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Anteprima

Pagani Huayra


Avatar Redazionale , il 26/01/11

13 anni fa - La Pagani Huayra svelata prima del debutto a Ginevra

Dopo le prime foto rubate da un rivista spagnola, la nuova Pagani Huayra si mostra completamente senza veli. Protagonista del prossimo Salone di Ginevra, sarà realizzata in una ventina di esemplari all'anno e venduta a oltre 750.000 euro tasse escluse.

A CARTE SCOPERTE Forse non sapremo mai se la data di presentazione delle prime foto ufficiali della Pagani Huayra era sempre stata fissata per oggi o se il marchio italo-argentino ha dovuto correre in fretta e furia ai ripari, preso in contropiede dalla fuga di notizie scatenata dall’edizione spagnola di Car nei giorni scorsi. Quel che conta è che ora la macchina sia finalmente ammirabile in fotografie ufficiali e con una risoluzione dignitosa, accompagnata anche un comunicato ricco di dati e informazioni.

DIO DEL VENTO Le prime riguardano il nome. La Pagani Huayra è così battezzata perché Huayra Tata è il dio del vento per il popolo andino Aymara, un divinità capace di scatenarsi nelle vallate e di portare l’acqua del lago Titicaca, sotto forma di pioggia, a sua moglie Pachamama, la Madre Terra. E con un nome così, l’aerodinamica non poteva che essere curatissima.

FLAP INTELLIGENTI La Pagani Huayra ha una carrozzeria estremamente filante, senza appendici aerodinamiche che sporchino la pulizia della linea. Le sue forme sembra la naturale evoluzione di quelle della Zonda, da cui eredita i fari bixeno e i terminali di scarico che fanno quadrato. Gli ingegneri hanno studiato nei minimi dettagli i flussi d’aria sotto il fondo, usando come ulteriori strattagemmi l’altezza variabile del frontale e flap posteriori ad incidenza variabile. Questi ultimi sono controllati da una centralina elettronica che, elaborando i dati forniti dai sensori dell’Esp, può utilizzare servomotori per alzarli e abbassarli in tempo quasi reale, così da compensare aerodinamicamente il rollio in curva e il beccheggio in frenata, massimizzando la spinta verticale, la tenuta di strada e la neutralità dell’assetto.

WEIGHT WATCHERS  Un altro aspetto su cui hanno lavorato molto Horacio Pagani & Co. è il contenimento del peso, cui dà un contributo fondamentale la struttura monoscocca in carbonio che, per limitare l’uso di componenti aggiuntivi, incorpora già anche condotti funzionali alla climatizzazione dell’abitacolo e al raffreddamento. Il serbatoio è piazzato in posizione protetta, subito alle spalle dell’abitacolo, dove dà una mano a concentrare la massa vicino al baricentro e a distribuire in modo abbastanza equo la massa. L’ago della bilancia si ferma a quota 1350 kg, che gravano per il 44% sull’anteriore e per il 56% sul posteriore.

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SU MISURA Lo “scheletro” è integrato da due semitelai in tubi d’acciaio al cromo-molibdeno, che sorreggono sospensioni indipendenti a doppi bracci, realizzati nel leggerissimo AvionAl. Gli ammortizzatori sono regolabili e forniti dalla Öhlins, mentre sui pneumatici la griffe è Pirelli, che ha studiato per la Pagani Huayra una serie speciale di PZero, in grado di sopportare velocità fino a 370 km/h e accelerazioni laterali fino a 1,5 G.

TUTTA D’UN PEZZO I materiali di pregio fanno da ritornello anche nell’abitacolo. In un tripudio di pelle, spiccano in particolare la leva del cambio e la consolle centrale, ricavata dal pieno da un blocco di AnticorodAl. I tasti dei comandi secondari ricordano quelli di un clarinetto ma molte funzioni possono essere gestite direttamente dallo schermo touch screen che troneggia in mezzo alla plancia. Tra queste ci sono per esempio quelle dello stereo, del navigatore satellitare e del sistema vivavoce Bluetooth. Altri tasti si trovano invece sul volante multifunzione, dietro il quale fanno capolino pure le levette per comandare il cambio sequenziale a sette marce Xtrac, dotato anche di più programmi di funzionamento.

A TUTTA FORZA Quest’ultimo fa gioco di squadra con una frizione bidisco a secco per mettere a terra gli oltre 700 cv e gestire i 1.000 Nm abbondanti di coppia. A offrire tutta questa birra è un motore Mercedes AMG sei litri 12 cilindri a V di 60° rigorosamente assemblato a mano e firmato dal tecnico che se ne è occupato. Tra i suoi molti fiori all’occhiello spicca il sistema di lubrificazione a carter secco, che garantisce un rendimento costante in ogni condizione, limita le perdite di potenza e permette di montare il motore in posizione più bassa


Pubblicato da Paolo Sardi, 26/01/2011
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