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Volkswagen L1


Avatar Redazionale , il 16/09/09

14 anni fa - Sette anni dopo la prima L1, Volkswagen lancia a Francoforte la seconda versione del tandem miracoloso. I consumi crescono leggermente ma restano sempre a livelli record. Con la prospettiva concreta di una produzione in serie. Ma saranno davvero così le a

Sette anni dopo la prima L1, Volkswagen lancia a Francoforte la seconda versione del tandem miracoloso. I consumi crescono leggermente ma restano sempre a livelli record. Con la prospettiva concreta di una produzione in serie. Ma saranno davvero così le auto di domani?

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ELLEDUE Avrebbero potuto chiamarla così, L2, per non far confusione con il primo prototipo presentato nel 2002 da Ferdinand Piëch (allora presidente della Volkswagen) ma nonostante le maggiori dotazioni ed il maggiore peso, la concept Volkswagen consuma ancora poco più di un litro di gasolio (per la precisione sono 1,49) per percorrere i famosi 100 Km. Mezzo litro in più rispetto ai vecchi 0,89 l/100km della prima edizione (da cui il nome L1, un litro). Tutto però a vantaggio dei costi di produzione e della reale fattibilità.

I GIUSTI INGREDIENTI La ricetta rimane la stessa di allora: una vettura con una forma estremamente aerodinamica per ridurre al massimo l'attrito, l'impiego di materiali ultraleggeri per non gravare sui consumi ed un motore molto piccolo, ma soprattutto estremamente parco grazie anche al nuovo sistema ibrido. Conseguenza del primo ingrediente è proprio quella forma allungata che l'ha caratterizzata fin da subito, con una lunghezza di 3,81 m (più o meno come la "sorellona" Fox), un'altezza di 1,14 m (vedi Murciélago) e una larghezza di solamente 1,2 m!

IN FILA INDIANA All'interno, tutto dipende dalle strane misure della carrozzeria, così che i due occupanti si trovano uno dietro l'altro in una disposizione detta appunto "a tandem" (anche se qui, più che su una bici, sembra di essere seduti su un jet!). Solo così i progettisti della Casa di Wolfsburg sono riusciti ad ottenere una ridottissima superficie frontale, con un coefficiente di penetrazione cx pari a solo 0.195!

SUPERLIGHT L'ago della bilancia si ferma a 388 Kg, grazie all'impiego di alluminio e di molta fibra di carbonio, ora (secondo Volkswagen) realizzabile anche per via industriale con un forte abbattimento dei costi. Poco peso ma non a discapito dei contenuti, tanto da poter trovare a bordo anche il sistema di navigazione ed entertainment, schermi Oled che sostituiscono gli specchietti retrovisori, e sistemi di sicurezza come ABS, ESP e una serie di Airbag che in caso di urto proteggono sia il guidatore che il passeggero.

METTE LA SPINA Infine il motore, un Diesel bicilindrico di 0,8 litri derivato dal nuovissimo 1,6 montato ad esempio su Golf e Passat BlueMotion, che in modalità "Eco" sviluppa una potenza di 27 CV, incrementabile a 39 CV selezionando la modalità "Sport". Altri 14 CV vengono poi generati dal motore elettrico posto tra il propulsore ed il cambio DSG a 7 marce, così da aumentare la potenza disponibile o percorrere alcuni chilometri con la sola energia elettrica.

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MISSILE SU RUOTE La forma esterna è il risultato delle scelte aerodinamiche: corpo estremamente affusolato e coda tronca, così da ottenere un missile su quattro ruote. Nel frontale vengono ripresi gli stilemi della Casa tedesca, con i gruppi ottici collegati da una sottile fascia nera ed il logo impresso sul cofano. Spariscono invece le prese d'aria ottimizzando i flussi aerodinamici, mentre viene aperta sul lato una piccola feritoia per il raffreddamento del motore posteriore. Il padiglione ricorda la capsula vetrata di un aliante e, come questa, si apre su un lato per consentire l'accesso all'abitacolo. In coda infine si notano i grandi sfoghi dell'aria del motore che incorporano la fanaleria a led, e le carenature che vengono applicate alle ruote per eliminare ogni tipo di vortice.

GUARDANDO AL DOMANI Alla Volkswagen hanno creduto da subito in questo progetto: dopo il prototipo del 2002 gli studi sono proseguiti così da ottenere una concept che si prepara ora ad una commercializzazione non lontanissima (si parla del 2013). Ma saranno davvero così le auto che dovremo guidare un domani molto prossimo? Dovremo davvero pagare un così alto tributo estetico e di comfort per poter risparmiare su consumi e costi di inquinamento?

LA SCOMMESSA DEL TANDEM L'impostazione a tandem è stata studiata da numerose case automobilistiche: si ricordano i prototipi Volvo di qualche anno fa, ma anche la piccola Twizy Z.E. Concept presentata proprio qui a Francoforte da Renault. I vantaggi dal punto di vista aerodinamico, come abbiamo visto, sono davvero consistenti, a tutto vantaggio dell'efficienza di guida. Al contrario, però, si ottiene una forma che pare adattarsi poco alle città di oggi e di domani, a causa di una lunghezza che non permette di divincolarsi nel traffico o parcheggiare in poco spazio come con una Smart o con la concept BB1 presentata da Peugeot .

LA FORMA DEL VENTO Solo un domani potremo però capire se questa moda dell'ecologia potrà davvero cambiare così le nostre priorità e le forme delle vetture, o se il cliente opterà per un compromesso tra efficienza e comodità con vetture dall'impostazione più simile a quella attuale. Lo sviluppo di sistemi ad energie pulite ha infatti già dimostrato come si possa mantenere un'architettura classica permettendo allo stesso tempo di annullare le emissioni di gas nocivi. Certo è però che le auto del futuro, seppur meno di questa L1, daranno sempre più importanza all'aerodinamica, così come già da tempo fa Toyota con la ibrida Prius.


Pubblicato da Davide Varenna, 16/09/2009
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