pur avendo un ottimo prodotto? Un po’ come per il discorso outlet.

E' UN DIESEL

La partenza milanese necessariamente coincide con un primo giro di riscaldamento per spacci della zona. Il traffico inchiodato della pioggia perenne, non stressa la Peugeottina: la frizione è tutt’altro che "da diesel" e non trasforma le code cittadine in esercizi di squat alla gamba sinistra, il cambio manuale a cinque marce è fluido negli inserimenti, lo sterzo – a basse velocità – leggero e preciso. 

VIA Si passa da Etro, via Spartito 3, dove (previsioni azzeccate) ci si limita a rifarsi gli occhi con le stravaganti creazioni del creativo italiano, accarezzando cashmere e lumando cappotti usciti da un set cinematografico, ma zero spese. Troppo chic. La tabella di marcia ci impone un rigore svizzero: saluti alla commessa sbarazzina e ci si tuffa in macchina.

COPPIA Prima tappa ufficiale, Vertemate, in quel di Como, leggi Armani Factory Store. Autostrada A9, uscita Fino Mornasco. Non si tira indietro il diesel se si decide di abbreviare un po’ i tempi, affrontando con disinvoltura velocità di crociera da terza corsia. La coppia (16,3 kgm a 2000 giri al minuto) si traduce poi in un buono spunto, che evita di scalare e consente di trarsi d’impaccio schiacciando semplicemente sul gas.

RE GIORGIO Casello, occhio puntato sui cartelli marroncini: ci arriviamo. Pura frenesia da shopping. Il gruppo si sgretola nei quattro punti cardinali in un amen, tra camicie e pantaloni, accessori e t-shirt; tutto, rigorosamente, autografato da Re Giorgio. Il countdown mentale preimpostato nel cervello dei partecipanti non sgarra: puntello alla cassa, rispettato, e primi sacchetti che magicamente iniziano a comparire, nell’euforia generale. Fuori.

PANORAMICA Il bagagliaio della 307 inizia a raccogliere cadeaux, la temperatura interna

sale, nonostante il tempo da lupi che ci accompagna. Si scivola via lisci in autostrada, l’HDi lì sotto non disturba la conversazione, mentre lo spirito della francese – con quel qualcosa da monovolume – si fa apprezzare nei dettagli: il tettuccio alto che non obbliga a posizioni da Raimondo Vianello (anche per chi sfora la statura media della nazione), i posti dietro che non si traducono in ginocchiate nei reni per chi sta davanti, il parabrezza enorme che facilita nella guida sotto la bufera, grazie ai tergi che si aprono verso l’esterno (stile ATM) e lasciano ben poco vetro sporco; grazie al climatizzatore che se la cava bene nella lotta contro l’appannamento, nonostante l’effetto bue-asinello dei quattro a bordo.

DOLCE L’allegra combriccola arriva a Legnano: direzione Dolce&Gabbana. Non vi diremo la via esatta dello spaccio, seguendo la volontà dell’ufficio stampa dei ragazzi, vi diremo invece che una visita la merita. Roba forte e meno forte, mocassini in pelo lungo e gessati incacchiati, ma anche jeans molto fashion e camicie dal taglio strano, a prezzi che han poco a che fare con le vie del centro. Solito colpo di fulmine con la biondina cliente di turno – appena uscita da una sfilata D&G, chiaro – ed è già tempo di scappare. Altro sacchettuccio. Olè.

SENZA RETE Siamo a un passo da Nerviano, ridente paesino di provincia milanese con un paio di attrazioni: tra queste l’outlet della Levi’s. Neanche a farlo apposta. Via Giovanni XXIII al 2, non è così semplice da recuperare, ma una volta fatto i jeans sono assicurati. Tac. Iniziamo a dover seguire le ferree regole del Tetris per ottimizzare lo spazio nel bagagliaio, anche se prima di riempire i 340 litri in configurazione standard, hai voglia a spendere. Tocca invece non utilizzare più la comoda rete del piano di carico, nella quale si imbrigliavano i primi sacchetti, optando per una disposizione più razionale, lungimirante.

