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Tutto sulla Lamborghini Aventador LP 700-4


Avatar Redazionale , il 15/03/11

13 anni fa - Si ispira al linguaggio stilistico (e non solo) degli aerei da caccia

La nuova iconica Lamborghini Aventador LP 700-4 dentro e fuori, tra monoscocca in fibra di carbonio, dodici cilindri con 700 cavalli e sospensioni push rod come sulle monoposto.

RIPARTENZA Dopo molte anticipazioni, alcune finalmente trovano conferma e approfondimento. Ecco i dettagli della nuova Lambo. Quella che trova le origini nella fedeltà ai dodici cilindri voluti da Ferruccio Lamborghini e che evolve le suggestioni stilistiche con memorie della Countach disegnata, sembra ieri, da Marcello Gandini. Numeri, materiali, spoiler e freni carboceramici. Fondi piatti ed estrattori aerodinamici con oltre 700 cavalli e uno zero-cento sotto i tre secondi (2,9). Di normale o in comune con le auto di tutti i giorni c’è davvero poco. Ma, con il nuovo decennio, la Murciélago era arrivata al massimo grado evolutivo. La Aventador ne prende il testimone e sposta il gioco in avanti.

DA FUORI Anche se di solito la presenza scenica delle Lambo aumenta dal vivo, le foto in alta definizione dell’insieme come dei dettagli parlano di forme e materiali senza compromessi. Mettendo in fila Countach, Diablo, Murciélago e l’ultima nata appare chiaro sia il patrimonio genetico sia il salto generazionale. Non mancano alcune suggestioni della Sesto Elemento. Il nome prosegue la saga legata a tori coraggiosi. Forse troppo scontata dice qualcuno sui post di community e social network e non si potrebbe dargli neppure torto.

LUNGA, LARGA E BASSA Comunque, quel che si perde in effetto sorpresa si guadagna in affinamento dei concetti estremi. Con una larghezza esagerata, la forma a cuneo sfaccettata, il profilo basso e schiacciato. Con branchie e spoiler a segnare il rapporto tra forma e funzione. Gli uomini del Centro Stile interno hanno scolpito un muso puntuto e un lato B dominato dall’estrattore aerodinamico, oltre che dallo scarico posteriore centrale. La Aventador misura 478 centimetri in lunghezza, 226 in larghezza compresi gli specchi e 113 in altezza.

TRA CIELO E ASFALTO Le porte si aprono verso il cielo, come vuole la tradizione dalla Countach in poi. L’estetica poi si concede a giochi multiformi, con alcune prese d’aria sopra i passaruota che si aprono solo se il propulsore ha bisogno di ricevere boccate d’aria supplementari. La forma asseconda la funzione anche in molti altri particolari. Ad esempio il tetto concilia l’abitabilità per le teste degli occupanti con la massima riduzione possibile della sezione frontale. Mentre le suggestioni aeronautiche iniziate con la Reventòn si uniscono alla tradizione della supercar sportiva, con motore V 12 in posizione centrale che concentra le masse tra i due assi, mentre il fondo piatto aerodinamico e lo spoiler che si regola su due posizioni diverse, a seconda della velocità privilegiando stabilità o handling, torna a parlare i linguaggi del cielo più che dell’asfalto. Non mancano neppure i led, moderno prezzemolino dell’illuminotecnica automotive.

MONOSCOCCA Abbandonando le apparenze, ci sono le prelibatezze sottopelle. Uno dei tratti distintivi che segna il passaggio generazionale riguarda la monoscocca in fibra di carbonio. Nella factory Lamborghini è stata allestita una nuova linea produttiva, come ovvio trattandosi di una nuova nata. Meno ovvio che tutti gli investimenti e le competenze per sviluppare e produrre la monoscocca in carbonio materiali compositi siano stati tenuti in house. Garanzia, secondo la Casa, di rispetto dei parametri di qualità per una struttura leggerissima che unisce tetto, cellula abitativa e pianale.

PESO PIUMA Il peso della monoscocca è di 147,5 chilogrammi e, anche una volta unita ai due telaietti anteriori e posteriori i chilogrammi sono solo 229,5. Con una rigidità torsionale pari a 35.000 Nm per grado. L’utilizzo spinto dei materiali rinforzati in fibra di carbonio unisce concettualmente la Aventador al mondo delle monoposto da Formula 1. Per non parlare di altre supercar evoluzioniste, come la McLaren MP4 12 C, che hanno sposato la stessa filosofia.

DODICI APOSTOLI I tecnici di casa Lambo hanno studiato tre tecniche costruttive per i differenti pezzi di carbonio che compongono lo scheletro della Aventador. E si dicono convinti di aver ottenuto impareggiabili vantaggi anche in termini di precisione di sterzata, precisione di guida e bilanciamento. Poi c’è il dodici cilindri da 6,5 litri con angolo di 60 gradi tra le bancate. La cavalleria segna un bel numero, talmente tondo da finire nella denominazione del modello. Sono 700 i puledri pronti a correre dietro la furia del toro, vengono erogati  a 8250 giri al minuto mentre la coppia fa segnare 690 Nm a 5500 giri. Si tratta di valori che uniti alla massa di 1.575 chili regalano un rapporto peso potenza di 2,25 kg/cv.

