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Volvo YCC: l'auto al femminile


Avatar Redazionale , il 08/03/04

20 anni fa -

Com'era? Donne e motori? Ecco, appunto. Le cose cambiano. Ora il gentil sesso non si limita a usarle, sceglierle, amarle: ora, le macchine, se le progetta e se le disegna. Perché l'auto si profuma sempre di più, accantona chiavi inglesi e crick, scegliendo smalto e interni in pelle vintage. Sono loro a comandare, pure lì

La prima assoluta è opera di Volvo, con un team sui tacchi che firma l’ultima concept-car. Una nuova tendenza? Probabilmente sì, che si trascinerà cambiamenti nel modo di vivere e di concepire l’auto. Più semplicità, innanzi tutto, con un pensiero giusto alla benzina, all’olio e al liquido lava-fari. Il resto del motore non si veda neanche.

E maggior attenzione alle emozioni, al lato estetico, al colpo di fulmine carrozzato. Prendi gli Stati Uniti, notoriamente avanti: là, il 50 per cento degli acquisti di macchine è opera delle donne. Come dire: per ogni cow-boy che entra dal concessionario in stivali per scegliersi il pick-up, c’è una Penelope Pizzo che controlla se nel vano portaoggetti ci sta il portatrucchi preferito.

E l’auto, il mondo dell’auto, non può che seguire la nuova via. Offrendo prodotti simpatici e divertenti invece di saette bruciasfalto, macchine comode e charmose piuttosto di cavalli di potenza in sovrappiù. Un cambiamento che inizia a interessare anche l’altro lato: non solo quello di chi acquista, ma pure quello di chi vende.

Si chiama “Your Concept car”, di cognome fa Volvo e arriva da un parto unicamente femminile. Ma, attenzione: non si parli di auto per donne, punto. L’auto è di donne ma indirizzata, senza discriminazioni, pure agli amichetti maschi. Un precedente destinato a non rimanere isolato, a non limitarsi a interventi sporadici tipo lui che si dedica al barbecue la domenica mezzogiorno. No: le donne mettono le mani sull’auto con professionalità e passione. Decidono che i tempi in cui la macchina di famiglia era patrimonio maschile stop, sfiorano la preistoria. Che, insomma, da sempre il sostantivo è femminile e ci sarà pure un motivo, se ne convincano anche gli ultimi estremisti che si ostinano ad ammirare “il Porsche” o “il Ferrari”.

Da qui a dire quel che sarà, ce ne passa. Magari auto solo per donne o pensate appositamente per loro. Con specchi e specchietti, portagioie e cabina armadio per il cambio d’abito, fuori dall’ufficio. Magari con un congegno che faccia benzina da solo, semplicemente affiancandosi a un 24ore (incubo per la maggior parte delle fascinose automobiliste). Magari con un softwerino che parcheggi automaticamente l’utilitaria, mentre la proprietaria si dà una ritoccata di rimmel.

Di sicuro comoda e curata nei dettagli, con portelloni posteriori che non siano macigni da aprire e chiudere, cambi che non si incaponiscano nell’inserimento della retro, servosterzi a evitare stress per tricipiti e deltoidi, oltre a immancabili pneumatici che non conoscano forature.  Insomma: donne al volante, ma non solo. Per la gioia dei “Quattro salti in padella”.

“Se dividiamo gli acquirenti di auto nelle categorie economica, media e premium, le donne della categoria premium sono i clienti più esigenti in assoluto” sostiene Maria Widell Christiansen, responsabile del design nel team di donne che ha realizzato il prototipo YCC. Le richieste inderogabili vanno dalle soluzioni innovative per sistemare pacchi, valigie e altri oggetti a bordo dell’auto, alla facilità di entrata e di uscita dall’auto, all’ottima visibilità, alla possibilità di personalizzare a piacere la vettura, alla manutenzione ridotta ai minimi termini, all’auto che sia facile da parcheggiare. Mica la luna, insomma, solo maggiore praticità. Tutte esigenze che l’YCC in qualche modo risolve.

Primo problema femminile: come fare per avere a portata di mano cellulare, chiavi di casa, borsetta, borsone per la palestra, computer portatile e altre cosette tipiche dell’altra metà del cielo?. Semplice: intanto si toglie la leva del cambio e si spostano i comandi sul volante, e si elimina anche l’ingombrante leva del freno a mano, sostituita da un congegno elettronico. Chiavi, cellulare, monete e altro vanno a finire in uno scomparto sistemato nella consolle centrale. Questo scorre all’indietro liberando un ripostiglio molto più ampio nel quale sistemare la borsetta.