SUPERIORE ALLA MEDIA Parabiago

, successivo nome che aleggia in lista, è praticamente attaccato. Non facciamo neanche in tempo a salire che si deve scendere, per altro in tutta comodità, vista l'altezza da terra della 307 lievemente superiore alla norma. Ecco la scritta, bianco su nero. Fratelli Rossetti. Si poteva forse trascurare l’argomento scarpe? Al bip della chiusura centralizzata siamo già catapultati all’ingresso, un po’ per la pioggia, un po’ per la febbre da acquisto.

STESSI NUMERI Uno dei regni della scarpa, uno di quei posti che regalano il consenso di papà, che sì, ci andava anche lui – dirà – quando era più giovane: "Ah, sì. Roba bella". È gara al numero, già che la ciurma della 307 si piazza più o meno sulla stessa misura: 43. Vi evito scene tipo "però le avevo viste prima io", brandendo calzascarpe, e passo direttamente a fine storia: mocassino testa di moro, da schianto, con un buon centinaio di Euro di risparmio. Mocassino che calzo in questo preciso momento: vi dirò se farà colpo nei futuri aperitivi milanesi. So che vi interessa.

NIENTE GPS Si resta in zona, buttandosi ad Arluno: c’è Mila Schon. Via Guido Rossa, 1. Abbigliamento donna d’alta moda, da sera, da cocktail, da cerimonia, da tutto. È il dovere di cronaca che ci porta, però, solo quello: la giornata all’insegna dell’egoismo maschilista non ammette eccezioni. Tra parentesi: andateci donzelle, carino. Fuori, noi. Impostiamo Biella sul GPS che non c’è – un peccato in effetti: per la giornata tipo da giro-outlet, sarebbe un toccasana, pazienza – per raggiungere un paio di nomignoli interessanti.

GASOLIO? A Verrone per la precisione: Fila, Dockers, Diesel. Detto tutto. L’unico

nemico: il tempo. Non è l’ultima tappa, magari. C’è da correre da un camerino a un banco dei maglioni, da un reparto intimo a un super-cestone dei saldi nei saldi. Continua il martirio della carta di credito e ci si trova in un attimo a bordo della compatta grigia. Non crolla la lancetta del gasolio, che piacere, mentre quando c’è da superare il camion che intoppa la statale, il millequattro sfodera qualche decibel in più ma esegue diligente: 70 cavalli a qualcosa servono. Nonostante i quattro, nonostante scatole e sacchetti.

PENNICA Si punta verso sud, c’è Borgo S. Dalmazzo da raggiungere (un bel 200 km, in scioltezza), Cuneo, per farsi travolgere dal baffo d’oltreoceano, via Cuneo 72. Le energie iniziano a cedere, detto a bassa voce. Roba da donne, lo shopping, non si ha il fisico adatto. Qualcuno in seconda fila capitola alla tentazione della pennica, causa autostrada, causa pezzo soft che parte a sorpresa dalle casse.

BRACCIOLO

L’atmosfera ovattata ci mette del suo, ben pochi i segnali di rombosità, di rotolamento degli pneumatici: l’abitacolo è un guscio che protegge dall’ira di Zeus, là fuori. Fortuna che non c’è il bracciolo destro, altrimenti anche l’autista avrebbe rischiato di appisolarsi nella nebbiolina piemontese. Caffè, dunque e il logo Nike che dà il benvenuto. Avete presente Nike-town, ecco, una cosa del genere. Pure troppo, ma imperdibile per gli amanti del genere, per chi sogna il baffo cucito sul taight dell’altare. Calze, scarpe, tute, felpe, maglie, robe, tutto. Da perdersi. Cosa che non possiamo fare. Cassa, ciao.

RISCHIO FLASH C’è il "mattone" lasciato in fondo, da buoni universitari provetto quali si è

stati. C’è il trionfo degli outlet, la cittadella del risparmio, il quartieruncolo dove compri sempre e comunque. Potere del marketing, della musichetta in filodiffusione, delle commesse belle e brave, dei prezzi che guarda che ti conviene. C’è Serravalle Scrivia (via della Moda 1, lo vedete…). Quindi a palla, in autostrada, anche se non si può fare, non si può dire. Ci si augura solo di non aver prodotto qualche flash di troppo, perchè quando ingrana, la francese, spinge per bene, a pieno carico come siamo. STILE USA Lasciate ogni speranza voi che entrate. È tutto bello, si diceva, tutto colorato, tutto profumato. 120 negozi 120. L’hanno imparato dagli americani. Mettere di buon umore e prepararsi a contare il cash. Detto fatto. Da bravi turisti che però bisogna riuscire a vedere tutto, ci si divide. Immancabilmente. Per rincontrarsi all’ora prevista, al posto previsto.

