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Porsche Carrera 4S Cabrio


Avatar Redazionale , il 30/05/03

20 anni fa -

La guardi. E' lei. La vedi cristallizzata nel tradizionale tre quarti frontale, con i prati a far da sfondo, e senti quella possanza con la "a" che solo loro sanno dare. La avverti nell'aria, poco da fare. Gli occhioni da coker davanti, la gobba cattiva dietro: forme perennemente avanti, da anni, inchiodate in un'armonia pericolosa da ritoccare. E una lettere specifica a sottolineare un numero specifico: 4S. Brividi sulla schiena per chi sa, conosce. Rispetto dovuto, per tutti gli altri.

E se la Carrera 4S, di per sé, incuteva tutto ciò che di norma incutono le Porsche, ecco il di più. L’eleganza e il glamour della cabrio. Per avere in mano i numeri noti – i 320 cavalli di potenza massima (235 kW) del sei cilindri di 3600 cc di cilindrata – e coprirli con nulla: cielo. Tralasciando frasi terribili tipo "vento nei capelli", la versione scoperta della 4S ha quel "che" di essenza dell’auto. Il rigore estetico di una Schiffer, senza il minimo particolare lasciato al caso.

La striscia rossa che unisce i due gruppi ottici posteriori dice che sì, si tratta di una 4S: è la conferma. Pari pari alla Coupé. In più, qui, (o in meno, vedete voi) c’è una capotte che è un piacere maltrattare, giocherellando con i tempi irrisori per farla sparire: pulsantino e tac, una ventina di secondi e scompare. Il tutto in pieno movimento, sia chiaro, con l’unica postilla di non superare i 50 orari per l’operazione. Non male, la scena sul lungo mare.

Inutile specificare che non si tratta di un soft-top qualunque, ma di roba

nata da fabbrichetta specifica che mi punta sull’alta qualità dei materiali etc, etc. Poi si parla della classica trazione integrale permanente, il controllo dinamico di Casa (Porsche Stability Management) e prestazioni intuibili da profani. Il fatto che, a tetto chiuso, la ragazza di Germania eguagli la verve della coupé, fa riflettere: 280 orari di punta per entrambe e 5,3 secondi per scattare da zero a cento (uno frame in più della sorella invernale, a voler essere pignoli). Visti poi i 70 chilogrammi in più portati in giro dalla cabrio.

Il sistema frenante è quello della 911 turbo, con dischi da 330 millimetri di diametro, mentre i cerchi in alluminio dicono diciotto pollici al capitolo misura. Senza parlare dell’optional, per fermarsi in tempo zero: Porsche Ceramic Composite Brake (PCCB), insomma la ceramica, cara ma ancora più efficace. Vernice metallizzata, pellame vario dentro, hardtop e alettoncino, fanno parte della dotazione di serie. Lei, la vedremo in ottobre, su cifre approssimative di supereranno i 90mila Euro.


Pubblicato da Andrea Sperelli, 30/05/2003
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