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Concept car:

Dacia Duster crossover


Avatar di Luca Cereda , il 02/03/09

15 anni fa - Il marchio low cost di Renault guarda al futuro

Il marchio low cost di Renault guarda al futuro e presenta il concept di una crossover muscolosa fuori, ma dal cuore tenero. Al passo di 19 chilometri con un litro si potrà persino viaggiare con una bici al proprio fianco.

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ENIGMA LINGUISTICO "Spolverino" o "polverizzatore"? Forse gli uomini del marketing Dacia hanno sottovalutato l'ambiguità, prima di battezzare col nome di "Duster" la concept che domani la Casa rumena controllata da Renault presenterà a Ginevra. Ma al di là delle possibili traduzioni, nelle foto ufficiali compare un mister muscolo dall'aspetto sportivo e  poco raccomandabile a una massaia per fare le pulizie in casa. Insomma, più "Terminator" che "Swiffer", ci pare.

DOPPIA FACCIA Tralasciando la scelta del nome - che probabilmente si rifà a un 4X4 "progenitore" dei tempi in cui la Romania era ancora sotto il blocco sovietico - passiamo a descriverne la silhouette. Le misure della Duster si compattano in 4,25 metri di lunghezza (la stessa della Logan), 1,64 di larghezza e 1,5 di altezza, con quella linea schiacciata da crossover resa più filante da un profilo da coupé, ormai sempre più di moda anche sui mezzi più nerboruti. Altra traccia di questo incrocio di generi è la scelta di un'unica porta sul lato conducente, alter-ego della soluzione a doppia apertura proposta sul lato passeggero, dove la Duster mostra il suo volto più pratico, da monovolume.

STRIZZA L'OCCHIO Della parte anteriore, poi, colpisce il disegno avveniristico dei gruppi ottici: lunghi e sottili, a sovrastare i parafanghi fino a raggiungere l'attacco delle porte. Sotto una calandra abbastanza minimalista, il paraurti prorompe a mo' di mascellone, accentuando l'idea di robustezza al colpo d'occhio. In questo gli regge il gioco anche una coppia di passaruota ben marcati, culla comoda per ruote con cerchi da 21" disegnati a cinque razze.

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DAL VOLANTE AL PEDALE L'idea del padiglione integralmente in vetro, invece, vuole favorire l'abitabilità interna. Più luce significa anche una percezione amplificata dello spazio interno, che comunque non dovrebbe mancare in un abitacolo attento alle misure e all'ergonomia. Per non far mancare agio alle ginocchia (28 cm di spazio), i sedili si fanno avvolgenti e sottili; la loro configurazione dovrebbe essere anche abbastanza flessibile, tanto da riuscire a imbarcare una bici facendo scivolare il sedile passeggero dietro a quello del guidatore. Il volante, infine, monta l'air bag nella struttura inferiore e lascia posto al centro a un piccolo display.

DOPPIA PINNA Aria aggressiva ma cuore tenero, per la Duster. Sotto, monta un motore 1.5 dCi da 105 cavalli perfettamente coerente con la filosofia del marchio, dato che dichiara 139 g/km di emissioni e quasi 19 chilometri con un litro alla voce consumi. Un risultato a cui si è arrivati con l'aiuto dell'aerodinamica: la fluidità delle linee delle fiancate, ad esempio, consente all'aria di scivolare lungo le pareti dell'auto, per essere poi evacuata attraverso i gruppi ottici posteriori. E sul padiglione, gli indicatori di direzione a forma di pinna dirigono i flussi d'aria verso la parte posteriore dell'auto.


Pubblicato da Luca Cereda, 02/03/2009
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2009, un anno di concept