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SINFONIA METALLLICA Il propulsore per la cronaca pesa 229 kg. La Aventador brucia lo zero-cento in 2,9 secondi e raggiunge una punta velocistica di 350 km/h. Un motore da gustare e da ammirare accoppiato al cambio robotizzato ISR a sette rapporti che assicura passaggi di marcia velocissimi (50 millisecondi). Ci sono sofisticazioni di dettagli importanti, come il doppio circuito di raffreddamento o il sistema di lubrificazione a carter secco che ha tra l’altro consentito di abbassare ulteriormente il baricentro del motore. Il sistema di scarico 3-2-1 oltre a incorporare una batteria di precatalizzatori e catalizzatori dispone di alette a controllo elettronico per assicurare (e probabilmente conciliare) le esigenze di omologazione con quelle sinfoniche.

LAUNCH CONTROL Per la trazione integrale, caratteristica Lambo dai tempi della Diablo VT c’è un giunto viscoso Haldex e un rapporto standard di distribuzione che fa segnare 30 sull’anteriore e 70 sul posteriore. In particolari condizioni il rapporto può cambiare distribuendo la coppia fino al 60% sull’asse anteriore. Al quadro dinamico vanno aggiunti il differenziale posteriore con blocco al 40% e le regolazioni elettroniche. Non solo quelle dello spoiler posteriore in base alla velocità, ma anche le tre classiche modalità che qui si chiamano in modo autoesplicativo Normal, Sport e Corsa. Anche qui non manca la procedura di launch control per ottenere i risultati migliori nello scatto da fermo.

PUSHROD Al reparto ruote, i cerchi dal design robotico sono da 19” all’anteriore e da 20” al posteriore e calzano rispettivamente pneumatici da  255/35  e 335/30. Nascosti ma non troppo fanno capolino i dischi freno carboceramici, da 400 mm con sei pistoncini all’anteriore e da 380 mm al posteriore con quattro pistoncini. La ciliegina sulla torta rimane l’architettura delle sospensioni push rod con doppi triangoli. Qui, come per quanto riguarda la monoscocca in carbonio, i richiami al mondo della Formula 1 sono reali. Significa che le molle e gli ammortizzatori non sono posizionate sui telai vicino alle ruote ma direttamente all’interno della scocca, davanti in posizione trasversale, in prossimità del parabrezza e al posteriore in posizione laterale vicino al propulsore.

AD PERSONAM In chiusura d’analisi rimane spazio per l’abitacolo. Dove forse qualche sforzo in più si poteva fare per il volante, che a prima vista non pare all’altezza del contesto. Ma per il resto se la gioca da protagonista la strumentazione, con schermo TFT interattivo, anche qui concetti aeronautici adattati alla strada. Airbag, clima con controllo dell’irraggiamento solare e sistema infotainment con interfaccia per lettori mp3 sono quasi scontati. Come avevamo già annunciato, analizzando delle slide sfuggite al controllo della Casa qualche mese fa, ci sono parecchie possibilità di personalizzazione. Seguendo i dettami del marketing e della ricerca di esclusività, il programma “Ad Personam” consente di portarsi a casa la Lambo dei propri sogni diversa (si spera) da tutte le altre. Cofano motore con superficie trasparente, cerchi in lega neri con pinze freni disponibili in diversi colori, sound system con altoparlanti al neodimio, assistente al parcheggio con telecamera, tinte opache per l’esterno, interni in pelle con cromie e abbinamenti specifici per le cuciture sono solo degli esempi per citare alcune possibilità.

CONTAMINAZIONI Auto, supercar, limite estremo, aeronautica e ingegneria dei materiali. Vizio. Quasi tutto con la Aventador parla il linguaggio della contaminazione ai limiti dell’azzardo. Emiliana di residenza e concepimento certo, ma la parentela con il grande gruppo tedesco di mamma Volkswagen, autorizza a parlare di una supercar che unisce l’arte del saper fare tricolore con quello germanico. Due mondi un tempo in concorrenza. E poi ci sono i clienti facoltosi e appassionati, molti dei quali sparsi in continenti lontani.

SOLD OUT Le statistiche dicono che la Cina esprimerà  nei prossimi vent’anni il maggior numero di milionari. Alcuni o forse molti di loro si lasceranno tentare dalle supercar e magari proprio dalla Aventador. A proposito, le prime Aventador costeranno 255.000 euro più le tasse a seconda del paese di immatricolazione, ed entreranno nei garage a partire dall’estate 2011. Per le altre ci sarà da attendere molto di più: il primo anno di produzione è sold out. 


Pubblicato da Luca Pezzoni, 15/03/2011
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