NON E' FINITA Mettici i chilometri totali della giornata percorsi a piedi, mettici l’euforia da Alice

nel paese dei balocchi, ma ritrovare la macchina a tramonto inoltrato nel parcheggio ciclopico è roba forte. Una statua d’oro all’uomo Peugeot che si è inventato il meccanismo del "richiamo" della pecorella smarrita, quindi. Schiaccio il tasto del telecomando puntando verso la stella polare e dopo attimi di terrore, un clacson ci richiama alla realtà. Quattro frecce ci indicano la retta via. La Peugeottina scodinzola, felice di rincamminarsi verso casa. La sensazione è di essere in viaggio da mesi tre, la stanchezza è quella. Non sa, la 307, che non finisce qui.

PRIMI SEGNALI Ultima – forse – tappa da spuntare: Vigevano. Chilometri segnati sul display: 550 e rotti. Chilometri da fare: un centinaio scarso. Per? Gli insoddisfatti da Fratelli Rossetti che puntano tutto su Pollini. Anche la lancetta del gasolio inizia ad accusare, ma si và. Pioggia da Blade Runner, silenzio da fine entusiasmo.

 UP AND DOWN Pollini non si trova: chiedi, indicazioni, traffico. Arriviamo. Arriviamo da Armando Pollini, illustre omonimo con fabbrichetta ("e" aperta) dedita alla produzione di calzature. Femminili. Benone. È una specie di vangata in piena tempia, per il gruppo, che lobotomizzato, gira i tacchi e si risiede in macchina, tempo zero. È la fine. Cosa vuoi che sia per la 307: cromosomi d’acciaio, abituati a inanellare mondiali di rally come se fossero caselle del Monopoli. il millequattro non fa una piega. È la ciurma a essere sfinita. Il delirio da risparmio non perdona, all’adrenalina segue il down. Classico.

OTTOCENTO È per questo che scrivo ora, a qualche giorno di distanza. Lucido, come

non potevo esserlo prima. Per dire che il miraggio dell’outlet si può anche seguire, anzi. La condizione di base è però quella di avere per le mani un mezzo che con Euro 50 ti porta a spasso fino a sfiorare quota 800 chilometri. Altrimenti mollate il colpo.

TUTTO OK La puntata a Orio al Serio (RJ Outlet), lo ammetto, me la sono fatta il giorno dopo, da solo (e rientra nel calcolo dei consumi di gasolio…). Fa piacere, comunque, gironzolare per vetrine, in centro, e scoprire che, pallottoliere alla mano, ne è valsa la pena. Risparmio centrato in pieno. Con largo margine.

LAGHI A MILANO Ritrovarsi con guardaroba altamente rimodernato e conto corrente ancora in vita, piace. E lei, la compagna di viaggio: un peccato riconsegnarla alla Peugeot. Ci si era abituati bene. Con gli appuntamenti dal benzinaio ridotti all’osso, l’abitacolo confortevole, la strumentazione rossa appena calano le tenebre. E il cambio manuale mai scorbutico, lo sterzo preciso, la sensazione di affidabilità che non viene a mancare nemmeno dragando i laghi sparsi per Milano in questi giorni.

ANCORA UNO La febbre da outlet ci accompagna fino all'ultimo, e allora "sfuttiamo" anche il giretto per la riconsegna della macchina, con una puntatina allo spaccio Timberland (via Piave 26), a due passi dalla sede della Peugeot. Per finire le fiches prima di lasciare il casinò, tuffarsi nel regno dell'alberello cerchiato che fa molto "panozzi" anni '80. Ci scappa una felpa, che male non fa. Finita, sul serio: consegna chiavi. Domanda: ma l’outlet della Peugeot, invece, dov'è..?


Pubblicato da Ronny Mengo, 28/11/2002
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