A portata di mano anche un vano frigorifero e, visto il senso di pulizia e ordine che contraddistingue il gentil sesso, c'è un cestino portacarta per scarti di merendine, pacchetti di sigarette, pannolini e altro. Il team Volvo ha pensato persino all'ombrello, altro oggetto utile ma ingombrante e fastidioso da tenere in auto, che sarà riposto in un portaombrelli ricavato all'interno della fiancata anteriore (c'è anche sulla Rolls-Royce Phantom, ma sta dietro...).

Quanto alla parte posteriore, anche qui tutto è in funzione della praticità e dello spazio per borse e borsoni. Anche perché dalle ricerche Volvo sembra che una donna viaggi più spesso con un carico di merci che con degli umani. I sedili posteriori sono perciò funzionali a questo scopo, con le poltroncine tipo quelle dei cinema, con i cuscini ripiegati sullo schienale per fare posto a lle borse dello shopping ma pronti all’occorrenza ad accogliere in un battibaleno delle persone. Otto foderine intercambiabili per i sedili, pelle marrone, velluto di lana o rivestimento ricamato in giallo verde, sono le soluzioni disponibili per la personalizzazione interna.

Per entrare più facilmente all’interno di tanto salottino, le portiere si aprono ad ali di gabbiano. I vantaggi sono evidenti quando si sale e si scende, ma lasciamo immaginare ai lettori le dimensioni del box adatto per la YCC o i problemi nei parcheggi in città. Per facilitare ancora di più salita e discesa la vettura si solleva appena si aprono le portiere e si abbassa durante la marcia, il sedile pilota arretra automaticamente e il volante si solleva. Se poi, come spesso accade, le mani sono impegnate a sostenere le già citate borse e borsette, è sufficiente attivare l’Auto-open: appena ci si avvicina alla vettura la portiera del lato in cui ci si trova o il portellone si apriranno e alzeranno automaticamente.

Per migliorare la visibilità esterna c’è invece un brevetto Volvo, che va sotto il nome di Ergovision: al momento dell’acquisto, il corpo del guidatore viene scansito da un sistema elettronico che in base alle proporzioni di altezza, lunghezza gambe e braccia, procede a personalizzare il posto guida e immagazzinare i dati nella memoria della chiave. Sarà sufficiente inserirla per riportare automaticamente sedile, volante, poggiatesta, cinture di sicurezza, pedaliera, nella posizione programmata. Quanto alla visibilità, questa è garantita da un cofano motore abbassato, parafanghi visibili dal posto guida e finestrini a 360°, oltre che da una posizione di guida più alta della media.

Il problema della manutenzione, altra gatta da pelare dell’universo femminile al volante, è stato risolto in modo da non dover aprire mai il cofano motore. Liquido lavavetri e benzina si aggiungono dall’esterno, senza aprire e chiudere sportelli ma attraverso una valvola a sfera tipo quella utilizzata in Formula Uno, mentre la restante manutenzione sarà un problema dei meccanici Volvo. Nessun problema anche in caso di foratura, gli pneumatici sono del tipo run-flat, che consentono di proseguire fino al primo gommista. L’ossessione della pulizia della carrozzeria è invece stata risolta utilizzando una vernice particolare che evita alla polvere di fare presa sulla pelle della YCC.

Il meglio di sé la YCC lo dà però nelle operazioni di parcheggio, tallone di Achille di numerose signore e signorine, e non solo. Stabilito che ci sia spazio laterale sufficiente per consentire alle portiere di aprirsi, basterà premere un pulsante perché il sistema elettronico verifichi automaticamente la disponibilità di spazio in lunghezza. Nel caso di conferma si potrà ricorrere alla funzione Autopark che azionerà automaticamente il volante per parcheggiare correttamente l’auto. Alla guidatrice resterà il compito di dosare l’acceleratore, i freni e la leva del cambio.

Inutile soffermarsi sul motore, un cinque cilindri da 215 cvalli ovviamente a basse emissioni di anidride carbonica. Di nuovo c’è il sistema ISG (Integrated Starter Generator) che spegne automaticamente il motore quando l’auto è in sosta e lo riavvia al solo tocco dell’acceleratore. Il cambio è un Powershift a sei marce, automatico con modalità sequenziale e comandi al volante.


Pubblicato da Andrea Sperelli, 08/03/2004
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